VOGLIAMO IL CONTRATTO!
Nel solco del modello di relazioni sindacali tracciato con l’accordo FIAT, anche nel pubblico impiego emerge con sempre più chiarezza la totale sudditanza e complicità dei sindacati di regime CISL e UIL alle esigenze dei “padroni del vapore”: oggi è stata firmata con il Governo una intesa per “la regolazione del regime transitorio conseguente al blocco del rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro nel pubblico impegno” che per i firmatari rappresenta una grande conquista e che, invece, non è altro che l’ennesima presa in giro per i lavoratori pubblici.
CISL e UIL proclamano: “salvati i soldi dei lavoratori” perché l’accordo prevede:
- che in nessun caso potrà diminuire il salario dei lavoratori percepito alla data del 31.12.2010;
- che a tale scopo per l’applicazione delle fasce di merito (25, 50, 25) potranno essere utilizzate solo le eventuali risorse aggiuntive previste dalla legge Brunetta (133/2008) all’art. 61 coma 17 (il cosiddetto “dividendo dell’efficienza” che nessuno ha mai visto) .
Ora, che di fronte al blocco delle retribuzioni per 4 anni sancito dalla legge 122/2010 (Legge di stabilità), al blocco dei rinnovi contrattuali per 3 anni, al licenziamento di decine di migliaia di precari che garantiscono servizi essenziali nella pubblica amministrazione, questi pseudo sindacati ci vengano a dire che hanno ottenuto “che i salari non diminuiranno” ci pare veramente un’offesa all’intelligenza dei lavoratori.
Tralasciamo commenti sulle altre “grandi conquiste”: l’accordo prevede commissioni paritetiche nazionali - cioè nuovi carrozzoni inutili e dispendiosi - per l’attuazione della riforma Brunetta (invece di contrastarla, rivendicano la sua attuazione !!!) ed un impegno del governo a stipulare un contratto sulle relazioni sindacali (buona occasione anche per tagliar fuori le organizzazioni scomode e conflittuali).
I lavoratori devono dire basta ad accordi firmati sulle loro teste: da quanti anni i sindacati confederali non vengono nelle assemblee per sottoporre al giudizio dei lavoratori accordi che riguardano le loro vite e non qualche burocrate sindacale inamovibile ?
Di fronte a queste manfrine, oggi, ancor più che ieri, è fondamentale aprire una stagione per rinnovare i contratti nazionali nel pubblico impiego.
“VOGLIAMO IL CONTRATTO” dovrebbe divenire, a nostro avviso, una parola d'ordine capace di coinvolgere tutti i lavoratori e le lavoratrici, organizzando assemblee in ogni posto di lavoro, per costruire dal basso una piattaforma contrattuale decisa e discussa da tutti i lavoratori e le lavoratrici. Assemblee in cui si discuta, si confrontino proposte, si raccolgano idee, si torni ad essere protagonisti.
Una piattaforma che a nostro avviso, giusto per cominciare ad entrare nel merito delle problematiche che ci riguardano, dovrebbe e potrebbe contenere almeno i seguenti obiettivi:
• aumenti dello stipendio base che recuperino gli incrementi reali del costo della vita;
• applicazione dei medesimi diritti e del medesimo salario ai lavoratori assunti con contratti a tempo determinato o altre tipologie contrattuali;
• stabilizzazione di tutti i lavoratori precari;
• abrogazione degli “arresti domiciliari” e ripristino delle normali fasce di reperibilità durante la malattia;
• abrogazione delle norme che prevedono l’aumento dell'età pensionabile a 65 anni per le donne dipendenti della pubblica amministrazione;
• sblocco del divieto di assunzione;
• ripristino dei passaggi verticali e regolarizzazione delle mansioni superiori, svolte ormai senza alcun riconoscimento;
• trasformazione del premio incentivante in una 14 mensilità erogata in forma stabile.
A.L. COBAS CUB
PUBBLICO IMPIEGO