Intesa del 4 febbraio 2011 sindacati-governo: Confedir non firma
Anief sostiene la scelta della Segreteria confederale. Il metodo Marchionne non può essere applicato alla Scuola. Bisogna difendere le prerogative sindacali e tutelare i diritti dei lavoratori.
A differenza di CISL, UIL, CIDA, CONFASAL, UGL, USAE, la CONFEDIR - a cui aderisce l’Anief nel settore pubblica amministrazione, non ha sottoscritto l’intesa per la regolazione del regime transitorio conseguente al blocco del rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro nel pubblico impiego.
Già l’Anief ha denunciato come illegittimo il decreto legislativo 150/2009 che ha rinviato per un triennio, con un eccesso di delega, le elezioni RSU e ha prorogato oligarchicamente la rappresentatività delle stesse sigle che hanno sottoscritto l’intesa del 4 febbraio 2011. Dopo due anni, infatti, ancora non sono state concordate le regole per la nuova contrattazione e per la definizione dei nuovi comparti e delle nuove aree, in un regime di proroga che allontana l’amministrazione dai lavoratori.
Più volte abbiamo criticato la scelta del ministro Gelmini di affidare alla sperimentazione l’introduzione di un meccanismo di premialità per il personale della Scuola, senza convocare gli stati generali o tutte le associazioni professionali e sindacali, per non parlare di una consultazione sistematica nelle scuole.
Abbiamo tuonato contro il blocco dei contratti, per la palese violazione degli articoli 1-4, 35-36, 39 della Costituzione, abbiamo assistito, increduli, nella lettura del cedolino unico di gennaio, alla proroga per un biennio degli anni utili alla maturazione degli scatti di anzianità.
Ora, mentre il MIUR con le note prot. n. 459 del 20 gennaio e n. 613/RU/U del 26 gennaio 2011 si avvia a registrare l’anagrafe delle professionalità docenti attraverso il portale SIDI in vista della nuova riforma meritocratica, apprendiamo, attoniti, che il Governo con il placet di alcune organizzazione sindacali appositamente scelte, vorrebbe sostituire pure ogni automatismo stipendiale - laddove i stipendi dei docenti della scuola italiana sono in media di 6.000-7.000 euro inferiori a quelli dei colleghi europei -, con un fantomatico quanto aleatorio meccanismo meritocratico, in deroga a quanto sottoscritto con le parti sociali negli ultimi cinquanta anni.
Ha fatto bene la CONFEDIR a non firmare. Nel frattempo, l’Anief impugnerà il blocco degli scatti e del contratto collettivo, perché così non ci sarà bisogno di alcun regime transitorio.
nte al ricorso (il cui costo non supererà 100 euro), secondo istruzioni specifiche.