Dirpresidi Sicilia: sospesa procedura DM 2/11

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Dirpresidi Sicilia: sospesa procedura DM 2/11

Messaggiodi edscuola » 22 gennaio 2011, 8:55

Palermo, lì 21/1/2011

Al Direttore Regionale e Ai Sigg. Dirigenti degli UFFICI DIRIGENZIALI
dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia
DIREZIONE GENERALE - VIA G. FATTORI, N. 60 – 90146 PALERMO

Ai Sigg. Dirigenti degli UFFICI TERRITORIALI USP PROVINCIALI SICILIA
dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Sicilia
L O R O S E D I

Ai Sigg. Dirigenti Scolastici delle SCUOLE ed
ISTITUTI di ogni ordine e grado della Regione Sicilia
L O R O S E D I

Alle OO.SS. Siciliane dell’ Area V della dirigenza scolastica ANP-CGIL-CISL-UIL-SNALS
L O R O S E D I


Oggetto:

PROCLAMAZIONE DELLO STATO DI AGITAZIONE DI TUTTI I DIRIGENTI SCOLASTICI DELL’AREA V IN SICILIA,
VERTENZA DEI 426 PRESIDI VINCITORI DEL CORSO-CONCORSO DEL 2004

L’ Organizzazione Sindacale Dirpresidi/Sicilia/Confedir dell’Area V della dirigenza scolastica, accreditata al MIUR e all’USR e riconosciuta dall’ARAN con codice SM7,
Considerato che a seguito del comunicato del Direttore Generale del MIUR Luciano Chiappetta, , con propria nota AOODGPER 457/2011, ha sospeso la procedura di cui al D.M. n. 2/2011, esecutiva della Legge 202; comunicato ripreso dall’USR Sicilia con provvedimento dell’USR del 20.1.2011 e diffuso per posta elettronica F.to Maria Pirajno Direttore Coordinatore
Considerato che la sospensione in questione determina una gravissima e pesantissima situazione di danno grave e irreparabile in capo ai 426 presidi, già convocati per la prova scritta;
Considerato che la sospensiva della procedura amministrativa, già avviata, avviene che a seguito dell'accoglimento da parte del presidente del CGAR Riccardo Virgilio di istanze cautelari, presentate da alcuni ricorrenti, e in attesa delle successive determinazioni di questo Ministero;
Considerato che un’ordinanza del presidente Virgilio Riccardo, in palese conflitto con tutte le altre istituzioni dello Stato, a cominciare dal Parlamento, che ha legiferato in materia, con la promulgazione da parte del Presidente della Repubblica, non può interrompere una procedura amministrativa che afferisce a una legge e che quindi la stessa ordinanza andava ricusata per palesi vizi di legittimità, per eccesso di potere e incompetenza, alla luce anche del fatto che una legge può essere solo cassata da un pronunciamento esplicito della Consulta; e quindi i suoi decreti attuativi sono fuori dalla giurisdizione de quo;
considerato che il MIUR ha sempre disapplicato ordinanze e pronunciamenti della magistratura amministrativa che tendevano ad ostacolare la gestione del personale; basti ricordare che nell’ultimo anno il MIUR è stato commissariato ben 14 volte dai precari ricusando sistematicamente ogni pronunciamento senza che mai cedesse alle imposizioni dei TAR o del Consiglio di Stato;
considerato che l’Amministrazione centrale e periferica del MIUR ha il dovere di resistere anche e soprattutto in questo caso, contro quello che si configura come un incredibile e mostruoso abuso di potere e invadenza di prerogative istituzionali da parte di un singolo magistrato, che, invece di limitarsi a tutelare due docenti ricorrenti, peraltro già bocciate due volte, estende erga omnes gli effetti di una sentenza, in spregio ad una giurisprudenza consolidata, arrecando un danno grave e irreparabile a 426 incolpevoli vincitori di concorso, inventandosi un inesistente pregiudizio che l’effettuazione della procedura concorsuale arrecherebbe alle due docenti ricorrenti;
Considerato anche che il presidente del CGA, Virgilio Riccardo, approfitta del vuoto di potere che in questo momento attanaglia l’USR Sicilia che si trova acefala del proprio dirigente, e per questo in una situazione di pesante e perdurante difficoltà organizzativa logistica e strumentale; e per questo invade spazi e strutture su cui non potrebbe esercitare alcuna prerogativa;
Tutto ciò premesso
INVITA
L’Amministrazione a procedere nelle determinazioni prima assunte e cioè nella riconferma di quanto decretato in ordine allo svolgimento delle prove il 31 e 1 febbraio 2011;
Nel contempo si vede costretta a
PROCLAMARE
lo stato di agitazione di tutta la categoria dei dirigenti scolastici in Sicilia con lo scopo di rivendicare la applicazione immediata della legge n. 202, salvaguardando i diritti acquisiti dei 426 dirigenti scolastici e riconosciute loro dalla legge 202, che nessuno può limitare o circoscrivere se non la Corte Costituzionale.
La proclamazione dello stato di agitazione è stata attuata su mandato esplicito degli iscritti e dei patrocinati dalla Dirpresidi, i quali danno mandato contestualmente per l’attivazione delle procedure conseguenti e successive.
Si fa appello alle altre OO.SS. di manifestare solidarietà aderendo allo stato di agitazione.
Palermo 21.1.2011

Presidenza Regionale Dirpresidi Sicilia
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Rinnovazione procedura concorsuale per 426 presidi siciliani

Messaggiodi edscuola » 24 gennaio 2011, 8:18

La rinnovazione della procedura concorsuale per i 426 presidi siciliani «congelati» si terrà il 32 gennaio (avete letto bene), previa autorizzazione dell’azienda sanitaria locale!
E’ la battuta, ad un tempo felice e macabra, di uno dei malcapitati colleghi siciliani coinvolto nell’ennesima follia – questa sì – del Consiglio di giustizia amministrative della regione Sicilia.
Ora è il turno di un decreto del presidente del CGA Sicilia, dott. Riccardo Virgilio, del 18 gennaio 2011, talmente urgente da non aver potuto tollerare il tempo intercorrente tra il deposito del ricorso e la prima camera di consiglio utile per pronunciarsi sulla richiesta di sospensiva: ché, per le due ostinatissime ricorrenti, la prof.ssa Cucciniello Maria Antonietta e la prof.ssa Gugliotta Giuseppina, – sempre le stesse – ne deriverebbero «effetti irreversibili ed irreparabili».
Tali sarebbero – comunque pur sempre mancando, stricto iure, il requisito dell’attualità della lesione del c.d. bene della vita: ma si può qui ancora parlare di diritto? – quelli rivenienti dalla revisione delle loro prove scritte già sostenute.
Ed avrebbero, fondatamente, ragione perché – si suppone – perfettamente consapevoli del loro scarso pregio: essendo le prove della prof.ssa Cucciniello Maria Antonietta e della prof.ssa Gugliotta Giuseppina state già bocciate tre volte, è difficile ipotizzare un benevolo giudizio – così pare che pensino le ricorrenti – da parte della nuova commissione.
Sicché la prof.ssa Cucciniello Maria Antonietta e la prof.ssa Gugliotta Giuseppina si sentono più sicure se, azzerandosi l’intero concorso del 2004, potranno rifare il saggio e il progetto insieme a tutti i loro colleghi – i già vincitori ed immessi in ruolo, gli idonei e tutti gli altri bocciati – per contendersi i 426 posti, così resi nuovamente disponibili, e gli altri che, medio tempore, si sono aggiunti.
Chi si accosterà a queste righe presumibilmente avrà letto i nostri precedenti interventi sull’argomento e conoscerà il nostro giudizio su una vicenda che farà scuola – alla rovescia – per la futura giurisprudenza.
Perché non si era mai visto un annullamento con effetti erga omnes di una procedura concorsuale – supportata dal richiamo della giurisprudenza del Consiglio di Stato, che dice altro, se non l’opposto – che andasse ad incidere posizioni soggettive cristallizzate e perciò irreversibili in capo a chi il concorso l’aveva vinto, è stato immesso nei ruoli della dirigenza scolastica ed esercitato la relativa funzione senza mai essere incorso in valutazioni negative formalizzate in atti; peraltro mai evocato in giudizio, perciò impossibilitato a difendersi; nei cui confronti è stata financo disattesa l’istanza di opposizione di terzo.
Roba da far vacillare le nostre – a questo punto labili – cognizioni giuridiche, ma poca cosa rispetto allo stress accumulato (e alle sicure ingenti spese sopportate) dagli sfortunatissimi colleghi ai quali rinnoviamo la nostra piena solidarietà.
Pur tuttavia un encomio – l’unico – va senz’altro indirizzato ai supremi giudici amministrativi siciliani a cominciare dal presidente Riccardo Virgilio: se tutti i tribunali d’Italia mostrassero un decimo della loro solerzia , la giustizia sarebbe la più florida istituzione del nostro paese.
Per il resto rimaniamo allibiti, nell’essere stato annullato formalmente un atto amministrativo (cosa in sé astrattamente legittima), ma nella sostanza disattesa una legge del parlamento, la legge n. 202/10, di cui il d.m. 3-1-11 ne riprende la lettera per attuarne il comando, che esprime – legittimamente – la superiore volontà del popolo sovrano, alla quale soggiacciano – devono soggiacere – anche i giudici, a termine dell’art. 101 della nostra costituzione repubblicana.
Presumibilente – allo stato degli atti si può solo presumerlo – il CGA, su domanda delle ricorrenti, la prof.ssa Cucciniello Maria Antonietta e la prof.ssa Gugliotta Giuseppina, e se e quando si dovesse arrivare il merito, solleverà il giudizio incidentale di costituzionalità della citata legge 202/10, rimettendo la questione alla Corte Costituzionale che, essa sola, potrà statuirne l’infondatezza e/o l’irrilevanza per i fatti di causa.
Ma, per intanto, lo scopo sembra essere stato raggiunto.
Non possiamo dirci altrettanto allibiti – beninteso, se si ragiona sul piano strettamente formale – dal comportamento dell’Amministrazione, che subito si è allineata al provvedimento presidenziale dandovi esecuzione, ossia disponendo la sospensione delle prove scritte del 31 gennaio e del 1° febbraio 2011, fino a data da destinarsi.
Certo, i provvedimenti giurisdizionali, anche quelli interinali, vanno eseguiti dall’Amministrazione. Anche se la mancata esecuzione può dirsi tutt’altro che un evento raro.
Sono note le resistenze nel dare esecuzione ai numerosi provvedimenti giurisdizionali che hanno contrappuntato prima la riforma Moratti e poi la riforma Gelmini.
Meno note, ma non meno infrequenti, sono le mancate esecuzioni di provvedimenti giurisdizionali; per esempio ben quattordici sulle graduatorie dei docenti precari, se non abbiamo contato male, favorevoli all’ANIEF, che difatti ha ripetutamente commissariato il MIUR.
E qui si è trattato di una legge di stato, di cui si è fatto strame.
Nessuno ha niente da dire?
Soprattutto, non hanno niente da dire i sindacati dei dirigenti scolastici della pentiade cosiddetti rappresentativi?

Francesco G. Nuzzaci
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responsabile nazionale formazione dirpresidi
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