di edscuola » 17 dicembre 2010, 8:53
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte
Ufficio VIII Ambito Territoriale per la Provincia di Torino
Segreteria del Dirigente
Prot. n. 18855 C 17 a Torino 13 dicembre 2010
Circ. n° 662
Ai Dirigenti scolastici delle scuole di ogni ordine e grado della Provincia di Torino
Oggetto: Emergenza occupazione istituti scolastici
In relazione all'oggetto ritengo utile trascrivere parte della lettera che 202 dirigenti scolastici della
Sicilia, in rappresentanza delle 202 scuole associate all'ASASI, hanno scritto al Ministro dell’Istruzione ed
ad altre Autorità.
Si invita a porre particolare attenzione ai reati connessi alle occupazioni a quelli che sono i compiti
che ai capi di Istituto competono nell'esercizio delle funzioni legate allo specifico ruolo.
Di seguito la trascrizione della lettera dei Presidi della ASASI:
Esprimono grande preoccupazione per il crollo di autorevolezza delle istituzioni pubbliche, per il
clima di anarchia che si è creato in seguito a queste forme di lotta studentesche che nulla hanno a che vedere
col rispetto delle più elementari regole di democrazia, per i danni che già si sono verificati in alcuni casi al
patrimonio pubblico di arredi e di locali.
sono qui indicati i reati nei quali gli studenti, che occupano le scuole e impediscono l’attività didattica,
rischiano di incorrere:
· l’art. 340 c.p. che identifica l’interruzione di pubblico servizio: “Chiunque, fuori dei casi preveduti da
particolari disposizioni di legge, cagiona un’interruzione o turba la regolarità di un ufficio o servizio
pubblico o di un servizio di pubblica necessità è punito con la reclusione fino a un anno. I capi, promotori o
organizzatori sono puniti con la reclusione da uno a cinque anni.”
· l’art. 633 c.p. che identifica l’occupazione abusiva di edificio pubblico: “Chiunque invade arbitrariamente
terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di occuparli o di trarne altrimenti profitto, è punito, a
querela della persona offesa, con la reclusione fino a due anni o con la multa da euro 103 a euro 1.032. Le
pene si applicano congiuntamente, e si procede d'ufficio, se il fatto è commesso da più di cinque persone, di
cui una almeno palesemente armata, ovvero da più di dieci persone, anche senza armi”.
· l’art. 634 c.p. che identifica la turbativa violenta del possesso di cose immobili:
Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente, turba, con violenza alla persona o con minaccia,
l'altrui pacifico possesso di cose immobili, è punito con la reclusione fino a due anni e con la multa da euro
103 (lire duecentomila) a euro 309 (seicentomila). Il fatto si considera compiuto con violenza o minaccia
quando è commesso da più di dieci persone.
La riflessione riguarda il confine di principio esistente tra l’esercizio del diritto di riunirsi
pacificamente e di manifestare liberamente il proprio pensiero, previsto dagli articoli 7 e 21 della
Costituzione, e la lesione di diritti e di altri interessi derivanti da un’occupazione che interrompe il pubblico
servizio.
Evidenzia l’opportunità che i dirigenti scolastici non scendano a facili compromessi sul piano della
legittimità del rispetto delle norme, salvaguardando il numero minimo di presenze degli allievi nel corso
dell’anno scolastica previsto dalla legge per la validazione dell’anno scolastico.
I dirigenti scolastici sono pubblici ufficiali che non possono derogare dalla funzione esercitata e che
devono vigilare anche sul rispetto dei 200 giorni effettivi di lezione, recuperando eventualmente anche
quelli perduti ricorrendo alle pause natalizie o a quelle previste nel calendario scolastico. In ogni caso, i
dirigenti, in presenza di reati, sono tenuti a informare l’autorità giudiziaria.
Un richiamo infine agli operatori della scuola e alle istituzioni a privilegiare l’etica dell’impegno
per essere vicini agli allievi, al fine di stimolare il loro spirito critico e al tempo stesso indicare un percorso di
vita all’interno delle istituzioni e delle regole della vita democratica, cioè, come insegnava Don Milani a
offrire maggiori opportunità agli studenti.
Sia benvenuto il confronto costruttivo sui temi posti dalle riforme ministeriali, purché nell’ambito del
rispetto della didattica curriculare e della democrazia.
Con la speranza che quanto scritto dai Vostri colleghi siciliani possa essere di Vostra utilità, certo del
vostro senso di responsabilità, vi invito a esercitare con il massimo scrupolo il vostro ruolo di Dirigenti
scolastici.
Distinti saluti.
IL DIRIGENTE
Alessandro MILITERNO