IL DECRETO SALVA PRECARI SI RILEVA UNA TRUFFA
Il 9 Novembre, tra le 14:00 e le 17:00 i precari della scuola di Messina hanno effettuato un sit-in di protesta davanti alla sede provinciale dell’INPS per denunciare l’iniquo trattamento loro riservato a causa del c.d. “salvaprecari”. Il provvedimento, nato da una convenzione del Ministero dell’istruzione e del lavoro con l’INPS, è stato emanato per fronteggiare la situazione di emergenza prodotta dai tagli imposti da Tremonti alla Gelmini, ma in realtà ha prodotto l’effetto contrario alle intenzioni. Infatti i lavoratori a cui è destinato il provvedimento “salvaprecari”, invece di trarre benefici dall’accordo, sono penalizzati rispetto a lavoratori che godono di una comune disoccupazione ordinaria che l’INPS riserva a chi abbia perso il posto di lavoro e di cui anche i lavoratori della scuola avrebbero goduto se non fosse intervenuto il Ministero a peggiorare la loro situazione; altro che “salva precari”!
Questo è ciò che sta accadendo in sintesi. Un lavoratore che perde il proprio posto di lavoro va all’INPS e fa la domanda per poter ottenere il sussidio di disoccupazione; l’INPS, dopo aver verificato l’esistenza dei requisiti amministrativi e contributivi, paga un’indennità di disoccupazione per 240 giorni (360 se il lavoratore ha un’età superiore ai 50 anni) su 365 giorni. I lavoratori della scuola che hanno avuto la sfortuna di essere inclusi negli elenchi prioritari del “salvaprecari”, per effetto del quale vengono sbattuti ora in una scuola ora in un’altra senza badare alla classe di concorso in cui hanno insegnato per anni (trattati come spicciola manovalanza, alla faccia della loro professionalità! – che cosa non si fa per 12 punti), non hanno garantiti neppure 240 giorni su 365, ma il loro periodo indennizzabile risulta di 240 giorni su un numero non precisato di giorni, ma di molto superiore ai 365; per il momento siamo arrivati a più di 460! Questo perché l’accordo presentato dal governo come portentoso e risolutivo, in realtà ancora l’INPS a non chiudere una pratica di indennità di disoccupazione aperta alla fine dell’ultimo contratto di lavoro dell’anno scolastico 2008-2009 (in genere 1 luglio 2009) e a calcolare a partire da quella data il periodo massimo indennizzabile di 240 giorni fino ad oggi (quindi più di 460 giorni). Siccome nel frattempo il Ministero non ha ancora comunicato all’INPS le modalità di trattamento delle pratiche aperte a partire dall’anno scolastico 2008-2009, l’INPS ha smesso di pagare i lavoratori che, anche se hanno maturato nel frattempo i requisiti per una nuova indennità ordinaria di disoccupazione, non possono chiedere che venga aperta loro una nuova pratica perché per l’INPS essi sono beneficiari (ironia della sorte!) di un altro trattamento di disoccupazione.
Ecco come il Ministro provvede a garantire al personale della scuola che per anni ha messo la propria professionalità a servizio della scuola pubblica, un adeguato trattamento per compensare l’estromissione dal mondo del lavoro! Invece di emanare un provvedimento che estenda i normali benefici dell’indennità ordinaria e superi i limiti dei 240 gironi che l’INPS normalmente destina ai lavoratori licenziati, magari con dei decreti in deroga che prevedano la prosecuzione dell’erogazione del sussidio allacciandosi all’ultimo giorno fin ora indennizzato per arrivare fino al termine della situazione di emergenza in cui versano i precari per effetto dei tagli alla scuola, il Ministro, oltre a danneggiarli, si fa beffa di loro (continua a sostenere di salvare i precari!).
Il sindacato UNICOBAS denuncia la situazione come inaccettabile e invita gli organi di stampa a dare il dovuto rilievo alla questione. Su segnalazione dell’Unicobas, l’On. Borghesi sta presentando un emendamento alla Legge di stabilità teso a sanare la situazione.
Stefano d’Errico (Segretario nazionale)