Un nuovo pronunciamento del CGA Sicilia, che interferisce in maniera inopportuna con l’iter parlamentare di risoluzione della vicenda della rinnovazione del concorso a preside del 2004 che ha visto positivamente esitare alla Camera dei deputati in sede legislativa il ddl “Siragusa” , rischia di accentuare un conflitto tra la magistratura isolana, pervicacemente attestata su posizioni insostenibili, e lo stesso Parlamento che ha bisogno di tempi più distesi imposti dal regolamento del Senato per varare e portare a compimento il varo del ddl.
La magistratura isolana che sfodera tempi biblici per esitare le sentenze sta dimostrando in questo caso uno zelo sospetto e inaspettato per inseguire in maniera incomprensibile una categoria intera di dirigenti dello Stato, che hanno avuto il solo torto di vincere un concorso e di vederselo annullato senza loro colpa e travalicando la consolidata giurisprudenza che vede limitati ai ricorrenti gli effetti dei pronunciamenti.
Il dilatarsi di questa vicenda poi rischia di produrre una spostamento temporale del futuro concorso ordinario, il cui bando subisce slittamenti continui in attesa appunto che si risolva la vicenda al Senato.
Insediare un Commissario magistrato per sostituirsi a un ufficio quale l’USR di Palermo significa non conoscere e non aver la minima cognizione del funzionamento di una macchina amministrativa che ormai è inceppata da parecchi anni, tra i sussulti della Regione e dello Stato ,invischiati in una operazione di federalismo dai contorni inquietanti. Nulla potrà fare un commissario esterno all’apparato burocratico se non procurare un effetto di rigetto, come quelli che si verificano nei trapianti tra organi incompatibili.
Il buon senso invece invitava e invita a sostenere l’unica via di soluzione che è quella parlamentare e che al Senato siamo sicuri possa mettere la parola fine entro questo mese.
Nessuno può pensare di chiudere la vicenda con colpi di mano di qualsiasi genere che si ritorceranno contro gli stessi promotori.
La scuola siciliana ha bisogno invece di stabilità e della riconferma definitiva sui loro posti di tutti i 416 dirigenti scolastici che, nonostante tutto, stanno dando prova di grande professionalità e dignità nel portare avanti senza infingimenti il loro prezioso lavoro a favore dell’utenza.
Ne sosterremo con ancor più forza le ragioni e le motivazioni, sino alla conclusione positiva in Senato.
Il vicepresidente nazionale della dirpresidi
Salvatore Indelicato