ANIEF: Stabilizzazione del personale precario

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ANIEF: Stabilizzazione del personale precario

Messaggiodi edscuola » 26 agosto 2010, 18:03

Il sindacato ANIEF risponde allo sciopero della fame dei tre precari di Palermo, lanciando una campagna per la stabilizzazione del personale precario.
Di fronte alla disperazione che spinge i tre colleghi precari di Palermo, con dignità e a rischio della propria salute, a continuare lo sciopero della fame, il sindacato ANIEF non soltanto da giorni esprime la sua solidarietà in via Praga (sede dell’ex provveditorato di Palermo) nei fatti, schierandosi al loro fianco, ma ha lanciato una campagna nazionale contro la precarietà nella scuola per ottenere la stabilizzazione del personale a tempo determinato con la diffusione di 50.000 volantini che riassumono i diritti dei precari.
200.000 docenti e ata - dichiara il presidente nazionale, Marcello Pacifico, oggi, davanti alla telecamera del TGR 3 regionale Sicilia - ogni anno con dedizione e professionalità sono chiamati, in qualità di supplenti dallo Stato, a lavorare nella scuola e a percepire anche dopo 20 anni di precariato lo stesso stipendio iniziale, spesso con un contratto di 10 mesi invece che si 12 mesi; eppure sono sempre lì ad assicurare la continuità didattica e il servizio scolastico alle nostre famiglie, a dispetto del legittimo diritto ad un’immissione in ruolo, come previsto dalla legislazione comunitaria e nazionale. Soltanto nella scuola italiana, infatti, si assiste ogni anno a questo mortificante balletto delle supplenze, ora pure ridotte dai 100.000 tagli della riforma Gelmini. E’ arrivato il momento che il Governo nazionale e regionale ponga fine a questo abuso che nel privato e negli altri settori della pubblica amministrazione non è consentito. Siamo pronti a rivendicare il diritto, in tutta Italia, alla stabilizzazione del personale precario perché soltanto così si assicura il diritto delle famiglie all’assegnazione per i propri figli di personale meritevole e il diritto dei lavoratori a una seria programmazione della propria vita familiare. Chiediamo al presidente Napolitano di intervenire anche in favore della Scuola oltre che per la FIAT. Il sindacato si rivolgerà, certamente, ai tribunali del lavoro per ottenere giustizia, dopo aver attivato le opportune conciliazioni per porre fine alla precarietà nella scuola e per evitare che in futuro si ripetano gesti così eclatanti di protesta contro una politica che svaluta l’istruzione e la conoscenza come elemento essenziale per lo sviluppo della nostra società, della nostra economia e della nostra identità.

Palermo, 26 agosto 2010
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Gelmini dichiara di rispettare le sentenze ma non a scuola

Messaggiodi edscuola » 26 agosto 2010, 18:04

Gelmini dichiara di rispettare le sentenze ma non nella scuola.
E poi difende chi le sentenze non le applica come nella FIAT. Almeno è coerente dopo quello che sta avvenendo con la questione coda-pettine nelle graduatorie.

Il ministro Gelmini dichiara in un’intervista al Corriere della Sera sulla questione Fiat-Stabilimento di Melfi che le sentenze vanno rispettate ma anche le aziende e giustifica la scelta di Marchionne di non fare entrare gli operai della Fiat reintegrati in servizio dal giudice. E come avrebbe potuto affermare il contrario dopo che ha dato il buon esempio nella gestione delle graduatorie ad esaurimento del personale precario: da brillante avvocatessa ha sostenuto in un’intervista pubblica, mai smentita, che i giudici sono chiamati a eseguire le leggi e non a interpretarle, ha festeggiato l’approvazione di un emendamento alla legge salva-precari che avrebbe dovuto bloccare il suo commissariamento, continua a impedire l’inserimento a pettine disposto dai giudici per più di 20.000 docenti nelle graduatorie di coda di tutta Italia, e ora dichiara che fanno bene i dirigenti FIAT a tutelare gli interessi dell’azienda a discapito del dispositivo della giustizia.
Non è un buon esempio educativo, né rende onore a chi ha giurato sulla costituzione oltre o è inserito nell’albo degli avvocati. Se almeno fosse coerente, avrebbe il coraggio di dichiarare che le sentenze non devono essere rispettate…, cambieremmo qualche articolo del nostro ordinamento ma almeno dormiremmo sogni tranquilla e non assisteremmo alla mortificazione quotidiana della giustizia e alla conseguente cattiva amministrazione della scuola e dell’università pubblica.
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