GILDA Padova: Alla fine dell'anno scolastico 2009/2010

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GILDA Padova: Alla fine dell'anno scolastico 2009/2010

Messaggiodi edscuola » 25 giugno 2010, 20:43

Padova, 25 giugno 2010

Per le Scuole del Veneto sono terminate il 9 giugno scorso le lezioni dell’anno scolastico 2009/2010: una chiusura d’anno difficile, vissuta dagli insegnanti all’insegna dell’amarezza per quanto hanno visto accadere nei mesi trascorsi, e delle crescenti preoccupazioni ed incertezze per il futuro.

Il futuro della Professione Docente, ridotta al rango di una impiegatizia, burocratica “copertura di ore di lezione”, piegata alla adesione a modelli pedagogico/culturali non condivisi e distanti, svilita anche economicamente da tagli e blocchi destinati ad aggravare la già cospicua distanza con i colleghi insegnanti degli altri Paesi dell’area OCSE.

Il futuro della Scuola Pubblica, ridimensionata nel ruolo, nelle risorse, nella fiducia presso l’opinione pubblica e le altre Istituzioni repubblicane.

La Gilda degli Insegnanti del Veneto ha dichiarato lo stato di agitazione per la conclusione dell’anno scolastico. Siamo anche noi, in molti Istituti comprensivi e in molti Istituti superiori, ad aver bloccato gli scrutini delle classi non terminali il 10 e 11 giugno (le date non si potevano cambiare, dobbiamo usare quelle scelte dai COBAS, perché le hanno indette per primi), abbiamo fatto saltare il calendario degli scrutini delle classi intermedie. Non è stato un vero “blocco”, per legge non possiamo.

Voleva essere una sottolineatura in rosso di una situazione drammatica.

Nel giorno della consegna schede o della esposizione dei quadri, in molte scuole, è stato consegnato ai genitori un volantino informativo sull’andamento dell’anno primo della riforma Gelmini e sulle prospettive per il prossimo anno.

Che fare? Non sembra questo il momento di chiedere grandi consonanze di tutti i Sindacati: alcuni di essi hanno difficoltà a difendere presso la loro base scelte di silenzio, o addirittura di assenso, dato a livello Nazionale.

Non è il nostro caso; quello che adesso pensiamo si debba fare è mettere insieme tutte le preoccupazioni, tutte le “disperazioni” degli Insegnanti, con le ansie delle famiglie per il futuro dei loro figli.

La riforma Gelmini e la manovra finanziaria ci toccano direttamente, noi siamo quelli a cui tutte e due le mani sono state messe in tasca, ce le stanno rivoltando le tasche, a noi! Ci troviamo stretti tra un progetto di ridimensionamento drastico, la RIFORMA, ed una ipotesi di MANOVRA finanziaria che pesa sui dipendenti della Scuola per più del doppio che su ogni altra categoria, con effetti di impoverimento per tutto il resto della vita lavorativa e poi sul periodo coperto da pensione.

Ma noi non vogliamo mettere in secondo piano il disastro che è e sarà la “riforma Gelmini”!

In un momento di “sacrifici” per tutti sembra passare in secondo piano che la riforma e la manovra colpiscono più duramente noi, LA SCUOLA, cioè quelli che hanno a che fare con il “futuro”, con la trasmissione e la difesa dei valori di convivenza civile e di cittadinanza, con la possibilità che le persone possano convivere, senza temersi; quelli, anche, cui è delegato il compito di dare a tutti una formazione di base che possa consentire a ciascuno lo sviluppo dei propri “talenti”.

In questo momento come Gilda degli Insegnanti, pur disperati per i costi della manovra, sentiamo più forte la necessità di fare una battaglia di Civiltà in favore della Scuola pubblica.

È vero che la manovra economica cui opporsi è iniqua e odiosa, ma se la consideriamo separatamente dalla riforma Gelmini può diventare agli occhi di tutti soltanto l’ennesimo taglio, un atto di equità sociale che penalizza questa volta i garantiti ad oltranza, gli statali.

E della Scuola? Della falcidie di 87.000 insegnanti in tre anni? Della ormai impossibilità di rispondere ai diversi bisogni degli alunni/studenti con risorse via via decrescenti? Di una riforma fatta a colpi di forbice e per la quale ad oggi sono note le ore da tagliare ma non i nuovi programmi/contenuti? Nessuno ne vuole parlare.

Se otterremo qualcosa dal passaggio parlamentare sulla manovra finanziaria non vogliamo che sia in cambio del silenzio sulla distruzione, la dismissione dell’ Istituzione Scuola.

Continueremo a parlare di ore perse, di risorse tagliate, di opportunità negate.

E a fare, a farci delle domande: È neutro tutto questo? È solo far quadrare i conti? A chi serve, prima di tutto, una Scuola pubblica di qualità, se non a chi non può permettersi alternative?

Siamo, noi Docenti, quelli a cui è stato messo sulle spalle un fardello che nessuno vuole e può più portare: formare le nuove generazioni, trasmettere valori e cultura.

Delegittimarci, e delegittimare la Scuola, è una cosa che immagina o non immagina un futuro?

Deve essere la società civile il nostro alleato adesso, sono i genitori pensosi del destino dei loro figli i nostri alleati.

Non sono tanti? Ce ne sono, e il lievito è sempre meno della farina.
il Coordinatore Provinciale della

F.G.U. - Gilda degli Insegnanti – Padova

Prof. Giorgio Quaggiotto
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