Dirpresidi/Confedir: salutari bacchettate
Il segretario generale CISL-SCUOLA della Puglia, prof. Roberto Calienno, con una lettera del 28.5.2010, ha segnalato al direttore generale dell’USR Puglia il comportamento antisindacale dei suoi dirigenti assegnati alla conduzione degli uffici territoriali, chiedendole di richiamarli «al rispetto delle regole nel merito delle comunicazioni istituzionali». Auspicando «che si sia trattato di un comportamento non premeditato ma solo superficiale», si riserva comunque «di intraprendere ulteriori azioni nelle sedi preposte». La lettera è partecipata, per conoscenza, alle organizzazioni sindacali regionali dell’area V: FLC-CGIL, ANP-PUGLIA, UIL-SCUOLA, SNALS-CONFSAL; delle cui determinazioni restiamo in palpitante attesa.
Stigmatizza, il prof. Calienno, l’aver i dirigenti territoriali diffuso «le modalità organizzative di indizione di assemblea sindacale in orario di servizio» della DIRPRESIDI, non rappresentativa della quinta area, pur essendo «risaputo che l’indizione di assemblea in orario di servizio è una prerogativa delle sigle rappresentative». In più «è stata utilizzata la rete intranet istituzionale del MIUR» per consumare un fatto di inconsueta gravità, consistente – nientepopodimeno – nell’aver (abusivamente) diffuso una comunicazione «che contiene giudizi lesivi circa l’azione negoziale delle sigle rappresentative dell’aria V».
Per parte nostra ci preme manifestare al prof. Calienno un profondo debito di riconoscenza, per averci fatto apprendere:
- che sono stati abrogati l’art. 39 della costituzione, afferente alla libertà sindacale quale principio generale, che resta garantita solo ai sindacati rappresentativi, nonché l’art. 2, che – di tutta evidenza – non fa rientrare nelle formazioni sociali in cui si svolge la personalità dell’uomo i sindacati, a meno che non siano rappresentativi. Dal che consegue la pari abrogazione dell’art. 1, legge 300/70 (statuto dei lavoratori), che certamente assicura l’esercizio delle libertà sindacali, comprensive del proselitismo, ma sempre e solo se si è rappresentativi;
- che una semplice comunicazione di assemblea sindacale, come quella, censurata, degli uffici territoriali dell’USR Puglia – pure derubricabile in un atto di mera cortesia – è idonea «ad impedire o limitare l’esercizio della libertà e della libertà sindacale [dei sindacati rappresentativi] »: in ciò concretizzandosi, per l’appunto, ex art. 28, legge 300/70, citata, un comportamento antisindacale;
- che l’aver noi definito «contratto della vergogna» quello appena siglato congiuntamente da tutti e cinque i sindacati rappresentativi, nel senso che prende per i fondelli una dirigenza, quella scolastica, decretandone e replicandone – almeno per i prossimi tre anni – lo status di «figlia di un dio minore», integra astrattamente gli estremi di reato, siccome recante «giudizi lesivi circa l’azione negoziale delle sigle rappresentative dell’aria V»;
- che anche i dirigenti scolastici, così come per il personale della scuola – cui il prof. Calienno appartiene – esiste un codificato orario di servizio (di quante ore settimanali?) al cui interno c’è un monte ore (dieci, su base annua?) da utilizzare per partecipare alle assemblee sindacali: purché indette dai sindacati rappresentativi, è ovvio; altrimenti si possono (forse) tenere solo nottetempo ed in qualche scantinato. Ma chiediamo troppo nel voler sapere chi ha scritto l’art. 15, primo comma dell’ancora vigente CCNL della quinta area? Dove si legge che «l’impegno di lavoro» – non l’«orario di servizio», egregio prof. Calienno – è organizzato autonomamente dal dirigente scolastico, circa i tempi e le modalità della propria attività, correlandola in modo flessibile alle esigenze della istituzione cui è preposto e all’espletamento dell’incarico affidatogli? Anche, putacaso, per partecipare ad assemblee di propri sindacati, che (ancora) rappresentativi non sono, ma – pensi un po’, stimato professore! – vogliano diventarlo?
Adesso, finalmente, comprendiamo il perché, in Puglia, sia stato sottoscritto un contratto integrativo regionale, il 30 aprile 2009, che ha potato le buste-paga dei dirigenti scolastici, regalando all’amministrazione oltre cento euro mensili pro-capite; salvo poi sorprendersi e mettersi a strillare per la gravità del fatto quando la stessa ha deciso di passare all’incasso, comprendendovi i relativi arretrati.
Ci dicono che questo è il «valore aggiunto» della confederalità!
Francesco G. Nuzzaci,
responsabile Dirpresidi/Confedir per la provincia di Lecce