Dirpresidi/Confedir Lecce: Salutari bacchettate

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Dirpresidi/Confedir Lecce: Salutari bacchettate

Messaggiodi edscuola » 2 giugno 2010, 10:10

Dirpresidi/Confedir: salutari bacchettate

Il segretario generale CISL-SCUOLA della Puglia, prof. Roberto Calienno, con una lettera del 28.5.2010, ha segnalato al direttore generale dell’USR Puglia il comportamento antisindacale dei suoi dirigenti assegnati alla conduzione degli uffici territoriali, chiedendole di richiamarli «al rispetto delle regole nel merito delle comunicazioni istituzionali». Auspicando «che si sia trattato di un comportamento non premeditato ma solo superficiale», si riserva comunque «di intraprendere ulteriori azioni nelle sedi preposte». La lettera è partecipata, per conoscenza, alle organizzazioni sindacali regionali dell’area V: FLC-CGIL, ANP-PUGLIA, UIL-SCUOLA, SNALS-CONFSAL; delle cui determinazioni restiamo in palpitante attesa.
Stigmatizza, il prof. Calienno, l’aver i dirigenti territoriali diffuso «le modalità organizzative di indizione di assemblea sindacale in orario di servizio» della DIRPRESIDI, non rappresentativa della quinta area, pur essendo «risaputo che l’indizione di assemblea in orario di servizio è una prerogativa delle sigle rappresentative». In più «è stata utilizzata la rete intranet istituzionale del MIUR» per consumare un fatto di inconsueta gravità, consistente – nientepopodimeno – nell’aver (abusivamente) diffuso una comunicazione «che contiene giudizi lesivi circa l’azione negoziale delle sigle rappresentative dell’aria V».
Per parte nostra ci preme manifestare al prof. Calienno un profondo debito di riconoscenza, per averci fatto apprendere:
- che sono stati abrogati l’art. 39 della costituzione, afferente alla libertà sindacale quale principio generale, che resta garantita solo ai sindacati rappresentativi, nonché l’art. 2, che – di tutta evidenza – non fa rientrare nelle formazioni sociali in cui si svolge la personalità dell’uomo i sindacati, a meno che non siano rappresentativi. Dal che consegue la pari abrogazione dell’art. 1, legge 300/70 (statuto dei lavoratori), che certamente assicura l’esercizio delle libertà sindacali, comprensive del proselitismo, ma sempre e solo se si è rappresentativi;
- che una semplice comunicazione di assemblea sindacale, come quella, censurata, degli uffici territoriali dell’USR Puglia – pure derubricabile in un atto di mera cortesia – è idonea «ad impedire o limitare l’esercizio della libertà e della libertà sindacale [dei sindacati rappresentativi] »: in ciò concretizzandosi, per l’appunto, ex art. 28, legge 300/70, citata, un comportamento antisindacale;
- che l’aver noi definito «contratto della vergogna» quello appena siglato congiuntamente da tutti e cinque i sindacati rappresentativi, nel senso che prende per i fondelli una dirigenza, quella scolastica, decretandone e replicandone – almeno per i prossimi tre anni – lo status di «figlia di un dio minore», integra astrattamente gli estremi di reato, siccome recante «giudizi lesivi circa l’azione negoziale delle sigle rappresentative dell’aria V»;
- che anche i dirigenti scolastici, così come per il personale della scuola – cui il prof. Calienno appartiene – esiste un codificato orario di servizio (di quante ore settimanali?) al cui interno c’è un monte ore (dieci, su base annua?) da utilizzare per partecipare alle assemblee sindacali: purché indette dai sindacati rappresentativi, è ovvio; altrimenti si possono (forse) tenere solo nottetempo ed in qualche scantinato. Ma chiediamo troppo nel voler sapere chi ha scritto l’art. 15, primo comma dell’ancora vigente CCNL della quinta area? Dove si legge che «l’impegno di lavoro» – non l’«orario di servizio», egregio prof. Calienno – è organizzato autonomamente dal dirigente scolastico, circa i tempi e le modalità della propria attività, correlandola in modo flessibile alle esigenze della istituzione cui è preposto e all’espletamento dell’incarico affidatogli? Anche, putacaso, per partecipare ad assemblee di propri sindacati, che (ancora) rappresentativi non sono, ma – pensi un po’, stimato professore! – vogliano diventarlo?
Adesso, finalmente, comprendiamo il perché, in Puglia, sia stato sottoscritto un contratto integrativo regionale, il 30 aprile 2009, che ha potato le buste-paga dei dirigenti scolastici, regalando all’amministrazione oltre cento euro mensili pro-capite; salvo poi sorprendersi e mettersi a strillare per la gravità del fatto quando la stessa ha deciso di passare all’incasso, comprendendovi i relativi arretrati.
Ci dicono che questo è il «valore aggiunto» della confederalità!

Francesco G. Nuzzaci,
responsabile Dirpresidi/Confedir per la provincia di Lecce
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LETTERA APERTA AL DOTTOR MARIO GUGLIETTI

Messaggiodi edscuola » 5 giugno 2010, 15:39

LETTERA APERTA AL DOTTOR MARIO GUGLIETTI

Egregio dottor Guglietti,
ci conosciamo indirettamente, tramite l’amico e collega Mino Rollo, coordinatore per la provincia di Lecce dei dirigenti scolastici aderenti alla Cisl-Scuola.
Le ho già indirizzato un mio commento di risposta all’incredibile lettera del segretario generale della Cisl-Scuola della Puglia, prof. Roberto Calienno, che minaccia di denuncia per comportamento antisindacale il direttore generale dell’USR Puglia e i suoi dirigenti degli uffici territoriali per aver questi diffuso – vogliamo dire per un mero, magari incauto, atto di cortesia? – le note della Dirpresidi/Confedir con cui sono state indette assemblee sindacali per la categoria, non già nottetempo ed in qualche nascosto scantinato, bensì alla luce del sole e “in orario di servizio”: ciò che è (sarebbe) vietato a un sindacato non rappresentativo. Note, tra l’altro, contenenti “giudizi lesivi circa l’azione negoziale delle sigle rappresentative dell’aria “quinta”: ulteriore, e non meno grave, elemento integrante la fattispecie del comportamento antisindacale siccome codificato nell’art. 28, legge 300/70; oltreché configurante un delitto di lesa maestà, meritevole di essere penalmente sanzionato. Laddove, a prescindere da ogni ipotetico giudizio sulla conoscenza delle norme fondamentali del diritto sindacale, si dimostra una oggettiva ignoranza del contratto della quinta area della dirigenza scolastica, che nulla statuisce in materia di partecipazione ad assemblee sindacali in orario o meno di servizio, per la semplice ragione che il dirigente non ha, propriamente, un “orario di servizio”, dovendo solo lo stesso – ai sensi dell’art. 15, CCNL vigente – organizzare autonomamente il proprio “impegno di lavoro”, in relazione alla complessiva responsabilità per i risultati, correlandolo in modo flessibile alle esigenze dell’istituzione cui è preposto e all’espletamento dell’incarico affidatogli.
Non si conosce il contratto della dirigenza scolastica. Ma si sottoscrivono, in nome e per conto della dirigenza scolastica, contratti – nel caso specifico sciagurati contratti integrativi regionali – con cui si legittima l’amministrazione a potare le retribuzioni di posizione nella parte variabile e di risultato (in Puglia ciò è avvenuto con il CIR del 30.4.09), per poi sorprendersi e mettersi a strillare – insieme ai colleghi firmatari degli altri sindacati rappresentativi – quando la stessa ha deciso di passare all’incasso, comprendendovi i cospicui arretrati.
Ma la principale ragione per cui Le scrivo riguarda l’ipotesi di accordo del 19 maggio u.s. Che a breve, dopo la consumazione delle consuete liturgie nelle varie assemblee provinciali in lungo e in largo la penisola, sarà formalizzata nel “nuovo” CCNL della quinta area della dirigenza scolastica.
Stia sicuro, dottor Guglietti, che l’adesione della categoria sarà massiccia. Crede Lei veramente possibile che, con questi chiari di luna, i sempre più depressi ed avviliti dirigenti scolastici possano solo pensare di correre il rischio – anche perché non mancheranno di certo coloro che glielo ricorderanno – di perdere le miserevoli cifre costituenti semplice traduzione monetaria dei tassi di inflazione programmati, unitamente al momentaneo sollievo arrecato – salvi colpi di mano dell’ultimora – dagli arretrati?
Ed ora la – non retorica – domanda. Che Le pongo nella sua qualità di responsabile nazionale della struttura di coordinamento della dirigenza scolastica per la Cisl-Scuola e, per Suo tramite, pongo al collega Carlini per la Flcgil: dopo il via libera della categoria consultata a tappeto, il ricorso a suo tempo approntato dagli studi legali Colnago e Mauceri per la perequazione interna e l’equiparazione retributiva, resta ancora in piedi o è destinato ad essere sepolto, per poi eventualmente resuscitare non prima del 2013, quando – e sarà la quarta volta! – le parti concordemente replicheranno “l’avvio di un ulteriore esame delle connesse problematiche e della definizione delle opportune soluzioni, nella direzione del suddetto riallineamento retributivo”?
Nel caso di auspicabile risposta affermativa, potrebbero ipotizzarsi le adesioni dello Snals e della Uil, sinora sul punto rimaste silenti? E magari – dato che da tempo tutti e cinque i sindacati rappresentativi della dirigenza scolastica marciano all’unisono – quella dell’ANP, nonostante abbia commissionato un parere al professore avvocato Franco Carinci, docente ordinario giuslavorista dell’Università di Bologna, nonché direttore della rivista “Il lavoro nelle pubbliche amministrazioni”; per vedersi, nella sostanza, confermata la propria precostituita e stravagante posizione, che “la questione della perequazione stipendiale, di natura squisitamente pattizia …, non può venire risolta per via giudiziaria, non suscettibile, per difetto di giurisdizione e per incompetenza, di essere affrontata e risolta da un giudice del lavoro”?
Al riguardo, per parte mia, Le rimetto l’allegato mio lavoro, pubblicato su www.edscuola.it, dal titolo “Sull’equiparazione retributiva della dirigenza scolastica: autorevoli pareri e prosaici fraintendimenti”.
E’ di un anonimo, semplice dirigente scolastico. Ma potrebbe esserLe utile, se non pecco di presunzione.

Cordialmente,
Francesco G. Nuzzaci
responsabile della Dirpresidi/Confedir per la provincia di Lecce
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