La manovra in pillole (anzi in supposte).
Con la firma del di oggi è stata varata una manovra finanziaria “equa”, con la quale si chiede il sacrificio di tutti per risanare i dissestati conti dello Stato e per non finire come la Grecia.
Naturalmente, a fare la parte del leone in termini di sacrifici, sono stati chiamati i dipendenti pubblici, che rappresentano la categoria che più ha contribuito al dissesto del bilancio, mentre sono state risparmiate le categorie che con il loro comportamento virtuoso, hanno contribuito a rendere meno drammatica la situazione, ovvero evasori fiscali, politici e amministratori privilegiati, corrotti, corruttori, malversatori, consulenti dalle dubbie competenze, beneficiari di stanziamenti a fondo perduto eccetera, cioè tutti coloro che negli ultimi quarant’anni, hanno utilizzato le casse dello Stato come un bancomat, per arricchirsi personalmente, se non per pagarsi nani, pupe, ballerine e zoccole. Intanto il figlio del Presidente del Consiglio, signor Piersilvio Berlusconi, ha anticipato nei giorni scorsi la sua parte di sacrificio, varando un mega-yacht da 18 milioni di euro.
Ma vediamo in pillole (anche se sarebbe il caso di parlare si supposte) quali sono gli aspetti della manovra che riguardano il pubblico impiego e, in particolare, i docenti italiani.
- Blocco dei contratti. Per il triennio 2011-2013 le retribuzioni non possano superare il trattamento in godimento nell’anno 2010. Ciò si traduce in una compressione del potere d’acquisto delle retribuzioni del 4,5% ufficiale (se si considera un tasso d’inflazione dell’1,5% all’anno) e del 10% reale, tenendo conto dell’ormai consueto e macroscopico scostamento tra inflazione ISTAT e inflazione reale.
- Decurtazione delle retribuzioni più elevate. Per i dipendenti pubblici con retribuzione compresa tra 90 e 150mila euro, taglio del 5% per la parte eccedente i 90mila euro e del 10% per la parte eccedente i 150mila euro. Questa parte della manovra, per la verità, non interessa la stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici, che a stento raggiungono un reddito annuo di puro sostentamento.
- Contratti 2008-2009. Anche gli adeguamenti retributivi relativi al biennio economico 2008-2009 vengono rimessi in discussione, almeno per quella parte di adeguamento superiore al 3,2%. Tradotto, significa che se ad esempio l’ultimo contratto, ha comportato aumenti retributivi superiori al 3,2%, la parte eccedente sarà cancellata, con riduzione della retribuzione e restituzione della parte eccedente già corrisposta.
- Sostegno. Per l’anno scolastico 2010-2011, viene confermato lo stesso numero di docenti di sostegno previsti per l’anno scolastico 2009-2010. Purtroppo non è contemplato dalla manovra, che il numero allievi diversamente abili si mantenga invariato anche per il prossimo anno.
- Vacanza contrattuale. Unica concessione della manovra ai dipendenti pubblici è la corresponsione, per il biennio 2010-2011 dell’indennità di vacanza contrattuale, ovvero di pochi euro lordi al mese.
- Scatti. Per il personale della scuola viene cancellata la progressione di carriera per gli anni 2010, 2011 e 2012. In pratica, ai fini degli scatti di anzianità, questi anni non esisteranno più. Questa disposizione, che si traduce in una vera e propria estorsione ai danni dei dipendenti della scuola, comporterà per tutti un danno economico di qualche migliaio di euro, eccezion fatta per quei dipendenti che andranno in pensione entro l’agosto del 2012, senza aver maturato nel frattempo alcuno scatto stipendiale.
- RPD e CIA. La Retribuzione professionale docente e il compenso il compenso individuale accessorio del personale ATA, saranno oggetto di contrattazione tra le parti al termine del triennio 2010-2012. Salviamo quindi queste poche decine di euro fino al 2012 e forse li manterremo, ma solo se Bonanni e Angeletti non ci “rappresenteranno” al tavolo delle trattative.
- Buonuscita a rate. Non riguarda il personale della scuola, per cui il TFS/TFR è sicuramente inferiore ai 90mila euro, ma per i dirigenti dello stato si prevede una rateizzazione in due tranche per importi compresi tra 90mila e 150mila euro e in tre tanche oltre i 150mila euro.
- Dal 2011 tutti in TFR. A decorrere dal 2011, tutti i lavoratori della scuola saranno assoggettati al regime del TRF, per la parte di trattamento maturato dopo tale anno. Ciò comporterà un ulteriore salasso di qualche migliaio di euro, nel momento di andare in pensione.
Questi sono i provvedimenti della manovra “equa” per salvare il paese dalla bancarotta. Questi sono i sacrifici che vengono richiesti ai dipendenti pubblici e in particolare ai docenti della scuola italiana. Certo è che se non c’è un risveglio di coscienza sociale, se le sorti del paese vengono lasciate alla mercé di questa classe dirigente e di “rappresentanti” dei lavoratori come Bonanni e Angeletti, di “supposte” come queste dovremo abituarci ad assumerne molte.
31 maggio 2010 - Riccardo Princi – Professione Insegnante