CISAL SCUOLA: CONSIGLIO NAZIONALE CATANIA

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CISAL SCUOLA: CONSIGLIO NAZIONALE CATANIA

Messaggiodi edscuola » 22 maggio 2010, 8:07

LA CISAL SCUOLA S’INTERROGA! CONSIGLIO NAZIONALE CATANIA
“i dipendenti pubblici-la scuola i pensionati hanno già pagato i mali e gli errori commessi dai nostri politici”.


Si sono conclusi il giorno 16 maggio 2010 i lavori del Consiglio Nazionale della CISAL SCUOLA tenutosi presso l’Hotel 900 di Catania.

“Presente e futuro nella strategia politica sindacale della Cisal Scuola”. Questo è lo slogan coniato per i lavori del Consiglio Nazionale, coordinati e introdotti dal prof. Elio Chiappetta.
La relazione del Segretario Generale prof. Raffaele Di Lecce - apprezzata e condivisa dal Consiglio Nazionale - è stata oggetto di riflessione e di spunti utili al dibattito.

La Cisal Scuola punta ad un forte decentramento sul territorio, facendo leva sul prezioso patrimonio di esperienze e di risorse umane che sono presenti nell’organizzazione. In un processo di grande trasformazione della società civile, in cui le istituzioni pubbliche assumono un ruolo importante, la Cisal Scuola è pronta a svolgere il proprio ruolo per il rilancio dell’occupazione, dello sviluppo, dell’economia e del lavoro.
Il passaggio dei poteri dal centro alla periferia diventa un banco di prova per un vero cambiamento, per cui anche il sindacato necessita di una trasformazione profonda. Una trasformazione che, fermo restando la sua ‘natura storica’, gli consenta di passare ad un funzione fortemente progettuale e propositivo.

Non abbiamo ancora digerito la circolare del Miur che ha previsto il taglio di 25.558 posti, la maggior parte dei quali (22.000 circa) da realizzare in organico di diritto ed i rimanenti (3.600 circa) nel successivo organico di fatto. Una politica di decurtazioni che respingiamo fortemente e che, a nostro parere, risulta essere penalizzante per la scuola statale, soprattutto nelle Regioni del Sud, dove il calo demografico si fa sentire in modo più consistente, con conseguente perdita di posti di lavoro soprattutto dei precari.

Come se non bastasse, ci troviamo di fronte a nuove prese di posizione e dichiarazioni del Ministro della Pubblica Istruzione, Mariastella Gelmini, relative alla proposta di riforma scolastica avanzata dal Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni.

La Cisal Scuola non può condividere un sistema scolastico regionalizzato che pone vincoli di accesso al personale esterno ad una specifica Regione e che preveda il reclutamento del personale per chiamata diretta da parte degli istituti. La scuola è prerogativa nazionale, per cui le richieste avanzate dalla Lega trovano la Cisal Scuola pronta ad una forte opposizione.
La convinzione che si possano mettere in atto sistemi d’istruzione regionali differenziati, che andrebbero inevitabilmente a penalizzare ancora di più il personale precario, ci lascia a dir poco esterrefatti.

Condividiamo la necessità di dare stabilizzazione agli organici, ma bisogna ricercare strumenti più idonei a garanzia sia degli studenti che del personale della scuola.

La proposta più sensata è quella di bandire urgentemente i concorsi pubblici su base nazionale. Prevedendo nel frattempo la possibilità di conferire incarichi più a lungo termine.
Il primo maggio, la Cisal ha festeggiato proprio nella capitale del mezzogiorno d’Italia, Napoli, l’uguaglianza come uno dei diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione.
Un valore caratterizzante l’ossatura della nostra democrazia e che ci spinge a lottare contro ogni forma di disparità e di diseguaglianza.

“Ci preoccupa molto” - si legge nella relazione del segretario generale prof. Raffaele Di Lecce – “quanto sta avvenendo in queste ore in relazione alla manovra economica che il Governo si appresta a varare. I dipendenti pubblici, la scuola hanno già pagato i tanti errori per i mali commessi da decenni nei confronti del personale della scuola. Un momento di grande difficoltà del sistema scolastico italiano, dovuto in parte, alla politica indiscriminata dei tagli fatta dal Governo, che deve vedere tutti i sindacati, autonomi e confederali uniti.

Bloccare la contrattazione del pubblico impiego vuol significare che le retribuzioni dei dipendenti pubblici arretreranno ancora rispetto al costo della vita. Dipendenti e pensionati non possono sostenere gli errori fatti dalla classe politica, con la sterminata massa di sprechi e di furberie, che stanno portando il Paese al collasso.

Ecco perché attenderemo cosa farà il Governo nei prossimi giorni.

Con l’augurio che il potere politico, non sacrifichi ancor di più i dipendenti pubblici e la scuola. I sacrifici vanno distribuiti in modo equo, tenendo conto di chi ha già dato e continua a dare.
Riteniamo - conclude il segretario generale Di Lecce - che ogni eventuale riforma vada affrontata tenendo come linee guida la giustizia sociale e la parità di diritti. Solo in questo modo potrà realizzarsi una più salda coesione sociale ed economica. Si tratta di principi che rappresentano le pietre angolari posate per costruire una società più armonica, autenticamente democratica e proiettata in un futuro di serena convivenza e benessere.

Animati da queste motivazioni, confidiamo perciò in interventi tesi ad eliminare gli sprechi, a colpire gli evasori fiscali, le attività improduttive, a limare dei grossi burocrati e a coloro che dallo Stato continuano a pompare denaro come molti politici improduttivi e inconcludenti.

Quindi, questa volta, si cambi metodo e si vada a prendere da chi ha troppo e da chi non paga le imposte lasciando in pace i lavoratori ed i pensionati
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