DOSSIER SCUOLA
Dalle riforme ai tagli,
In Italia come a Bari
LA SCUOLA MERITA DI PIU’
LA SCUOLA MERITA DI PIU’
Purtroppo non è uno slogan, ma una amara considerazione, la ragione che ci spinge a scendere in piazza da soli, per un'iniziativa tutta sindacale come è nello stile della Confederazione, con l'obiettivo di rilanciare una vertenza a cui il Governo deve dare risposte concrete. E' questo il significato della manifestazione nazionale del prossimo 31 ottobre organizzata da Cisl Scuola e Cisl in piazza Bocca della Verità a Roma.
LA MANOVRA, I TAGLI
Tre i punti fermi della vertenza: cambiare la manovra perché i tagli sono insostenibili, assicurare risorse per il rinnovo del contratto in modo da valorizzare il lavoro del personale e stabilizzare il lavoro dando risposta al problema del precariato con la copertura dei posti vacanti e disponibili. La scuola non riesce a reggere l'urto delle misure del Governo: i plessi sono sovraffollati e non sicuri, le aule non sono vivibili, il personale amministrativo del tutto insufficiente non solo per svolgere i compiti di sorveglianza, assistenza e pulizia ma addirittura per aprire gli istituti scolastici la mattina.
Le classi diminuiscono, gli alunni aumentano. Cresce il rapporto alunni docenti. Questi i numeri in Puglia: 1.230 docenti scuola primaria in meno; 1.173 docenti della secondaria di primo grado, 1.243 docenti della secondaria di secondo grado in meno in organico di diritto, più ulteriori 354 tagli in organico di fatto.
Quello del personale Ata è una drammatica emergenza. Dei 44.500 tagli decisi dalla manovra, 30 mila sono gli ex bidelli. In Puglia i collaboratori scolastici in meno sono ben 884. A questi si aggiungono i 242 assistenti amministrativi e i 144 assistenti tecnici in meno.
Per non parlare del sostegno, dove il diritto allo studio degli alunni diversabili risulta, in alcuni casi, gravemente affievolito.
E il prezzo più grande di questi tagli li paga Bari se si considera che almeno un buon 40% dei numeri sopra riportati sono dati dalla nostra Provincia.
E poi c'è il problema dei precari. Nel complesso delle graduatorie si parla di diverse centinaia di migliaia di persone. Chiedere di risolvere il problema per tutti e subito è improponibile. La Cisl chiede di confrontarsi, aprire un tavolo e trovare soluzioni possibili e appropriate. Non servono demagogie e populismi. Si dovrebbe iniziare dai posti vacanti e disponibili che riguardano 30 mila docenti e 73 mila Ata. Per il prossimo anno 40 mila persone andranno in pensione: è necessario che il governo assicuri la copertura e il turn over.
LA SCUOLA NON PUO’ VIVERE SULLA PRECARIETA’
STABILIZZARE IL LAVORO
Vogliamo stabilizzare il lavoro, senza banalizzare la complessità di una questione che investe centinaia di migliaia di precari, ma convinti che si possa e si debba fare molto, ma molto di più: tutti i posti vacanti devono essere coperti con assunzioni stabili.
Il piano varato con la Finanziaria 2007, dopo un positivo avvio che ha visto l’assunzione di 50.000 docenti nell’a.s. 2007/08, è stato disatteso l’anno seguente dallo stesso Governo che l’aveva proposto, per essere ripreso in modo parziale e insufficiente dall’attuale Governo, mentre si avviava contestualmente una pesante politica di taglio degli organici.
Nonostante tutto esistono margini per fare di più sia per il personale docente sia, soprattutto, per il personale ata, nel cui settore la percentuale di lavoro precario è eccezionalmente elevata.
Chiediamo una verifica e un rilancio del piano di assunzioni; chiediamo interventi che consentano di superare le tensioni e il contenzioso sulle graduatorie, con regole certe, trasparenti, eque.
PRECARIATO,
LE DIMENSIONI DEL PROBLEMA
Con l'ultimo aggiornamento, e detratti coloro che sono stati immessi in ruolo negli ultimi tre anni,
risultano attualmente inseriti nelle graduatorie ad esaurimento del personale docente
305.000 aspiranti, di cui però 55.000 sono già di ruolo in altro tipo di posto o in altra provincia.
I precari veri e propri sono quindi 250.000, dei quali, tra ata, docenti ed educatori, quasi 16.000 in provincia di Bari, anche se c’è da dire che di questi moltissimi non hanno avuto neanche un giorno di supplenza. un numero comunque molto alto se raffrontato ai posti
oggi disponibili. E' quindi più che mai urgente una politica di stabilizzazione del lavoro,
ma non esistono soluzioni facili per un problema che nessuno può banalizzare o affrontare in modo demagogico.
i docenti non di ruolo della provincia di BARI che, in occasione delle operazioni di nomina per l’a.s. 2009-2010, non hanno ricevuto alcun incarico e che sono interessati al suddetto provvedimento ministeriale sono:
Tipologia della Scuola
SCUOLA ELEMENTARE Posti Comuni -189
SCUOLA ELEMENTARE Sostegno -3
SCUOLA DELL'INFANZIA Posti Comuni 8
SCUOLA DELL'INFANZIA Sostegno -122
SOSTEGNO SCUOLA MEDIA I GRADO (AD00) -85
SOSTEGNO SCUOLA MEDIA II GRADO (AD01) -16
SOSTEGNO SCUOLA MEDIA II GRADO (AD02) -13
SOSTEGNO SCUOLA MEDIA II GRADO(AD03) -9
SOSTEGNO SCUOLA MEDIA II GRADO (AD04) -10
SCUOLA MEDIA I e II GRADO -121
IL LAVORO NELLA SCUOLA DEVE ESSERE VALORIZZATO
RISORSE PER RINNOVARE IL CONTRATTO
Vogliamo le risorse necessarie per un contratto che deve non solo tutelare il potere d’acquisto de salari, ma ancor di più valorizzare adeguatamente il lavoro nella scuola, reso nel frattempo ancor più gravoso e difficile.
Quanto guadagna il personale della scuola? Dipende ovviamente dalla qualifica e dall’anzianità di servizio.
Queste le cifre, mensili nette, di un lavoratore senza carichi di famiglia:
- il collaboratore scolastico neo assunto guadagna meno di 950 euro al mese, a fine carriera – 35 anni – arriva a 1.200 euro;
- il docente di scuola primaria ad inizio carriera percepisce 1.250 euro per arrivare, dopo 35 anni, a 1.750 euro;
- il docente delle secondarie di II grado parte da 1.300 euro e arriva, sempre dopo 35 anni, a 1.950 euro.
E’ una situazione che vede ancora la scuola italiana in grave ritardo rispetto all’obiettivo di un allineamento alle media retributiva europea.
Secondo gli ultimi dati OCSE (“Uno sguardo sull’educazione – 2009”) i docenti della scuola primaria guadagnano a inizio carriera 3.742 dollari meno della media retributiva OCSE, ma lo scarto - in negativo - a fine carriera giunge a 10.982 dollari.
Lo stesso differenziale si registra, in proporzione, sugli altri ordini di scuola.
E’ sempre l’OCSE a evidenziare come in Italia la percentuale di spesa pubblica destinata all’istruzione sia inferiore a quella degli altri Paesi (10% contro il 13% della media OCSE); spendiamo un po’ di più in rapporto al PIL (+0,3 rispetto al 1995), attestandoci però su una quota (4,9%) anche in questo caso inferiore alla media OCSE, che è del 6,1%.
LA SCUOLA MERITA DI PIU’. Purtroppo non è uno slogan, ma una amara considerazione, si diceva, e lo dimostra il fatto che, al di là delle solite, inevitabili cassandre, i colleghi che chiedono di iscriversi alla Cisl scuola sono in crescita, segno evidente del bisogno di tutela, e non solo assistenza, che questa situazione sta generando. Un altro dato? Ben 7 pullman sono pronti a partire da Bari venerdì notte per raggiungere la capitale e rivendicare PIU’ risorse, PIU’ certezze, PIU’ vivibilità, insomma, PIU’ RISPETTO!
La Segreteria Provinciale