ANIEF: Comunicati 1 settembre 2009

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ANIEF: Comunicati 1 settembre 2009

Messaggiodi edscuola » 3 settembre 2009, 18:45

Riforme: inutile la nuova formazione iniziale. Regolamento da emendare.

ANIEF si appella al Parlamento e dice No al licenziamento dei supervisori. Ancora soltanto annunci dal Ministro Gelmini. Intanto parte il nuovo corso di Scienze della Formazione Primaria secondo le vecchie regole e rimangono bloccate SSIS, Accademie e Conservatori.

Da dieci anni i supervisori di tirocinio con i tutors accoglienti hanno spostato l’asse della formazione universitaria dal semplice sapere al sapere insegnare, cosicché i tanti rumori per l’epocale cambiamento invocati dal Ministero ricordano un’eco già forte che voleva trovare una sua realizzazione nell’esperienza delle Scuole di Specializzazione, come ha ricordato Giuseppe Savagnone, nella seconda pagina dell’Avvenire del 29 agosto 2009.
Quanto dichiarato in merito alle novità del nuovo regolamento appare più una messa in scena per i non addetti ai lavori con l’aggravante del licenziamento di più di 1.000 supervisori, che si sono distinti in questi anni per serietà e professionalità. Per il resto, a parte l’abolizione del nome SSIS e il passaggio di reggenza delle sue strutture, soltanto pochi erronei ritocchi: già nelle SSIS, infatti, il Tirocinio si è svolto direttamente nelle scuole e sempre alle SSIS si accedeva con un numero programmato in base al fabbisogno autorizzato dal MIUR e alla capacità gestionale degli Atenei, mentre anche per i sissini si favoleggiava un agevolato e immediato accesso al ruolo (oggi solo il 5% di essi è in cattedra). L’idea del potenziamento dell’insegnamento dell’inglese e delle nuove tecnologie nelle scuole primaria, certamente, trova tutti d’accordo ma quando visto la partenza del vecchio corso, mentre l’affermare di aver risposto alle esigenze richiamate dalle Associazioni professionali ci pone un dubbio sulla rappresentatività delle stesse e sulle competenze messe in campo per tale scopo, visti i deludenti risultati. Di certo, il tirocinio è ridotto rispetto al corso biennale SSIS, visto che le 475 ore sono comprensive dei tempi di apprendimento e di elaborazioni dei lavori, e lo stesso tirocinio ad oggi è servito per formare insegnanti che sanno insegnare ma che devono imparare a cambiare mestiere. Anche l’idea di affidare agli Uffici scolastici regionali compiti di controllo delle attività è mutuata dalle SSIS, dove un rappresentante supervisionava al regolare svolgimento degli esami di stato abilitanti e all’organizzazione dei corsi. La stessa ipotesi degli albi è rinviata a data da destinarsi e si autorizzano oggi come ieri le Università a individuare le scuole dove svolgere il tirocinio, compito fino a ieri degli ottimi supervisori collocati in semi-esonero. Il consiglio di corso di tirocinio appare una chimera mentre è incredibile che i dirigenti possano selezionare docenti da mettere in semiesonero senza che superino un pubblico concorso mandando a casa le professionalità oggi esistenti e già selezionate. I dottori di ricerca e i “precari della ricerca” potrebbero direttamente accedere in soprannumero come chi ha congelato la SSIS o ha intenzione di conseguire un’ulteriore abilitazione, mentre ancora è troppo poco precisato il giusto diritto dei precari storici a conseguire l’abilitazione.
Per concludere: non si evita l’autoreferenzialità denunciata per quanto riguarda l’Università, allorquando era stata la stessa presidenza della CodiSSIS a chiedere una valutazione annuale con criteri ben definiti da parte del Ministero che si è sempre rifiutato per paura di dover attestare lo stato di disoccupazione degli eccellenti corsisti. Non si evita la formazione del precariato perché non è previsto l’assorbimento di quello esistente che creerà evidenti conflittualità con i nuovi corsisti né è previsto un diverso numero programmato, totalmente slegato dal reclutamento. Di contro, si alimenta l’autoreferenzialità dei dirigenti che selezioneranno a loro piacere i tutors coordinatori, e delle università che gestiranno autonomamente i loro corsi senza che gli USR ormai depotenziati e in carenza di organico possano fare qualcosa. Infine, non si capisce perché si parte dalla coda e non dalla testa quando si afferma che con successivo decreto si stabiliranno le lauree magistrali relative al secondo ciclo dell'istruzione, per seguire il percorso di cambiamento del secondo ciclo e delle classi di abilitazione.
Chiediamo ai rappresentanti del popolo eletti in Parlamento di fornire pareri utile per cambiare questo regolamento, a partire proprio dalla valorizzazione dell’esperienza profusa in questi anni dai docenti supervisori e dai tutors presso le SSIS.
La scuola si cambia con il loro parere e non con la loro esclusione.

Il link
http://www.pubblica.istruzione.it/minis ... 0809.shtml


L’intervento del supervisore di tirocinio

La formazione dei nuovi docenti è stato uno dei temi “caldi” e non risolti del passato anno scolastico. In questo mese di Agosto Orizzonte Scuola ha riportato due interventi sull'argomento, quello di Max Bruschi (Consigliere del Ministro dell'istruzione, dell'Università e della Ricerca scientifica) del giorno 4 e quello dello stesso Ministro Gelmini del giorno 28. Entrambi gli interventi sono complessi. Sarebbe molto lungo e difficile rispondere ed analizzarli punto per punto. Per di più sarebbe anche inutile, perché,come ormai ben sappiamo questi interventi non servono ad informare o ad aprire un dibattito con i cittadini, ma soltanto a suscitare impressioni o emozioni: è più importante leggerli tra le righe.
Ad esempio si coglie che entrambi gli interventi si riferiscono in maniera forte al problema del precariato nella scuola. Evidentemente non erano le SSIS le responsabili del precariato nella scuola. Infatti il controllo sul numero degli ammessi ai corsi da parte delle autorità scolastiche era in principio già presente (vedi DPR 31 luglio 1996, n. 470, art. 7), ma tale controllo non è mai stato esercitato malgrado l'avvicendarsi dei ministri e dei governi. Non si capisce in virtù di quale cambiamento, ora, gli UFR ottempereranno a questo loro preciso compito. Vi è però qualcosa di ancor più strutturale: se un giovane si laurea in Giurisprudenza o in Architettura, e poi si abilita all'esercizio della professione ma non riesce poi nei fatti ad esercitarla se non saltuariamente, nessuno dirà che le facoltà di Giurisprudenza o di Architettura sfornano precari. La realtà è che vergognosamente i governi che si sono succeduti in questi anni ha creduto opportuno fare economie mantenendo migliaia di giovani docenti in situazione di precariato per il semplice fatto che i precari percepiscono almeno due stipendi in meno a l'anno e non hanno diritto alla progressione salariale. Dunque il problema dei precari si risolve con un cambiamento di volontà politica e non con un regolamento per la formazione dei docenti.
Altro elemento che si ripete nell'intervento del ministro è il “Si passa dal semplice sapere al sapere insegnare. Con il nuovo tirocinio ci si forma anche sul campo”. Come se nelle SSIS non ci fosse già tirocinio (300 ore) per di più svolto sotto la supervisione di un docente di scuola selezionato tramite concorso per esami e titoli. In realtà è proprio nel passaggio dalle SSIS al “Regolamento Gelmini” che verrà umiliata la dimensione del “sapere insegnare”, infatti come leggiamo “Con il nuovo sistema ...Per insegnare nella scuola secondaria di primo e secondo grado sarà necessaria la laurea magistrale + 1 anno di Tirocinio Formativo Attivo;” mentre con il vecchio sistema dopo la laurea magistrale si facevano due anni di SSIS dedicati al solo saper insegnare. Insomma, risulta evidente a tutti che un anno di formazione specifica all'insegnamento sarà meno di due! Ancora una volta però i problemi sono più strutturali: in ogni caso sei o sette anni di studio per potere forse accedere alla professione docente sono troppi e sono onerosi per le famiglie, il sistema dei crediti per conseguire la laurea magistrale che renda idonei all'insegnamento costringerà gli studenti a correre da una facoltà all'altra e da un corso di laurea all'altro per seguire mozziconi di corsi, il tirocinio è stato declassato a praticantato, i supervisori del tirocinio che avevano dignitosamente svolto il lavoro di raccordo tra università e scuola per ben dieci anni vengono cancellati così come la loro funzione.
Insomma, le SSIS che erano già delle strutture fragili e mal funzionanti, contrariamente a quel che dice il Ministro, saranno sostituite da qualcosa che è peggiore sotto quasi tutti gli aspetti, ancora una volta il cosiddetto cambiamento è legato più alla volontà di tagliare sui costi più che ad un progetto didattico. A farne le spese, evidentemente sono i futuri docenti, il sistema scuola e quindi gli studenti e la società italiana. Si resta veramente con l'amaro in bocca nel constatare che un anno speso nel tentativo di dialogare, spiegare, dimostrare sia stato vano e che si preferisca una comunicazione becera se non menzognera, al dialogo franco ed aperto con i cittadini.

L’intervento del referente per il settore musicale

Alla luce della riforma e della nascita del liceo musicale-coreutico vogliamo sollecitare una richiesta di chiarificazione relativa alla realizzazione pratica di un avvenimento tanto significativo per il settore musicale nel suo insieme, penalizzato da decenni di incuria e di diatribe arrivate a minacciarne la stessa sopravvivenza.
Non è affatto chiaro come nasceranno questi licei.
La questioni delle risorse economiche, della possibilità di convenzione con le istituzioni dell’alta formazione musicale e coreutica, della dislocazione territoriale, (immaginiamo di competenza regionale), e del reclutamento dei docenti (anche in base al regolamento relativo alle nuove classi di concorso), sono tutte questioni che rimangono apertissime e che creano notevole difficoltà in chi tenta di immaginarsi il completamento e la ri-definizione, di un percorso didattico-musicale completo per i nostri ragazzi, di una soluzione chiara per tutti quei docenti di musica, oramai altamente specializzati, che hanno anch’essi diritto ad un futuro professionale delineato e perlomeno dignitoso. Intendiamo porre l’accento su questioni aperte ed a nostro avviso significative.
Posto che l’istituzione di sole quaranta sezioni musicali sul turritorio nazionale paiono veramente insufficienti, (ma crediamo sia solo una necessità di partenza, saremmo ad un paio di licei per regione), chiediamo un chiarimento sull’attivazione, all’interno di ogni liceo, di quanti e quali corsi di esecuzione ed interpretazione. Tutti gli strumenti? Solo gli strumenti più richiesti?
La domanda è legittima e propedeutica alla seconda questione. Poiché pare improbabile che ogni nuovo liceo possa proporre di ogni strumento, una classe completa con un docente designato, pare inevitabile la collaborazione-convenzione con l’istituto di alta formazione di riferimento, come previsto peraltro nel piano di riordino. Ma i corsi di interpretazione ed esecuzione saranno gestiti dal liceo o dall’alta formazione? Gli studenti dovranno spostarsi dalla sede del liceo al conservatorio per i corsi strumentali o saranno i docenti ad andare al liceo? I docenti che contemporaneamente insegneranno nell’alta formazione e per il liceo come saranno inquadrati? E per i nuovi docenti eventualmente assunti? Teniamo a sottolineare il rischio, che nella fase iniziale, non essendoci regolamento attuativo e delegando l’istituzione del nuovo liceo alla volontà, alle capacità ed alle risorse finanziarie degli enti locali, degli istituti dell’alta formazione e dei dirigenti scolastici, nascano non veri ed autonomi licei musicali, ma licei genericamente votati alla formazione musicale con qualche corso dedicato agli strumenti più richiesti.
O che i corsi liceali vengano presi interamente in carico dall’alta formazione perpetuando oltre alla doppia scolarità per gli studenti la definitiva liceizzazione dei conservatori con buona pace per l’alta formazione, definitivamente relegata a slogan.
Sarebbe la definitiva retrocessione dell’istruzione musicale nel nostro paese.
Nel regolamento sulla ridefinizione delle classi di concorso per ciò che riguarda l’istituenda classe A51, strumento musicale nella scuola secondaria di II grado, nell’allegato A, riguardo le corrispondenze ed alle nuove classi di abilitazione, notiamo i tanti punti interrogativi che precedono “E’ titolo abilitante per l’insegnamento delle discipline comprese nella classe di consorso anche l’abilitazione <strumento>”. Riteniamo del tutto logico
e naturale invece, che gli abilitati di Strumento musicale nella scuola media, (A77), diventino a tutti gli effetti i principali candidati alla docenza nei nuovi licei musicali. Riteniamo quindi opportuno che i corsi abilitanti, al momento sospesi, riprendano con il terzo ciclo, eventualmente corretti in base al nuovo sistema di reclutamento della classe docente, ma sostanzialmente in continuità con i primi due cicli che hanno formato centinaia di docenti altamente specializzati, estendendo il valore abilitante A77 alla scuola secondaria di II grado alla stregua di quanto avvenuto per l’abilitazione in Educazione Musicale (A31-32).
In via transitoria, in mancanza di personale docente idoneo, si individua nelle graduatorie nazionali ad esaurimento, nelle graduatorie nazionali per titoli ed esami e nelle graduatorie della legge 143 per i Conservatori di musica una possibile fonte per il reclutamento.
Sollecitiamo quindi un chiarimento e l’apertura di un tavolo tecnico volto alla soluzione delle questioni esplicitate, tavolo a cui dovrebbero partecipare le parti in causa, compresi i precari, che dopo avere a lungo inseguito specializzazioni di ogni sorta, nate da riforme il più delle volte cestinate, sono paradossalmente i più idonei professionalmente ma i più penalizzati, formalmente incatenati nel ruolo appunto di, “precari”.

Le domande a cui i consiglieri del Ministro che hanno scritto il Regolamento dovrebbero rispondere

1) Vi hanno informati che nelle SSIS già si insegnava ad insegnare e che erano nate proprio con questo obiettivo, che prevedevano il tirocinio attivo, considerato il perno di tutto il corso biennale?

2) Perché le SSIS avrebbero creato precariato? Vi hanno informati del fatto che anche le SSIS abilitavano docenti in base al fabbisogno nazionale espresso da cifre stabilite secondo la legge dal vostro ministero che, in verità, ha contribuito a creare precariato, a SSIS già avviate senza seguire la stressa programmazione con l’indizione di un concorso a cattedra, tre sessioni riservate di esami di stato gestite dai provveditorati e un corso-sanatoria imposto alle Università?

3) Potreste chiarire a chi pensate quando si afferma che “con la fine del precariato sarà consentito ai giovani l'inserimento immediato in ruolo”: a quali giovani vi riferite? A quelli della classe 2020 vista la presenza, nelle graduatorie ad esaurimento, di oltre 300.000 precari?

4) Come intendete mettere fine al precariato? Con la disinfestazione, dal momento che ritenete il precariato qualcosa che “prolifera”, piuttosto che un fenomeno sociale che coinvolge e colpisce migliaia di docenti sfruttati e poi gettati via alla fine di ogni anno scolastico, licenziati, perdenti cattedra o semplici disoccupati dopo anni di servizio?

5) Perché continuate a prediligere la “coda”, quando potreste almeno questa volta, a proposito delle secondarie superiori, cominciare dalla “testa” riformando prima i cicli scolastici, quindi le classi di abilitazione, le lauree magistrali e “infine” il sistema di formazione degli insegnanti?

6) Perché licenziate i supervisori di tirocinio che hanno superato un concorso pubblico e affidate la nuova formazione ai docenti segnalati dai Presidi? Vi sembra un parametro più oggettivo?

7) Ritenete che gli USR saranno felici di vedersi assegnato anche il controllo dei tirocini e che saranno in grado, tra le loro incombenze, di farlo con la dovuta attenzione e solerzia?

8) Secondo quale criterio ritenere di prevedere, per il nuovo sistema di formazione degli insegnanti, una selezione severa: forse, a vostro giudizio, la selezione delle SSIS non era abbastanza severa? Sulla base di cosa potreste affermarlo? Avete fatto parte della commissione esaminatrice, non siete stati ritenuti più idonei a insegnare nelle SSIS o avete forse provato a sostenere di persona l’esame di ammissione alla SSIS?

9) Come mai sono partiti i corsi di Scienze della Formazione anche per quest’anno senza tener conto del regolamento e senza prevedere come per l’anno scorso l’inserimento degli stessi nelle graduatorie ad esaurimento creando nuovo precariato?

10) Perché negli attuali corsi di Scienze della Formazione non si tiene conto della nuova riforma quando diversi rappresentanti di tale università sono stati componenti della commissione Israel che ha scritto il regolamento della formazione iniziale?

1 settembre 2009
edscuola
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Precariato: Nuova vittoria ANIEF in Consiglio di Stato

Messaggiodi edscuola » 3 settembre 2009, 18:46

Precariato: Nuova vittoria ANIEF in Consiglio di Stato

I giudici di secondo grado rigettano l’appello del MIUR avverso la sospensiva del Tar Lazio n. 03062/2009 in merito allo spostamento del punteggio di servizio già dichiarato da una graduatoria all’altra.
Quei pochi ricorrenti del ricorso patrocinato dall’ANIEF nel 2007 che ancora non avevano ottenuto lo spostamento visto l’appello presentato ora possono chiedere all’USP di ottemperare senza ulteriore indugio alla sentenza del Tar. Nel frattempo, tutti sono pregati di costituirsi in autotutela in Consiglio di Stato per poter essere rappresentati nella fase di merito quando sarà discussa, inviando una mail a avvocatowaltermiceli@alice.it con oggetto richiesta istruzioni costituzione per merito appello CdS entro il 15 settembre prossimo.
Il MIUR giocando d’astuzia, ricercando una sezione feriale, ha tentato di ottenere il ribaltamento dei pronunciamenti precedenti ottenuti dall’ANIEF sui 24 punti e sulla coda cercando un primo pronunciamento favorevole del tribunale ma è stato sconfessato dai giudici di secondo grado. Pertanto, appare tutta in salita per l’ANIEF l’eventuale appello che vorrà proporre il MIUR avverso le ordinanze del TAR pro code. Nei prossimi giorni in vista cautelativa dell’opposizione allo stesso saranno rese note le istruzioni preventive a cui tutti i ricorrenti del pettine e del trasferimento potranno aderire.
Ancora una volta la giustizia ha fatto il corso. I nuovi ricorrenti delle recenti ordinanze accolte di sospensiva del ricorso sul servizio devono chiedere con domanda libera di accesso agli atti i dati anagrifici all’USP del docente contro interessato in vista della discussione del ricorso n. … pertinente, così da segnalare i dati ai legali.

1 settembre 2009
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