Questo è l’ennesimo comunicato - denuncia che segnala lo stato di degrado e sfascio in cui versa al scuola italiana, calabrese e catanzarese.
Continuando con i tagli sistematici che operano puntuali ogni anno e che si protrarranno anche per gli anni 2010 e 2011 nella scuola.
In Calabria si sono persi a tutt’oggi circa 10.000 posti di lavoro.
Solo per quest’anno sono 2.650 circa.
Una politica contro:il recupero dell’evasione, l’eccessivo numero di auto blu, gli sprechi in politica, gli scandali per le tangenti che sono aumentate e che toccano tutti i campi dell’economia pubblica, la progettazione di opere pubbliche costose ed a volte inutili, non viene attuata.
Vogliamo provvedimenti politici che accertino la responsabilità, che rimuova i corrotti, i corruttori o gli incapaci e che promuova la qualità e le competenze.
Il risanamento del debito pubblico passa solo attraverso la riduzione delle spese per l’istruzione, settore vitale del paese (ma è vera quest’affermazione? O l’intelligenza, la cultura e la conseguente libertà ostacolano il “manovratore”?).
Cosa penseranno i nostri colleghi che a settembre non avranno più l’incarico di un paese che, a detta del “manovratore di turno”, è uscito per primo dalla crisi e che li ha espulsi?.
La Gilda ha denunciato la situazione sin da subito.
È stata sempre accanto ai docenti per informarli, organizzarli, sostenerli, portare al tavolo delle trattative provinciale, regionale, nazionale, le giuste istanze del settore.
Giorno 15 luglio era presente con una folta rappresentanza a Roma accanto al comitato dei precari per sostenerne la causa.
Si nutre forte preoccupazione per l’abbandono in cui versa la scuola, per come stanno andando le cose.
Non si intravede la volontà politica di far funzionare il settore e promuoverlo per restituire ai giovani un futuro qualificato.
La globalizzazione sta chiudendo il cerchio, nel senso che i ruoli più qualificanti, le professionalità del futuro di cui c’è tanto bisogno, saranno occupati a costi inferiori da personale extracomunitario.
Per i nostri figli non rimane che la manovalanza che al sud è nel mirino della malavita.
La politica locale non si sta preoccupando di quanto succede ed accetta passivamente tutti i tagli imposti da un governo leghista che sta distruggendo il sud ed i docenti in particolare; si vedano a riguardo i provvedimenti in discussione in parlamento o le dichiarazioni di Bossi e company.
Dove sono i politici calabresi?
Cosa ne pensano di quanto sta succedendo? Sono informati?
O attendono tranquilli il 27 del mese per percepire il lauto stipendio che gli spetta?
Il coordinatore provinciale
Prof. Antonino Tindiglia