Coord.docenti discipline scientifico-tecnologiche: Riforma

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Coord.docenti discipline scientifico-tecnologiche: Riforma

Messaggiodi edscuola » 30 giugno 2009, 18:13

SCUOLA/ Riforma e discipline scientifiche e tecnologiche: adeguarsi alle indicazioni dell’Ocse e valorizzare le competenze dei docenti

Le indicazioni dell’Ocse (riportate in www.istruzione.it) dicono che “(...)La riduzione delle ore di insegnamento deve (…) evitare le ore relative alle discipline delle aree matematico-scientifico-tecnologiche(...)". Si tratta di un segnale di allarme che va percepito e nei confronti del quale è necessario attivarsi, se non si vuole un ulteriore peggioramento della qualità della scuola.

Purtroppo però i regolamenti approvati in prima lettura dal Governo vanno in senso opposto rispetto a tali indicazioni, e pertanto vanno corretti, essendo in essi evidente lo “storico” errore della scuola italiana, per cui la cultura scientifica e tecnologica viene considerata di serie B rispetto a quella umanistica.

Qualche esempio: negli Istituti Tecnici e Professionali, da un lato nel triennio finale si ha un taglio di oltre il 20% delle ore delle discipline scientifiche e tecnologiche di indirizzo (che stride con l’aumento delle ore di Italiano (+15%) e di altre discipline), con futuri periti con competenze molto minori degli attuali, e dall’altro, nei bienni iniziali, ancora tagli delle ore di discipline scientifiche fino al 60%: solo 2 ore di chimica nei tecnici economici e nei professionali, insufficienti per il necessario laboratorio. Se uno studente di di questi Istituti, volesse ad esempio, iscriversi a Medicina, potrebbe mai sperare di superare i test di ingresso? Ulteriore assurdità quella di affidare l’insegnamento di discipline scientifiche e tecnologiche a docenti diplomati, gli ITP. Non ci si accorge che insegnamenti come le discipline chimiche, fisiche, ingegneristiche, le devono insegnare i rispettivi Laureati (e questo senza nulla togliere all’importanza della figura dell’ITP, utilissima compresenza che tale deve rimanere)?

Purtroppo i danni di tale sottovalutazione della cultura scientifica e tecnologica colpiscono pesantemente anche i futuri Licei: oltre ad un numero di ore dedicate alle discipline scientifiche sperimentali insufficiente in quanto non consente le necessarie attività laboratoriali, assistiamo ad un assurdo accorpamento della Chimica con le Scienze (naturali e biologiche) nell'insegnamento-calderone "scienze naturali" (chimica+scienze della terra e biologia). Vista anche la propedeuticità della chimica rispetto alle scienze, bisogna invece separare i due insegnamenti, con la chimica insegnata esclusivamente dal laureato in discipline chimiche, e le scienze dai laureati in scienze naturali o biologiche: le scienze naturali, infatti, vanno studiate dopo la chimica inorganica e le scienze biologiche dopo chimica organica, e la chimica la devono insegnare i chimici, non i laureati in scienze naturali o biologiche. E lo stesso dicasi per la matematica, unita alla fisica nella classe di concorso matematica e fisica: anche qui si verifica l'assurdità che i matematici, come i chimici, possono insegnare la disciplina in cui si sono laureati negli Istituti Tecnici, ma non possono farlo nei Licei...

Per quanto riguarda infine le nuove Classi di concorso, si ha un rafforzamento delle sopra evidenziate storture, con assurdi accorpamenti disciplinari che non tengono conto della valorizzazione delle risorse umane: in Italia gli attuali docenti non hanno una formazione universitaria “pluridisciplinare”, ma rigorosamente monodisciplinare (ad es. un laureato in fisica ha sostenuto appena un esame universitario di chimica, un laureato in scienze in genere un paio, a fronte degli oltre 20 del laureato in chimica), una risorsa che molti Paesi non hanno. Gestirla male porterebbe ad una scuola di pessima qualità, un errore strategico che il Paese non può permettersi, se vuole avere un futuro tra i Paesi scientificamente e tecnologicamente avanzati, se si vuole che il numero di iscritti in corsi di Laurea scientifici e tecnologici raggiunga livelli percentualmente comparabili almeno a quelli di Paesi emergenti e se si vuole che i suoi cittadini abbiano gli strumenti per poter effettuare scelte consapevoli ad esempio nei campi ambientale, nell’igiene e sicurezza del lavoro, sanitario, industriale e molto altro.

Prof. Rosario Saccà
Coordinamento docenti di discipline scientifiche e tecnologiche
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