Riforma Tecnici, Professionali e valutazione
Detto fatto ! Si potrebbe dire. E all’apparenza sembra un atto di efficienza riformatrice.
In realtà le Bozze di Regolamenti, Profili e quadri orari dei futuri Istituti Tecnici e Professionali (che ora inizieranno il loro iter di approvazione), insieme al Regolamento che dovrà coordinare dal prossimo anno scolastico le attività di valutazione degli alunni in tutte le scuole, escono dal Palazzo senza un effettivo confronto con la scuola reale.
“Dopo aver detto 15 giorni fa – ha dichiarato il presidente di DiSAL Roberto Pellegatta - che la riforma delle superiori era in arriva, il Ministro accelera i tempi, dopo mesi di lavoro nel chiuso delle stanze del Palazzo di Trastevere”.
“Come Associazione professionale di dirigenti scolastici ribadiamo – conferma il preside Pellegatta - di essere molto preoccupati. Da decenni attendiamo, come tutti, questa riforma decisiva per la scuola e la società, ma questi testi non hanno avuto alcun confronto con le realtà rappresentative delle professioni della scuola e delle famiglie. Forse il confronto è avvenuto solo con l’economia e le Regioni. Ma la scuola la conoscono e la vivono direttamente insegnanti, dirigenti scolastici e genitori”.
A dicembre 2008, costretti dai tempi della politica, DiSAL vide con favore il rinvio di un anno per la riforma del II ciclo, ma solo per far posto ad uno spazio serio e rapido di confronto sul quadro generale e sui contenuti. Le Associazioni professionali verranno chiamate settimana prossima, a testi finiti e promulgati, per una informativa.
I dirigenti scolastici di DiSAL restano molto preoccupati. Troppo spesso, durante quest’anno scolastico, la fretta di concludere provvedimenti condivisi nel merito ed annunciati come imminenti sui media, ha portato poi a precipitose ed imbarazzanti retromarce. Sistema di valutazione, voto di condotta, ammissione agli esami di stato alle superiori ed alle medie, per esempio, sono stati sospesi, modificati o rimandati per sacrosanta opportunità o tempi tecnici di applicazione.
I testi approvati oggi ovviamente contengono positive novità, riducibili a: semplificazione degli indirizzi di studio, aumento della flessibilità oraria, parziale riduzione degli orari di lezione e delle discipline.
Ma, secondo DiSAL, contengono al contempo diversi aspetti problematici quando non negativi per le necessità della scuola reale e di una moderna riforma scolastica: irrigidimento dei quadri orari nazionali (con un passo indietro rispetto alla maggiore autonomia didattica e organizzativa di quelli proposti dal Ministro Moratti); sovrapposizione di indirizzi di studio e curricoli tra tecnici e professionali (in alcuni casi quasi uguali, mostrando una inutile separazione di percorsi di studio); mancata soluzione di una chiara soluzione normativa per l’obbligo degli stage in tutte le aziende (come accade in Francia e Germania); ancora sovrabbondanza di discipline (come quello per tutti di diritto-economia) e sottodimensionamento di discipline scientifico-tecniche; fine nei professionali dell’area di collaborazione scuola-impresa.
Il problema più serio rimane la quinquennalità che obbliga i nostri giovani (unici in Europa) a diplomarsi a 19 anni. Resta inoltre grave l’avvio anche per le seconde, dettato da meri calcoli di bilancio.
“La linea del confronto con la scuola avrebbe pagato meglio – ha concluso il presidente di DiSAL -. Se proprio si vuole partire con urgenza, si introduca almeno una norma che permetta, dopo un anno di verifica, la possibilità di modifiche anche importanti dei quadri complessivi. Ma non si scelga ancora la strada del centralismo”.
Sul riordino della valutazione è impossibile esprimere una riflessione in assenza del testo. DiSAL si augura solo che si sia dato rimedio ai numerosi e seri problemi, quando non errori, presenti nelle bozze circolate, come quello dell’obbligo dei sei in ogni disciplina.