GILDA: GLI INSEGNANTI E I PROBLEMI DELLA CATEGORIA

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GILDA: GLI INSEGNANTI E I PROBLEMI DELLA CATEGORIA

Messaggiodi edscuola » 26 gennaio 2009, 19:11

GLI INSEGNANTI E I PROBLEMI DELLA CATEGORIA

La conferenza stampa di presentazione dell’indagine “GLI INSEGNANTI E I PROBLEMI DELLA CATEGORIA” realizzata dalla SWG per la Gilda degli Insegnanti si svolgerà a Roma giovedì 29 gennaio ore 11 presso il Centro Congressi Cavour, alla presenza del coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, RINO DI MEGLIO, e del presidente della VII Commissione della Camera, VALENTINA APREA.
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Gilda: Comunicato Sondaggio

Messaggiodi edscuola » 29 gennaio 2009, 17:04

RETRIBUZIONI BASSE, FINANZIAMENTI SCARSI, TROPPA BUROCRAZIA: ECCO I MAGGIORI PROBLEMI DEGLI INSEGNANTI

SEPARAZIONE DELLE AREE CONTRATTUALI: IL 63% DEI DOCENTI ITALIANI È FAVOREVOLE

VALUTAZIONE DEGLI INSEGNANTI: PER IL 40% DELLA CATEGORIA SPETTA A UN ESPERTO INDIPENDENTE

AUTONOMIA SCOLASTICA: SCARSI GLI EFFETTI POSITIVI SULLA DIDATTICA


Finanziamenti al settore, numerosità delle classi, burocrazia prevalente sulla didattica, eccessivo carico di lavoro: ecco i principali “nemici” dei docenti italiani secondo i risultati dell’indagine “Gli insegnanti e i problemi della categoria” promossa dalla Gilda degli Insegnanti e realizzata dalla società di ricerca Swg su un campione di 400 insegnanti.

Docenti di lungo corso e neofiti della cattedra, precari e titolari di un rapporto di lavoro stabile: gli insegnanti italiani sono tutti concordi nell’individuare in questi temi gli scogli maggiori da affrontare per poter svolgere il proprio lavoro in maniera più efficiente e in un clima più sereno. L’elemento discriminante tra i docenti è, piuttosto, il livello di scuola in cui si esercita la professione: chi insegna alle materne avverte maggiormente il peso delle responsabilità, mentre coloro che insegnano negli istituti superiori sottolineano maggiormente la mancanza di percorsi di avanzamento della carriera.

Per quanto riguarda la separazione delle aree contrattuali, da sempre cavallo di battaglia della Gilda degli Insegnanti che sin dalla sua costituzione è impegnata su questo fronte, la maggioranza dei docenti intervistati si dichiara favorevole (63%). I motivi per cui gli insegnanti condividono la proposta di creare aree contrattuali separate tra docenti e non docenti, riguardano soprattutto la diversità delle figure giuridiche (83%) e la possibilità di vedere riconosciuto il loro ruolo istituzionale (34%). Chi, invece, si dichiara contrario teme soprattutto una minore compattezza della categoria e, quindi, una perdita di potere contrattuale (61%).

Al primo posto tra i problemi indicati dagli intervistati spicca la bassa retribuzione (19%), seguita dalla scarsità di risorse dedicate al sistema scolastico (13%), la scarsa considerazione di cui gode la categoria (12%), la numerosità delle classi (10%) e il prevalere della burocrazia e delle riunioni sull’attività di insegnamento (7%).

Per quanto riguarda l’avanzamento di carriera, l’indagine rileva che i tempi sono maturi per l’individuazione di nuovi criteri: ben l’86% degli intervistati, infatti, è di questo parere, in particolare i laureati. Per il 37% del campione, l’avanzamento di carriera dovrebbe essere determinato dalle valutazioni del lavoro svolto in classe, per il 28% dai titoli di studio, per il 20% dall’anzianità e per il 13% da concorsi interni.

In merito alla valutazione degli insegnanti, il 66% ritiene che sia necessario introdurre un sistema ad hoc: per il 40% la formula migliore sarebbe l’osservazione sistematica da parte di un esperto indipendente, per il 29% il metro di giudizio potrebbero essere i risultati conseguiti dagli studenti, per il 19% dovrebbe spettare al dirigente scolastico il compito di valutare i docenti.

Interpellati sull’autonomia scolastica, gli intervistati si dichiarano piuttosto “tiepidi”: in linea generale, la riforma non ha prodotto i risultati sperati soprattutto per quanto riguarda la didattica. Il 38% ritiene che l’autonomia abbia generato un lieve miglioramento e solo il 12% parla di un considerevole miglioramento. Per il 23% del campione, invece, nella sostanza non è cambiato nulla, mentre per il 13% c’è stato un lieve peggioramento. Tra gli aspetti più efficaci dell’autonomia scolastica, figurano la possibilità di autogestire il calendario scolastico (20%) e l’orario (18%), mentre quelli meno efficaci risultano la flessibilità dell’impiego degli insegnanti (21%) e l’autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo (19%).

Roma, 29 gennaio 2009
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