La morte dello studente nella scuola di Rivoli riporta tragicamente in evidenza la drammatica situazione degli edifici scolastici in Italia, come da anni l’ANDIS denuncia alla pubblica opinione.
Si continua ad investire poco e sempre di meno per rendere le scuole più sicure, anche nelle zone ove il rischio sismico può provocare autentiche catastrofi (l’ultimo disastroso terremoto avvenuto 28 anni fa in Campania-Basilicata salvò gli studenti soltanto perché avvenne in una serata festiva).
Le scuole in Italia sono vecchie, più della metà supera i 30 anni, la manutenzione è spesso carente, nonostante le accorate segnalazioni dei dirigenti scolastici; i nuovi edifici sono di poco superiori al 5% del totale.
Occorre una netta inversione di tendenza e tutelare meglio l’incolumità degli alunni e del personale della scuola.
La chiusura delle scuole andrebbe fatta tenendo conto in primo luogo della loro pericolosità, non soltanto del numero degli utenti.
Crediamo che su qualche numero in meno si possa anche sorvolare, sul rischio della catastrofe sicuramente no.