CNPI: Parere su insegnamento di Cittadinanza e Costituzione

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CNPI: Parere su insegnamento di Cittadinanza e Costituzione

Messaggiodi edscuola » 18 novembre 2008, 19:27

MIURAOODGOS prot. n. 11905 Roma, 17.11.2008

Oggetto: Parere sul: “Progetto nazionale di sperimentazione ex art. 11 del DPR n.
275/1999 relativo all’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione”
Adunanza del 17 novembre 2008
IL CONSIGLIO NAZIONALE DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
Vista la nota prot. n. 10622 del 9 ottobre 2008 (Dipartimento per l’Istruzione –
Direzione Generale per gli Ordinamenti del Sistema nazionale di Istruzione e per
l’Autonomia Scolastica - Ufficio I) con la quale è stato richiesto il parere del
C.N.P.I. in merito all’argomento in oggetto;
Visti Gli artt. 24 e 25 del D.L.vo n. 297 del 16.04.1994;
Vista La relazione della Commissione consiliare, appositamente costituita per l’esame
istruttorio, ed incaricata di riferire al Consiglio in ordine all’argomento in oggetto
specificato;
dopo ampio ed approfondito dibattito;
esprime il proprio parere nei seguenti termini:
Nel ribadire l’importanza di una conoscenza approfondita degli assetti sociali e
dell’organizzazione politica di uno Stato per tutti coloro che vi abitano e vi lavorano,
delle regole e dei valori che sono a fondamento del nostro paese, il CNPI vuole
sottolineare, in premessa, il ruolo decisivo della scuola in questo particolare
percorso di conoscenza finalizzato a una maggiore consapevolezza dei propri diritti e
doveri fin dall’età scolare.
Un impegno non estraneo alla cultura della scuola e alla pratica educativa,
sottoscritto fin dal 1947 nell’Assemblea Costituente.
In un tempo di trasformazioni profonde, di non sempre facile interpretazione,
è doveroso e importante per il CNPI legare, ancora una volta, la scuola e la società a
questo preciso impegno nei confronti delle giovani generazioni, sottoscrivendo un
rinnovato patto educativo nel segno dei principi e dei valori costituzionali, una scelta
che non rinunci al confronto di posizioni ideali e culturali, che sappia lavorare per
idee condivise di uguaglianza, di equità, di giustizia, di solidarietà, di cooperazione.
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Alterne vicende non hanno sempre consentito alla scuola italiana di muoversi
armonicamente su questo terreno di innovazione, di ricerca e sperimentazione. Pur
in presenza di esperienze importanti sul piano formativo, è mancato, come in altri
casi, il ritorno in termini di documentazione e diffusione del lavoro delle scuole,
soprattutto è mancato il sostegno alla ricerca culturale e didattica in questo ambito.
In questo senso assume particolare significato l’istituto della sperimentazione
come strumento a disposizione della comunità tecnico - professionale, purché essa
trovi reali supporti per far crescere interventi culturali ed educativi in un’area di
sapere così composita e delicata, supporti che sostengano l’autonomia delle scuole.
Le esperienze in atto sulla valorizzazione della Costituzione realizzate dalle
scuole
Numerose scuole hanno messo in atto, in tutti questi anni, di propria
iniziativa, in collaborazione con gli enti locali (Comuni, Province, Regioni) e con le
associazioni culturali presenti sul territorio, significative esperienze sul terreno della
conoscenza della Carta Costituzionale e dell’educazione alla cittadinanza, attraverso
il coinvolgimento di tutte le discipline e di tutti i soggetti interessati, costruendo
forme di partecipazione democratica, per combattere l’illegalità diffusa e contribuire
a trasformare i comportamenti sociali.
Le discrasie, laddove esistono, non sono imputabili a un lavoro che è
mancato, se mai esse sono spesso il risultato di una difficoltà di comunicazione fra
quel che avviene a scuola e quel che avviene fuori, nel territorio, nella società.
L’educazione alla cittadinanza e il suo sviluppo nei curricoli nella
prospettiva europea
L’educazione alla cittadinanza nelle scuole in Europa (Quaderni di Eurydice n.
24, 2005) rappresenta una delle documentazioni più recenti per comprendere il
contesto culturale europeo e le politiche educative a riguardo. Un terreno a cui
ancorare, a parere del CNPI, più compiutamente l’analisi e la proposta per la scuola
italiana. E’ convinzione del CNPI che si educhi istruendo e che tutte le aree del
sapere abbiano come idea forte il concetto stesso di cittadinanza democratica.
La scelta stessa dell’Unione Europea che ha inteso rafforzare, per il tramite
dell’educazione alla cittadinanza, la coesione sociale e la solidarietà nella società
contemporanea, sembra al CNPI un campo da promuovere e sostenere di ricerca
condivisa, non rinunciando alle specificità prescelte nella scuola italiana per questo
ambito di azione educativa. A titolo puramente esemplificativo si richiama, in questa
sede, l’importanza di un percorso di condivisione, fra gli altri, dello stesso concetto
di cittadinanza nelle diverse aggettivazioni: “attiva”, “responsabile”, “democratica”.
Il Consiglio d’Europa ha da tempo prescelto la dizione “cittadinanza
democratica”, sollecitando le istituzioni a un approccio unitario per raccogliere la
sfida di una educazione alla cittadinanza democratica e ai diritti umani, nel segno di
principi e valori fondamentali.
Sviluppare negli studenti alle diverse età una cultura politica, un pensiero
critico, attitudini e valori, una partecipazione attiva (id, 2005) rappresenta per la
scuola europea un orizzonte di senso in cui riscrivere l’azione educativa e didattica.
Una strada tutta da percorrere (e tutta in salita) se si compara il termine
cittadinanza per come è inteso nelle lingue nazionali, per i suoi campi di significato,
per le stesse fonti in cui trova fondamento.
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Diverso è anche nei paesi europei l’approccio curricolare, coerentemente con
la diversa organizzazione del lavoro nella comunità scolastica, per le diverse
caratteristiche del territorio (contesti sociali ed economici, istituzioni, aree
metropolitane, comunità montane …).
Si confrontano, a seconda del livello di istruzione e di strutturazione del
curricolo, tre opzioni culturali che vedono l’educazione alla cittadinanza come
materia separata (obbligatoria o opzionale) o come ambito integrato in un’area di
sapere o come tematica a forte valenza educativa e trasversale, coerentemente con
la storia e la cultura dei paesi europei.
Proprio questa diversa impostazione induce il CNPI a chiedere al Ministro di
compiere una riflessione più puntuale sulla proposta di sperimentazione formulata,
anche in rapporto alle più recenti fonti culturali che, nel nostro paese, hanno dato
indicazioni agli insegnanti per la costruzione del curricolo di scuola richiamando
l’attenzione sul paradigma della complessità della società contemporanea.
Ci si riferisce in particolare alle Indicazioni per il curricolo della scuola
dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione e ai Documenti allegati al regolamento di
prima attuazione dell’innalzamento dell’obbligo di istruzione (Assi culturali e
competenze chiave per la cittadinanza), ancora per quest’anno oggetto di
sperimentazione nelle scuole, da cui emerge un scelta orientata verso traguardi di
competenze di cittadinanza, fin dalla scuola dell’infanzia, coerente con le
sollecitazioni delle Raccomandazioni degli organismi dell’Unione, per la ricerca di
situazioni di insegnamento/apprendimento fortemente orientate verso traguardi di
competenza di cittadinanza.
L’intero impianto curricolare, inoltre, fa esplicito riferimento al testo
costituzionale e all’educazione alla cittadinanza a garanzia di cittadini attivi,
responsabili, democratici.
Le stesse competenze chiave di cittadinanza attese a conclusione del percorso
di istruzione obbligatoria si alimentano del rapporto con i saperi disciplinari descritti
negli assi culturali per il biennio della scuola superiore e nei campi di esperienze e
nelle aree disciplinari nella scuola dell’infanzia e nel primo ciclo di istruzione.
Una scelta di campo che assegna un ruolo importante alla scuola, alla
dimensione formativa delle discipline, agli ambienti di apprendimento, alla stessa
idea di insegnamento/apprendimento, alla valutazione.
In questo ambito la scuola trova occasione per una riflessione, con una
specifica attenzione alle cosiddette competenze civiche (civic competences), oggi
oggetto di ricerca attenta dei gruppi di lavoro e di ricerca in ambito europeo, cui
anche il nostro paese dà un contributo importante, in termini di repertori di
conoscenze, abilità, atteggiamenti, valori e comportamenti.
In un contesto in cui curricoli e traguardi di competenza sono al centro del
lavoro della scuola occorre seriamente prendere in considerazione l’esigenza di
raccogliere le migliori esperienze che saranno realizzate durante questo anno
scolastico per garantire uno sviluppo al sistema scolastico italiano nella direzione
degli impegni sottoscritti in ambito europeo.
A riguardo si intendono richiamare anche tutte quelle variabili che possono
rendere esplicita l’esperienza dell’educazione alla cittadinanza nell’agire educativo
(dal clima della classe e della scuola alla laboratorialità, alle aree di contenuto agli
obiettivi di apprendimento)
Quello delle competenze chiave, culturali per la cittadinanza rappresenta un
punto importante, irrinunciabile cui ancorare anche la proposta di sperimentazione.
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Il CNPI, tuttavia, segnala il rischio derivante dall’introduzione, a questo punto
dell’anno scolastico, di innovazioni così significative. Infatti il POF è stato presentato
lo scorso gennaio all’atto delle iscrizioni, ai genitori e agli studenti; esso è in una
fase avanzata di attuazione, resa compatibile con le scelte culturali e organizzative
adottate, con le risorse umane e professionali assegnate e con il tempo scuola.
Nel merito
Il CNPI ha preso in esame lo Schema di Decreto Ministeriale unitamente al
Progetto di Sperimentazione Nazionale “insegnamento di cittadinanza e
Costituzione” trasmessi per il suo parere.
Considerato che le intenzioni, espresse nel decreto e nel documento collegato
non possono non essere condivise, si ravvisa comunque la necessità di meglio
esplicitare, nel testo dell’articolato, gli elementi certi che dovranno caratterizzare il
percorso sperimentale delle scuole che intendano aderirvi, al fine di ottenere quelle
indicazioni utili a sostenere e a confermarne le scelte di fondo che hanno ispirato la
stessa sperimentazione.
E’ necessario, comunque, tenere presente che i documenti tracciano un
percorso di fatto limitato ad una parte del corrente anno scolastico, essendo
ipotizzata al 1° settembre 2009 la ridefinizione dei curricoli nei diversi ordini di
scuola dei piani di studio e dei "quadri-orari", come previsto dall’art. 64 della legge
6.8.2008, n. 133, di conversione del decreto-legge 25.6.2008, n. 112.
Il CNPI non può non richiamare l’attenzione del Ministro sulla situazione
scolastica, con riguardo sia agli aspetti organizzativi che ai contenuti dei piani
dell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche autonome, che stanno traducendo
in termini operativi scelte di politica scolastica condizionata dalla riduzione delle
risorse economico-finanziarie.
La ridefinizione dei curricoli e degli orari, gli interventi previsti per la scuola
primaria mettono in discussione le numerose e variegate soluzioni che le stesse
scuole autonome hanno messo in essere sia in applicazione dei percorsi sperimentali
richiamati in premessa, sia come risposta a comportamenti non ortodossi e non
rispettosi dei principi e dei valori sanciti nella nostra Carta Costituzionale.
Lo specifico monte-ore (settimanale o complessivo) così come previsto nel
documento “Progetto di sperimentazione nazionale – Insegnamento di cittadinanza
e Costituzione”, inoltre, riduce notevolmente il tempo dedicato alle materie
comprese nell’area storico-geo-grafica o socio-economica della scuola secondaria
con conseguenti ricadute, sul piano organizzativo e didattico per i docenti delle
classi di concorso indicate nel progetto stesso (A019 - A037 - A043 - A050), tempi
ed organizzazione del lavoro, peraltro, già messi in discussione dal Piano
programmatico di interventi inviato alle Commissioni parlamentari per il prescritto
parere.
Per la scuola primaria il CNPI rileva, invece, come la scelta di un tempo di
insegnamento affidato - in un contesto che prevede più docenti - all’insegnante
dell’area storico-geografica secondo una programmazione didattica trasversale pare
contraddittorio e, comunque, difficilmente praticabile e gestibile a fronte della
“nuova” soluzione ordinamentale prevista dal comma 1 dell’art. 4 (maestro unico)
della stessa legge che sostiene il percorso sperimentale (legge 169 del 30.10.2008).
La scelta prospettata per la scuola dell’infanzia di considerare il “nuovo”
insegnamento compito di tutti gli insegnanti coinvolti nell’azione didattica,
costituisce per il CNPI elemento di forte riconoscimento e di valorizzazione delle
scelte ordinamentali e di contenuto già in essere.
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Circa la prescrizione, attraverso la sperimentazione, di testare adeguati
strumenti e modalità di valutazione, si rileva che l’art. 3 della legge 169 del
30.10.2008 ha introdotto, anche nel Ciclo primario (scuola primaria e scuola
secondaria di 1° grado), la “valutazione periodica ed annuale degli apprendimenti
degli alunni e la certificazione delle competenze da essi acquisite … dell’esame finale
del ciclo … mediante l’attribuzione di voti espressi in decimi” e che, a mente dell’art.
2 della legge citata, nelle scuole secondarie di 1° e 2° grado “in sede di scrutinio
intermedio e finale viene valutato il comportamento di ogni studente … da effettuare
mediante l’attribuzione di un voto numerico espresso in decimi”.
Quanto sopra fa emergere la questione, con riferimento alla “nuova” disciplina
“Cittadinanza e costituzione”, di una valutazione degli alunni che va oltre la semplice
misurazione dell’acquisizione di conoscenze teoriche se non altro perché, come
peraltro indicato negli obiettivi del progetto di sperimentazione, lo sviluppo di
competenze pratiche e sociali così come le attitudini ed i comportamenti degli
alunni, l’interiorizzazione di valori e la co-definizione di un clima favorevole
nell’istituzione scolastica sono difficilmente misurabili e non possono essere oggetto
di una valutazione formale.
Relativamente all’art. 5 della bozza di Decreto, il CNPI, ferme le competenze
di INVALSI e Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica, ritiene che
solo tempi più distesi unitamente ad una puntuale definizione degli obiettivi di
apprendimento specifici, dell’orario dedicato, della consistenza disciplinare
dell’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione”, possano sostenere le procedure
di validazione che in itinere rilevino processi ed esiti.
L’organizzazione del sistema di validazione dovrà essere snella e raccordata ai
tempi di ridefinizione delle Indicazioni per i contenuti essenzializzati di ogni
disciplina.
Su questa base il CNPI esprime parere favorevole sulla bozza di decreto e
impegna il Ministro a modificarla tenendo conto delle osservazioni sopra formulate e
si riserva per le osservazioni contenute nella premessa e per gli specifici problemi
del quadro ordinamentale e organizzativo evidenziati, di esprimere una puntuale
valutazione sull’eventuale opportunità e sulle modalità di attuazione di un
insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione” come disciplina autonoma,
approfondendo anche le problematiche della valutazione delle
conoscenze/competenze disciplinari e del comportamento degli alunni in sede di
definizione del quadro ordinamentale e delle annunciate linee guida per la “nuova
disciplina”.

Il Segretario Il Vice Presidente
Maria Rosario Cocca Mario Guglietti
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