Proteo Fare Sapere Campania: Comunicato 7 novembre 2008

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Proteo Fare Sapere Campania: Comunicato 7 novembre 2008

Messaggiodi edscuola » 9 novembre 2008, 8:29

Per una scuola del pensiero plurale

Le contraddizioni delle leggi n.133 e n.169, più conosciute come “Brunetta” e “Gelmini” ,approvate recentemente dal nostro Parlamento, sono evidenti per chi dopo un’attenta lettura va oltre i comma e gli articoli, e legge lo sfondo integratore della reale applicazione di diktat economico-politici.

L’art.4 della Legge Gelmini, rinvia alla L. 133/08 la possibilità di aumentare le limitate 24 ore settimanali della scuola primaria , con un orario aggiuntivo in base alle esigenze delle famiglie.

Poi aggiunge e precisa nell’art. 8 ,che l’applicazione della norma deve avvenire:”senza oneri per la finanza pubblica”.

Questo è soltanto uno dei numerosi esempi possibili e reali riguardanti l’applicazione della legge e meno i dibattiti televisivi o i commenti di esperti e non, del “mondo scuola”.

Sì, perché la scuola è un mondo conosciuto soltanto da chi lo frequenta: famiglie, docenti, dirigenti, personale amministrativo e qualche amministratore locale sensibile che con la scuola collabora e partecipa, tanto da sapere perfettamente che, con l’applicazione della razionalizzazione, ridimensionamento, accorpamento che sia, non basterebbero aule , scuolabus e gasolio per soddisfare un pendolarismo esagerato di alunni che dovrebbero spostarsi all’alba da un scuola all’altra , in territori montuosi, collinari e marini.

Tutto il resto , quel vociare continuo da supermarket del parere gratuito, si esprime per sentito dire, per ciò che si legge , sempre commentato, dai giornali e in qualche talk show.

La scuola è e resta, nonostante l’avvicendarsi di Ministri e sottosegretari compiacenti, un luogo di cultura, di ascolto, di storia vissuta e non solo narrata, di impegno, di democrazia vera.

Nella scuola non esiste da quando l’Italia è diventata una Repubblica Democratica , il pensiero unico!

A chi vorrebbe denunciare o perseguire chi espone striscioni e manifesti antigovernativi (anti Gelmini, antiBrunetta, antiTremonti…) va detto e ricordato , che in un paese libero , il diritto al dissenso esiste, soprattutto se espresso pacificamente con le parole e non con la violenza di “squadristi” o “rockettari delle cinghiate” che armati di caschi e bastoni tricolori , si organizzano per manifestare contro coetanei o fratelli minori.

Non esiste un’unica lettura semplificata e spesso “banalizzante” della realtà.

Esistono i punti di vista per orientare lo sguardo altro, verso prospettive diverse, ma ricche di valori, impegno, senso civico, rispetto, diritti, doveri, professionalità, altro che qualunquismo di facciata riempito da luoghi comuni.

Sulla scuola , sull’Università, sulla ricerca si investe, come in tutti i paesi civili, non si eseguono tagli indiscriminati ma si valuta, si ragiona, ci si confronta e poi si risparmia , si razionalizza, ottimizzando le risorse.

Soltanto nel “malgoverno di una nazione , una regione o di amministrazione comunale, si procede al contrario.

Mi dispiace anche aver sentito dire dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che la parola “dialogo” è svuotata di significato. Capisco e comprendo la sua amarezza di fronte a chi ha precisato che dialogare sia inutile, ma oggi più che mai occorre dialogare tra generazioni, tra scuola e famiglia, tra politici, tra politica e sindacato, tra amministrazioni e scuola, nelle famiglie.

Occorre un vero patto di corresponsabilità e condivisione di obiettivi, obiettivi che uniscano e non separino, categorie sociali e professionali, buoni e cattivi, ricchi e poveri, fascisti e comunisti.

La scuola ha un obiettivo alto, quello di migliorare se stessa e la preparazione dei suoi alunni, indipendentemente dall’estrazione sociale o etnica, una scuola che sia pubblica , perché di tutti e per tutti, aperta all’altro e agli altri, al territorio alle famiglie, alle difficoltà e alle avversità.

Soltanto una scuola, consapevole della propria complessità , una scuola che alimenta solidarietà, può superare momenti di crisi.

“La pluralità dei docenti è nata per arricchire la relazione educativa con i bambini - afferma Giancarlo Cerini(Ispettore tecnico del MIUR) - per offrire un ambiente più equilibrato, presentare più punti di vista sulle cose e non una unica lettura semplificata della realtà. Non basta un solo docente per aiutare i bambini ad incontrare la ricchezza dei saperi”.

Il dialogo, il confronto pacifico, quello della parola condivisa o anche contestata, aiuta a crescere e a metabolizzare le conoscenze e il punto di vista altro.

Da soli non partiamo e non andiamo da nessuna parte, non possiamo neanche restare dove stiamo, perché domani qualcuno tenterà , plagiando nel pensiero unico la maggioranza distratta, di illuderci e di farci credere che la sua decisione “singolare” interpreti davvero il pensiero “plurale”, che invece e soltanto il suo e non il NOSTRO!

Salerno, 6 /11/08

Ermenegilda Ricci
Presidente regionale
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