Gelmini e i nazifascisti contro il popolo della scuola pubblica
L'arroganza governativa non ha tenuto conto della corale mobilitazione del popolo della scuola pubblica contro il decreto Gelmini, approvato al Senato davanti a migliaia di studenti e docenti che protestavano contro la politica scolastica di Tremonti-Gelmini.
Ma la partita resta aperta, visti i numerosi passaggi che attendono, prima dell'attuazione, la legge Gelmini e la 133, e tenendo conto sopratutto dell'intenzione del popolo della scuola pubblica di proseguire e intensificare la lotta nei prossimi giorni, fino ad arrivare ad una oceanica manifestazione nazionale unitaria, con tutte le componenti del fronte in difesa della scuola.
Oggi però l'attacco alle migliaia di studenti e docenti che manifestavano a Piazza Navona non è venuto solo dai senatori/trici che hanno votato il catastrofico decreto, ma anche da un manipolo di nazifascisti che a Roma si sono introdotti in alcune aree del movimento degli studenti medi, usando sigle di copertura.
Dopo aver cercato, come già negli ultimi giorni, di prendere la testa di cortei e sit-in , grazie ad una pratica aggressiva e militaresca, di fronte alla pacifica ripulsa della grande maggioranza degli studenti, hanno gettato la maschera, caricando violentemente la piazza e colpendo con catene, bastoni e altri strumenti, giovani inermi, lasciandone numerosi a terra sanguinanti. Ed hanno continuato ad intimidire e a aggredire fino a quando non sono stati messi in condizione di non nuocere dall'ingresso in piazza del corteo degli studenti universitari.
Ci auguriamo che questo gravissimo episodio serva se non altro a far chiarezza tra alcuni settori del movimento degli studenti medi romani che in questi giorni avevano creduto di poter convivere pacificamente con i nazifascisti.
La sacrosanta indignazione del movimento nei confronti non solo delle politiche governative ma anche di quelle del precedente centrosinistra e dell'attuale inesistente opposizione non possono far sottovalutare, come hanno dovuto purtroppo oggi verificare di persona gli studenti picchiati, come il nazifascismo sia sempre violento, aggressivo, antidemocratico, qualsiasi ne siano le mascherature.
E ancora una volta verrà usato dal Potere per cercare di criminalizzare il movimento di lotta e per riaccreditare la tesi berlusconiana del necessario intervento poliziesco "per riportare ordine e disciplina".
Ma nè Gelmini nè tantomeno i nazifascisti fermeranno il grande movimento popolare in difesa della scuola pubblica.
Piero Bernocchi, Portavoce Nazionale Cobas Scuola