Al via l’anno scolastico: e sotto il grembiule c’è la scuola pubblica che non ce la fa più!
Dopo un’estate fatta di slogan e di blitz parlamentari a suo scapito, da domani la scuola riapre i battenti, a partire dagli istituti della Lombardia.
Un rientro che spazza via la cortina di fumo sollevata con le polemiche sui grembiuli e sul voto in condotta, per riportare drammaticamente alla luce la realtà della scuola italiana: una scuola vecchia, indietro di 50 anni, che non è propulsore della crescita economica, sociale e culturale del Paese.
Una scuola che dà sempre meno e scarica sugli studenti il carico dei suoi malfunzionamenti, con il pericoloso pasticcio del 5 in condotta, con la giungla dei debiti scolastici, con il ritorno del maestro unico alle elementari che danneggia bambini e famiglie.
Una scuola devastata dai tagli del governo Berlusconi: 8 miliardi in 3 anni che porteranno la scuola già da quest’anno in un circolo vizioso senza uscita, con l’indebolimento ulteriore della didattica, l’aumento del numero di studenti per classe e l’inevitabile crescita dei problemi legati al bullismo, l’abbassamento di fatto dell’obbligo scolastico a 13 anni, l’annullamento dei percorsi di integrazione per stranieri e rom e per il successo formativo dei disabili.
Il governo mette la scuola nel capitolo del risparmio, cercando di rassicurare il Paese con le ricette della scuola anni’50, inattuali e nocive per la scuola di oggi. Ricette snocciolate da un ministro incompetente mascherato da brava maestra, che non si confronta con nessuno nella sua corsa al rispetto degli obbiettivi di bilancio imposti da Tremonti.
La Rete degli Studenti sarà subito nelle scuole per far partire un forte movimento di opposizione e di proposta, per dimostrare al governo e al Paese che noi studenti vogliamo una scuola migliore, nella quale si possa stare bene e che serva al nostro Futuro. Lotteremo per questa scuola e saremo in piazza già ad ottobre, per chiedere finanziamenti, docenti competenti, strutture adeguate, e possibilità di accesso per tutti.