SCI: Istruzione e Formazione: l’insegnamento della Chimica
On. MINISTRO Giuseppe Fioroni
MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
ROMA
e p.c. Vice ministro Mariangela Bastico
Sottosegretario Gaetano Pascarella
Sottosegretario Letizia De Torre
Dott. Giuseppe Cosentino – Capo Dipartimento per l’Istruzione
Dott. Mario Giacomo Dutto – Direttore Generale per gli Ordinamenti Scolastici
Dott. Giuseppe Fiori – Direttore Generale per il Personale della Scuola
Dott.ssa Lucrezia Stellacci – Direttore Generale per lo Studente
Prof. Luigi Berlinguer – Presidente del Gruppo interministeriale per lo sviluppo della
Cultura Scientifica e Tecnologica
Onorevole Ministro,
come è sicuramente a Sua conoscenza, la Società Chimica Italiana (SCI) è una società scientifica che riunisce la maggioranza dei chimici italiani, sia provenienti dai settori dell’insegnamento universitario e della scuola, sia dai comparti dell’industria e degli enti di ricerca e controllo. La SCI ha tra i suoi scopi statutari la diffusione e il miglioramento delle cultura chimica e in particolare quello di promuovere e favorire lo studio della Chimica nella scuola e nell’università.
Stiamo seguendo il dibattito in corso e conosciamo le linee strategiche del governo in relazione alle tematiche inerenti i diversi cicli scolastici. Abbiamo occasione, sia come Società Chimica Italiana che in particolare della sua Divisione di Didattica Chimica (DDC), di essere interlocutori delle varie Commissioni che Codesto Ministero ha istituito in relazione alle problematiche che la modifica dei percorsi scolastici richiede. Accogliamo con favore le affermazioni sulla indispensabilità che venga assicurata a tutti i giovani che usciranno dalle nostre scuole una solida base scientifica e culturale. Siamo interessati a favorire l’apprendimento delle discipline scientifiche sperimentali, come la chimica, per il ruolo fondamentale che esse rivestono nel fornire una formazione che consenta ai giovani di operare nella realtà di oggi con consapevolezza ed autonomia. Come cittadini e futuri costruttori della nostra società dovranno essere in grado di interpretare e agire in maniera attiva e responsabile comprendendo il ruolo che la scienza e la tecnologia occupano, oggi sempre di più, nella nostra vita. Condividiamo la riduzione auspicata del tempo-scuola dei nostri studenti, purché questa non penalizzi le ore dedicate ai “laboratori”, intesi sia come attività sperimentali, che hanno un ruolo fondamentale nel processo di insegnamento-apprendimento delle scienze, sia come didattica laboratoriale in grado di guidare gli alunni a diventare soggetti attivi nella costruzione del proprio sapere.
Sono queste alcune delle “linee guida” che ci vedono coinvolti come SCI-DDC nel Piano ISS (Insegnare Scienze Sperimentali). E’ in questa ottica che noi collaboriamo alla “Indagine campionaria sull’uso delle infrastrutture e le attrezzature per la sperimentazione nelle discipline scientifiche” promossa dal Gruppo di Lavoro Interministeriale per lo Sviluppo della Cultura Scientifica e Tecnologica nell’ambito del “Censimento dei Laboratori scientifici”.
Altresì condividiamo le proposte di razionalizzazione degli 800 indirizzi formativi attualmente offerti dalla scuola superiore. Ridisegnare l’offerta formativa non deve significare semplicemente accorpare indirizzi, bensì studiare i diversi percorsi alla ricerca di aree trasversali che rispondano alle domande fondative dei differenti assi culturali e che siano coerenti con il mondo di oggi. Occorre ripensare l’assetto complessivo del percorso formativo, ove a scienza e tecnologia vengano assegnati spazi di reale frequentazione e di effettiva esperienza formativa. Per questa ragione esprimiamo il nostro totale dissenso circa l’ipotesi di accorpare le discipline Chimica, Fisica, Scienze della Terra e della Vita entro un generico contenitore denominato “Scienze”, proposta per l’Istruzione tecnica e professionale, ma che appare si voglia anche estendere ad altri indirizzi della Scuola Secondaria di II grado. E vogliamo sottolineare che tale dissenso non è dettato da una rivendicazione corporativa ma dalla consapevolezza che l’accorpamento privi gli studenti della possibilità di fruire di fondamentali chiavi di lettura del mondo e di importanti contesti reali, essenziali per un loro orientamento cosciente verso future scelte di studio e di lavoro. Dopo avere sperimentato gli approcci sensoriali nella scuola di base ed essere stati avviati alla costruzione dei primi modelli interpretativi nella scuola media, occorre che nel biennio di scuola superiore gli studenti imparino a frequentare ambiti disciplinari specifici.
Se la visione di una scienza integrata è accettabile ed anche proficua nei livelli scolastici inferiori (scuola primaria e secondaria di primo grado) – come testimoniano le attività svolte all’interno del Piano ISS – ai livelli superiori l’ oggetto di insegnamento/apprendimento deve essere rappresentato dalle discipline specifiche, differenziate tra loro in relazione ai differenti statuti, alle diverse metodologie, ai differenziati campi di indagine. Peraltro, se l’insegnamento “Scienze Naturali, Chimica e Geografia, Microbiologia” – già presente nella secondaria di II grado – può rappresentare un esempio di “scienza integrata”, le varie Azioni proposte dal Progetto Lauree Scientifiche, in particolare Orientamento e formazione degli insegnanti, Stage, Borse di Studio – sottoprogetti che vedono un ampio coinvolgimento della SCI – testimoniano della scarsa efficacia che tale insegnamento esercita nello sviluppare “vocazioni scientifiche specifiche” e più propriamente relative alla Chimica.
Inoltre, per ottenere un buon insegnamento in una disciplina occorre che chi la insegna disponga di una preparazione adeguata e di una esperienza di essa consolidata. E’ evidente che non è possibile avere una preparazione approfondita in quattro discipline distinte, che sono appunto oggetto di quattro corsi di laurea specifici i quali hanno in comune un numero di crediti assai esiguo. La comunità scientifica che la SCI rappresenta è consapevole che conoscere una disciplina, nel senso di dominarne la struttura, le molteplici successioni logiche, il lessico specifico, non è sufficiente per saperla insegnare. La SCI è però altrettanto convinta che il conoscerla a fondo rappresenti una condizione necessaria. .
Infine la SCI richiede che nella revisione dei percorsi scolastici della scuola superiore di II grado, nei vari anni di corso, sia sempre presente l’insegnamento della Chimica, con orari adeguati a consentire una significativa attività sperimentale.
La ringrazio personalmente per la Sua cortesia nel leggere quanto sopra e per l’attenzione che vorrà mostrare rispetto alle considerazioni ivi contenute. Le auguro un proficuo lavoro e, mi consenta, con cordialità,
Il Presidente della SCI
Prof. Francesco De Angelis