CISAL Scuola Lombardia: Comunicato 9 giugno 2008

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CISAL Scuola Lombardia: Comunicato 9 giugno 2008

Messaggiodi edscuola » 10 giugno 2008, 9:40

La fame e gli ostacoli che la consolidano, riflessioni

L’art. 3 della costituzione della Repubblica Italiana espressamente recita:
“E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limiti di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese”.
Un principio di alta moralità che deve spingere tutte le coscienze verso il profondo impegno, teso a concretizzare la necessità dell’eguaglianza dei cittadini per il pieno sviluppo della persona umana.
Ed è un principio che ovviamente, non deve ristagnare nell’ambito di una sola nazionalità di persone, ma che deve si essere la fonte di ispirazione di ogni singolo impegno di azione nazionale, che, però, non deve perdere la sua essenza, nel momento in cui si porta a concretizzare rapporti globali di esistenza universale.
Ed in questa necessità di smuovere gli ostacoli che non rendono possibile l’effetto eguaglianza dei cittadini, perché di cittadini si deve parlare oggi, in pieno terzo millennio e non di schiavi, si devono andare ad infrangere le condizioni che ancora permettono a milioni di esseri umani, di patire la fame.
Un rapporto della FAO, riferito agli anni 2001-2003, parlava di 854 milioni di persone sottoalimentate, di cui 820 milioni nei paesi in via di sviluppo,
25 milioni nei paesi in transizione e 9 milioni nei paesi industrializzati.
Oggi nel rapporto FAO pubblicato in occasione della riunione dei responsabili della Nazioni Unite, tenutasi a Roma nei primi giorni di questo mese di giugno, proprio per discutere sulla “fame” nel mondo, le persone che la soffrono, sull’intero pianeta, sono ancora 850 milioni.
Rapporti e confronti, si vanno tenendo in questi raduni, si tracciano impegni finali tesi ad assumere compiti utili a far cessare questo “crimine planetario”, come da più parti viene definito, ma come si evince dai dati posti a raffronto sopra, i risultati dicono chi soffre la fame deve continuare a stare in questo stato di indigenza.
E la colpa di questi dati si riporta sempre a sostenere che essi si riferiscono ai paesi del Terzo Mondo, ma come sopra evidenziato, non mancano affamati o sottonutriti, neanche nel Secondo Mondo e neanche nel Primo Mondi quale dovrebbe essere quello nostro.
Infatti 9 milioni di sottonutriti nei paesi industrializzati deve far pensare a tutti gli operatori economici, politici e sociali che laddove c’è una persona umana che muore di fame, non v’è civiltà.
E questa esistenza di inciviltà che va riferita a colpe di tutti quei paesi che “sazi”, portano avanti le loro politiche per la loro pingue esistenza, non va annientata, con la compassione o l’elemosina.
In tutti i paesi del terzo, del secondo e del primo mondo, dove come da rapporti internazionali, come detto, vi sono persone che soffrono la fame, non mancano né risorse naturali, né produzione agricola ad alto livello di produttività.
Ma tutto questo benessere è destinato ad essere esportato nella parte Occidentale del globo terrestre, intendendo per parte Occidentale tutte quelle sacche di pingue benessere di pochi, dove, pure non mancano come visto, sottonutriti o affamati, a causa di persone o di società multinazionali che decidono e speculano sui prezzi, senza alcun vantaggio degli addetti alla produzione.
Ora da più parti viene riportato attraverso inchieste mediatiche e non che l’attività speculativa di coloro che hanno in mano le redini dell’economia, le grandi società multinazionali, sono in diretta affinità con i governati dei paesi del terzo mondo, i quali si procurano personali benessere e lasciano che i benefici della risorse locali non vadano verso i propri connazionali, bensì verso le potenti organizzazioni economiche delle dette società.
Se questo è vero per i paesi poveri, allora mi chiedo chi permette che anche solo 9 milioni di persone umane, patiscano la fame del nostro così detto Primo Mondo.
Allora il fondo di tutto questo è proprio radicato nelle coscienze dei paesi ricchi che, non avendo ancora smaltito sul fondo del proprio animo, il concetto in ordina al quale parte dei cittadini devono vivere in schiavitù, producono conseguenze disastrose per l’uguaglianza dell’umana esistenza.
Ed a questo punto diventa urgente che il principio della nostra Costituzione Repubblica, vada ad inserirsi nell’azione quotidiana di ogni cittadino, per muoversi ogni momento con la propria coscienza e far sorgere nella coscienza globale dei responsabili a tutti i livelli, la necessità di adoperarsi a far cessare questa incongruenza della società che si ostina a dichiararsi civile.

Dott. Giacinto Sica
Presidente Unione Regionale
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