Manifesto per la Scuola della Repubblica

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Manifesto per la Scuola della Repubblica

Messaggiodi edscuola » 27 marzo 2008, 15:44

Sinistra per la conoscenza
Un contributo alla scuola della Costituzione

Ci rivolgiamo a coloro che la scuola la fanno e la vivono ogni giorno, a tutto il mondo della sinistra
che ha a cuore la scuola pubblica, affinché si riprenda con passione e determinazione il dibattito
sulla conoscenza e sui saperi, sulla centralità della scuola per lo sviluppo del nostro Paese.
Riteniamo perciò necessario, anche alla luce dello scenario politico che si sta configurando, aprire
un dibattito serio sulla conoscenza, come priorità per il Paese, prendendo spunto dal testo che
vogliamo sottoporvi non come sintesi, ma come avvio di una riflessione collettiva e aperta.
Non è più il momento di giocare di rimessa o di pensare che sia sufficiente la riduzione del danno.
Occorre mettere a fuoco alcuni contenuti in positivo, per costruire un progetto alternativo,
soprattutto di fronte a quelle scelte di privatizzazione che arrivano a considerare anche accettabile
un sistema dell’istruzione e della formazione professionale che svuota di valore il sistema pubblico,
per mettere sullo stesso piano scuola pubblica e scuola privata, in ciò palesemente contraddicendo
lo spirito della nostra Costituzione (vedi la legge regionale n.19/2007 di Formigoni in Lombardia).
Sta emergendo il rischio che posizioni centriste tendano a convergere; emerge un “modernismo di
facciata”, che in realtà maschera posizioni molto vicine su questioni fondamentali quali i
finanziamenti pubblici alla scuola privata, l’ammontare esiguo degli investimenti, il processo di
aziendalizzazione della scuola pubblica, l’efficientismo a scapito della qualità dell’istruzione.
Emerge un attacco incrociato alla scuola pubblica e laica, una tendenza trasversale ad annullare o a
rimuovere dalla memoria collettiva quel processo che ha caratterizzato l’evoluzione del nostro
sistema scolastico, con il suo patrimonio straordinario di storie, persone, esperienze,
sperimentazioni e voglia di migliorare.
L’ipotesi di un accordo sul reciproco ritiro da parte del Ministero della Pubblica Istruzione e della
Regione Lombardia dei rispettivi ricorsi in sede di Corte Costituzionale, dà di fatto il via
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all’attuazione della Legge regionale n.19 del 2007, che prevede il modello formigoniano già
sperimentato nella sanità lombarda e che di fatto si caratterizza per un attacco frontale alla scuola
pubblica.
Un bene comune
La conoscenza, premessa, veicolo, obiettivo di democrazia è un bene comune e, come l’acqua e
l'aria, indispensabile alla vita.
I saperi, le culture e il loro incontro promuovono cittadinanza, danno dignità e speranza alle donne e
agli uomini di ogni paese e sono fondamento per la loro emancipazione.
Il diritto di cittadinanza trova concretezza anche tramite il diritto allo studio che si attua in una
scuola intesa come luogo privilegiato di relazioni e saperi, formali e informali, tra generi e
generazioni.
Pensiamo ad una scuola luogo di elaborazione di pensiero critico e di un progetto culturale
alternativo a quello individualistico e neoliberista oggi dominante.
Una scuola che, accanto ad una garanzia di accesso, si pone l’obiettivo di superare le
disuguaglianze (sociali, di genere, di territorio), le diversità vissute come discriminazione, la
disparità dell’offerta formativa.
Una scuola aperta a tutte e a tutti.
Una scuola che, attraverso un’educazione permanente, accompagni e sostenga con competenza la
piena realizzazione della persona, rendendola protagonista della sua vita e delle sue scelte in un
percorso di formazione collettivo di cittadine e di cittadini.
Una scuola pubblica, laica, democratica e antifascista: la scuola della Costituzione.
Una ricchezza strategica
La conoscenza è una straordinaria ricchezza strategica per l’oggi e per il domani, strumento di
inclusione e coesione sociale e, come tale, non può essere ricondotta a logiche di mercato ma, al
contrario, va sostenuta con risorse e adeguati finanziamenti, garantendone la gratuità.
La convinzione che la cultura nelle sue diverse articolazioni sia l’espressione, tra le più alte, del
lavoro dell’uomo è un punto centrale della nostra riflessione, per cui avvertiamo come
particolarmente importante anche a livello scolastico la stretta connessione tra preparazione
culturale e prospettiva di lavoro. Per questa ragione riteniamo che la precarietà, assunta come
modello dell’organizzazione capitalistica del lavoro, non presupponga una formazione culturale
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qualificata né, di conseguenza, investimenti adeguati. Peraltro, la condizione di precarietà di chi
opera nel mondo della formazione impedisce la costruzione di una stabile relazione educativa tra
studente e docente, metodo concreto per un vero apprendimento.
La centralità del lavoro non significa prevalenza del mercato. Rifiutiamo una visione di scuola
aziendalistica ed efficientista, che certifica precocemente le difficoltà delle persone, non garantisce
le stesse opportunità di apprendimento nella fascia dell’obbligo di istruzione, ripropone e accentua
le disuguaglianze sociali.
Lo Stato, interprete dei bisogni dei propri cittadini e garante dei loro diritti, deve invece assicurare
un’offerta formativa che attui un progetto di scuola di tutti e per ciascuno sull’intero territorio
nazionale, garantendo una formazione di base qualificata e prevedendo l’inserimento lavorativo
solo dopo il percorso dell’obbligo di istruzione.
Scuola e territorio
La scuola ha un patrimonio immenso: esperienze, professionalità, competenze, idee e progetti.
La complessità e le caratteristiche stesse del sistema formativo richiedono alla scuola una
riflessione costante sul suo agire e sulla sua funzione, anche se la riuscita di un percorso educativo
non dipende solo dal contesto scolastico. Scuola, famiglia e società civile rappresentano i luoghi
cruciali nella costruzione delle identità.
È urgente un nuovo progetto: una struttura a rete che, mantenendo la sua centralità all’interno della
scuola e nel riconoscimento del protagonismo delle componenti scolastiche, delle competenze e dei
livelli di responsabilità esistenti, si alimenti del contributo degli Enti Locali, delle forze sociali,
culturali e sindacali, in una logica di programmazione territoriale condivisa e partecipata. In
un’alleanza tra saperi e esperienze, tra ricerca e buone pratiche.
Alcuni obiettivi
Una scuola pubblica intesa come luogo di incontro, di formazione e di benessere collettivo, richiede
di essere definita e consolidata anche attraverso il perseguimento di obiettivi concreti, quali:
 nido d’infanzia con ruolo educativo e sociale, organizzato e gestito secondo i bisogni
espressi dal territorio;
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 scuola per l’infanzia garantita, con l’obbligo di frequenza per l’ultimo anno, in riferimento
al suo alto valore educativo;
 tempo pieno e prolungato riconosciuto come scelta pedagogica rispondente ad una società
inclusiva, da promuovere su tutto il territorio nazionale e per tutti coloro che lo richiedano;
 obbligo d’istruzione ai 16 anni (tendenzialmente a 18 anni), con un biennio unitario e
orientativo finalizzato al superamento della dicotomia tra indirizzi esclusivamente
professionalizzanti e indirizzi formativo-culturali;
 educazione degli adulti e formazione permanente, come condizione indispensabile per
rispondere efficacemente ai bisogni di conoscenza e per contrastare il fenomeno
dell’analfabetismo, anche di ritorno.
Il futuro
Oggi, perché sia davvero rivoluzionaria, la conoscenza ha bisogno di rifondarsi, con coraggio, con
onestà. Il fenomeno dell’immigrazione suscita resistenze, difficoltà, denuncia incapacità
nell’affrontarlo, tuttavia è la sfida civile e solidale che ci sentiamo di assumere perché diventi la
risorsa straordinaria su cui puntare per condividere un futuro comune.
L’incontro con l’altro ridefinisce e arricchisce le nostre identità coinvolgendole in un cammino
imprevedibile. Se la conoscenza è strumento di democrazia, allora la scuola per prima deve
misurarsi con questa realtà ripensandosi complessivamente. Non basta aggiungere ore, frasi ai
programmi, aule, progetti ad hoc…
Formazione dei docenti, programmi disciplinari, metodi e didattica, competenze, composizione
delle classi…, tutto il sistema scolastico va ripensato. Si impone una riflessione profonda, una
proposta forte, innovativa, nostra.
Già in diverse scuole d’infanzia le bambine e i bambini, provenienti da altri paesi sono in numero
maggiore degli autoctoni. Potranno frequentare la scuola superiore e potranno affrontare studi
universitari solo se gliene daremo la possibilità. Siamo convinti e abbiamo sperimentato che chi
proviene da altri paesi porta con sé origini diverse, affetti e nostalgie, ma anche volontà e speranza.
Per questo c’è bisogno di una scuola nuova, che offra a tutte e a tutti pari opportunità, sulla base
della pratica del rispetto della persona e dei suoi diritti, così come sono sanciti dalla nostra
Costituzione.
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La valorizzazione delle diversità e l’integrazione interculturale comportano fatica, a volte conflitto,
anche interiore, ma è un investimento che parte da lontano, dal credere che le relazioni umane siano
il vero antidoto contro l’isolamento, l’esclusione, l’infelicità.
Occorre che vecchi e nuovi saperi abbiano piena cittadinanza, siano strumento di arricchimento
personale e collettivo, soprattutto ci rendano cittadine e cittadini del mondo, più vicini e più uguali,
assumendo l’altro come parte di noi.
Diritti civili, globali e solidarietà saranno l’orizzonte strategico di una nuova conoscenza.
marzo 2008
I 194 Firmatari: Mario Agostinelli, Sandro Barzaghi, Ines Biemmi, Roberto Biorcio, Patrizia Bortolini, Franco
Calamida, Giovanna Capelli, Adele Costa, Tina D’Amicis, Fabio De Nardis, Gemma Demagistris, Raffaele Di Paolo,
Marco Donati, Giuseppe Farinella, Loredana Fraleone, Jole Garuti, Giorgio Giovannetti, Giuseppe Landonio, Giuseppe
Lassandro, Liliana Leotta, Gennaro Loffredo, Giacomo Manfredi, Luciano Muhlbauer, Andrea Papoff, Stefano
Piccinini, Patrizia Quartieri, Dina Rimauro, Giorgio Riolo, Basilio Rizzo, Giannella Sanna, Pina Sardella, Maria Grazia
Savardi, Osvaldo Squassina, Luca Stanzione, Giancarlo Torricelli, Laura Vicariotto, Vincenzo Viola,
Luca Abardo, Roberto Acerboni, Flavio Albrici, Antonio Altrui, Sandro Angelotti, Roberto, Attanasio, Renata Averna,
Emilio Ballarè, Maria Carla Baroni, Dino Barra, Bruno Belletti, Maria Paola Belloni, Lucio Benaglia, Lucia Bertolini,
Licia Betterelli, Nicoletta Bigatti, Mara Boffa, Franco Bordoli, Mauro Borromeo, Carmen Bruno, Eva Caianiello, Fabio
Caimmi, Ilmari Cuevas Cairo, Gianni Caminiti, Daniela Campiotti, Alessandra Cangemi, Silvana Cantù, Laura
Cantelmo, Marinella Catanzaro, Tiziana Catto, Giancarla Cavenaghi, Giulio Cengia, Alberto Ciullini, Vincenzo Civello,
Marco Coccino, Sonia Coloru, Angelo Colognesi, Silvia Cortesi, Pierangela Costa, Silvana D’Acri, Marco Dal Toso,
Cristina Dall'Orto, Beatrice Damiani, Beatrice Damin, Carmine D'Andrea, Pietro Danise, Maria De Pasquale, Gian
Alfredo Dell'Avo, Alba Dell'Acqua, Graziano Dell'Acqua, Claudia Dell'Olio, Luigi Destri, Francesco Di Garbo,
Erminia Emprin Gilardini, Antonella Fachin, Mariangela Facheris, Frank Ferlisi, Maria Fesi, Giovanna Filipcic, Rita
Fiorani, Giuseppe Fiorito, Elisabetta Galli, Federico Gamberini, Manuela Garavaglia, Angela Giglio, Tina Giovini,
Marvi Gobbi, Paolo Gozzo, Giuseppe Maria Greco, Rosanna Imperato, Jan Jensen, Domenico Jervolino, Massimiliano
Lepratti, Antonella Loconsolo, Elisabetta Longari, Patrizia Lorini, Antonio Lupo, Sergio Maestroni, Silvano
,Magnabosco, Raffaele Mantegazza, Maria Luisa Mantovani, Giuseppina Marconi, Michela Matera, Gennaro ,Maurello,
Alberto Mazza, Riccarda Messina, Bruna Mestrini, Muro Nani, Amalia Navoni, Alfia Nicotra, Enrica Noseda, Antonio
Oldani, Nice Oliari, Giuseppe Ortolano, Stefano Panigada, Alessandro Paolillo, Francesco Papetti, Miriam Parigi, Rita
Parozzi, Luciano Pasetti, Chiara Passani, Rosa Pastore, Maria Paulicelli, Simonetta Pavan, Gianfranco Pavia, Luciana
Pellegreffi, Giancarlo Pennacchietti, Francesco Pensa, Marina Penzo, Angela Persici, Sara Pezzei, Aldo Pirola, Chiara
Pirola, Federica Pirola, Angelo Pisoni, Riccardo Poggi, Alessandro Pollio Salimbeni, Giuseppe Pozzi, Tiziana Pozzi,
Ester Prestini, Eugenia Pugliese, Daniela Radaelli, Rosaria Re, Paolo Repossi, Silvia Ricci, Cecilia Righi, Delia Righi,
Loris Riva, Alessandro Rizzo, Augusto Rocchi, Adele Folcia Rossi, Livia Rossi, Giampiero Rudi, Maria Antonietta
Saraceno, Mariagrazia Savardi, Francesca Savoia, Salvatore Severini, Giorgio Sgarbi, Roberto Signorini, Maria Rosa
Strocchi, Orazio Sturniolo, Rosa Maria Suriano, Daniela Taccone, Maria Luisa Tornesello, Paola Torra, Lorenza
Ungaro, Angelo Valdameri, Costanza Varriale, Roberto Vassallo, Fabio Vergottini, Paola Vidulli, Ilaria Villa, Adriano
Voltolin, Diego Weisz, Simone Zambelli, Livio Zeller, Ludovico Zodiaco
Per adesioni inviare mail a manifestoperlaconoscenza@yahoo.it
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