CIDI: Un investimento, non una spesa!

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CIDI: Un investimento, non una spesa!

Messaggiodi edscuola » 11 marzo 2008, 13:31

Un investimento, non una spesa!

Nota del Cidi in vista delle elezioni politiche del 13/14 aprile 2008
Il confronto elettorale per il rinnovo del Parlamento italiano trova ancora una volta il Cidi attento
osservatore del modo in cui le varie forze politiche si propongono di affrontare i problemi della
scuola e dell’istruzione nella prossima legislatura.
La centralità della scuola
Richiamare l’attenzione dei partiti sulla centralità della scuola di tutti e sulle azioni necessarie a
garantirne il rinnovamento e lo sviluppo, non può certo essere considerato l’espressione di una
visione settoriale e corporativa, dal momento che al centro dell’azione educativa della scuola sono le
giovani generazioni e, dunque, il futuro del Paese.
Dati allarmanti sulla cultura degli italiani ci dicono del persistere di ritardi storici a cui vanno
sommandosi nuove forme di analfabetismo anche tra chi ha frequentato la scuola per molto tempo.
Ciò mette a rischio il grado di civiltà e di democrazia del nostro Paese e crea serie difficoltà allo
stesso sviluppo economico.
C’è bisogno, perciò, di uno sforzo straordinario per rendere l’attuale sistema scolastico più efficace,
più inclusivo, più qualificato.
È un impegno che la scuola è in grado di raccogliere. Ma sa anche di non poterlo sostenere se
lasciata sola.
È necessario, dunque, che la politica e la società civile investano, in modo visibile e reale, su questa
scelta.
Le questioni aperte
Numerose sono le questioni aperte che chiedono solleciti provvedimenti e cospicui stanziamenti da
realizzare secondo una visione organica e unitaria: la generalizzazione della scuola dell’infanzia;
l’ulteriore diffusione degli Istituti comprensivi; l’organico funzionale; la riforma degli Organi
collegiali e territoriali; una compiuta autonomia delle scuole; regole e modalità per l’autonomia di
ricerca, sperimentazione e sviluppo; un sistema qualificato di prima formazione e formazione in
servizio; un sistema nazionale di valutazione indipendente, in grado di operare a garanzia del valore
pubblico e sociale degli apprendimenti; un biennio superiore unitario, con una ridefinita area comune
e indirizzi equivalenti per qualità educativa; il riordino degli indirizzi della scuola superiore, a
incominciare dagli Istituti tecnici e professionali; un qualificato sistema di istruzione e formazione
professionale post obbligo; un sistema di educazione per adulti. Salvaguardando, nel contempo, il
valore unitario e nazionale della scuola pubblica a presidio dell’identità culturale e democratica del
nostro Paese e dei diritti di cittadinanza.
Infine, la questione degli insegnanti
C’è bisogno di un concreto sostegno agli insegnanti, di valorizzarne la professionalità,
riconoscendone - attraverso scelte concrete – l’ impegno e le responsabilità.
Gli insegnanti vivono una crisi di identità rispetto al loro mandato sociale che alimenta
demotivazione e disaffezione al lavoro se sommata alla difficoltà di sviluppare un’azione
educativa in grado di rispondere alla crescente complessità dell’insegnare e dell’apprendere oggi;
all’idea - diffusa in buona parte della società – che la cultura non sia un valore e la scuola una
grande opportunità; al continuo e irresponsabile attacco mediatico ispirato da chi vuole
privatizzare la scuola pubblica; alle basse retribuzioni neppure raffrontabili a quelle europee; alle
spesso difficili e scoraggianti condizioni di lavoro.
Ciò deve creare allarme e deve impegnare tutti affinché vengano recuperate e rafforzate quella
certezza e quella fiducia nei confronti degli insegnanti, necessarie al dispiegarsi delle tante
potenzialità di cui pure la scuola è ricca.
Occorre, dunque, impegnarsi per avviare importanti processi di cambiamento realizzabili solo
attraverso la partecipazione attiva del mondo della scuola, la verifica costante delle azioni messe in
atto, la coerenza e la continuità di direzione politica.
Mantenere quanto di positivo è stato realizzato
E’ auspicabile perciò che il passaggio alla nuova legislatura sviluppi senza interromperli alcuni
processi positivi che, pur tra luci e ombre, sono già stati avviati. Tra questi, soprattutto,
l’innalzamento dell’obbligo di istruzione a dieci anni, la cui attuazione è tuttora in fase sperimentale.
Innalzare l’obbligo di istruzione all’età dell’adolescenza è un importante obiettivo: una tappa storica
e strategica dello sviluppo del sistema scolastico italiano e del Paese, che ci pone finalmente al passo
con l’Europa; è una grande impresa, assai impegnativa, di forte valore sociale, da far percepire come
conquista dell’intera società.
L’obbligo al biennio è lo snodo anche per un processo di innovazione dell’intera scuola di base,
dove un passaggio fondamentale è rappresentato, per la prima volta, dalla continuità curricolare dalla
scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di primo grado. Una innovazione che segna l’avvio di un
rinnovamento dell’insegnamento delle discipline scolastiche, oggi particolarmente necessario per
garantire una scuola di qualità per tutte le ragazze e i ragazzi; un modo per ripristinare quella ‘serietà
degli studi’, da più parti invocata, senza con ciò ricadere nella vecchia scuola, nozionistica,
autoritaria e selettiva.
Investire per il rinnovamento
La scuola i cui principi, valori, compiti - libertà, uguaglianza, laicità, pluralismo, solidarietà,
cooperazione, inclusione, cittadinanza - sono delineati nella nostra Costituzione, è la più grande
garanzia di democrazia che il Paese abbia: è dovere di tutti valorizzarla, e può esserlo solo attraverso
un rinnovamento che la veda protagonista.
Per questo
c’è bisogno di politiche di lungo respiro che diano il senso di una direzione di marcia volta a
riaffermare pienamente il valore sociale dell’istruzione pubblica e a ridare slancio e motivazione ai
tanti soggetti che in essa e per essa operano.
E c’è bisogno che le forze politiche si impegnino ad innalzare l’incidenza della spesa per l’istruzione
sul totale della spesa pubblica già con la prossima legge finanziaria: senza tale preciso impegno,
infatti, ogni dichiarazione sulla scuola non sarà credibile.

Roma 7 marzo 2008
edscuola
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