di edscuola » 11 novembre 2012, 6:33
LETTERA APERTA al Ministro dei tablet, dei quiz e del bastone
Signor Ministro,
Lei deve essere un uomo che mantiene le promesse. Aveva esordito nel suo
mandato promettendo l'attuazione dell'organico funzionale, che aveva costituito il fiore all'occhiello della “riforma” Berlinguer; quel “fiore all'occhiello” restò nel mondo dei desideri, poiché il passaggio all'organico funzionale di scuola avrebbe richiesto un surplus di personale e quindi cospicui investimenti. Invece, già allora, si lavorava nelle ristrettezze: poche risorse finanziarie per il personale e per le strutture, organici sempre più ridotti, classi sempre più affollate, nessun investimento in ricerca e formazione culturale. D'altra parte, in un momento in cui alla scuola viene richiesta, per giunta, una (forse indebita) azione di supplenza sociale il personale dovrebbe essere adeguato alle molte e complesse esigenze degli studenti. Soprattutto, non dovrebbero esistere classi sovraffollate né si dovrebbe lasciare senza aiuto quegli studenti che, per le ragioni più varie, hanno bisogno di sostegno. O almeno, così dovrebbe essere in una società civile e rispettosa dei diritti di tutti.
Ma Lei, signor Ministro, è un “tecnico”: e quindi, più che per la società civile si batte per la società “moderna”. In quanto “tecnico”, individuato il problema deve trovare soluzioni. Ad esempio, se si promette l'organico funzionale e il problema sono le risorse che mancano, la soluzione è già a portata di mano. È vero, non si possono assumere i docenti necessari per la realizzazione dell'organico funzionale, ma, per giungere allo stesso risultato, basta aumentare l'orario di lavoro degli insegnanti in servizio – 6 ore in più (cioè un terzo dell'orario di cattedra) e si avrà un terzo di forza-lavoro in più a costo zero. Ma sì, si sarà detto Lei, siamo pur magnanimi: diamo anche quindici giorni di ferie in più a questi insegnanti, così il loro discredito di fronte all'opinione pubblica aumenterà ancora un po'. A costo zero. Vergogna ministro! La sua è stata una trovata furbesca e offensiva; come la sua degna collega Gelmini, che l'ha preceduta, ha dimostrato sia disprezzo verso i lavoratori della scuola sia la capacità di tirar fuori dal cappello del prestigiatorelapromessadel tablet,cheèl'omologodellalavagnamultimedialediGelmini.Etuttie due, tablet e lavagna multimediale, non hanno una funzione diversa da quella dei mitici “grembiulini” con cui il peggior ministro dell'istruzione italiano (almeno sinora) voleva riportar l'ordine nelle confuse scuole italiane. Sono puri feticci, specchietti per le allodole volti a far propaganda e a confermare luoghi comuni. Intanto il suo Ministero ha lavorato in modo cialtrone: dai test per il concorso dei dirigenti a quelli per il TFA, zeppi di quesiti errati, al pasticcio del concorso più inutile del mondo che, già a partire dal bando offre appiglio a decine di ricorsi, all'ultima provocazione dell'innalzamento dell'orario dei docenti a 24 ore, tutto indica il pressapochismo da dilettanti con cui i suoi superpagati funzionari hanno operato.
Grazie al favore di una stampa che si può, benevolmente, definire collaborazionista Lei ha cercato di confondere ulteriormente l'opinione pubblica, facendo credere che, finalmente, i problemi della scuola italiana sarebbero stati risolti. Ma chi a scuola studia e lavora sa che il suo Ministero non ha fatto che aggravare i problemi già esistenti: gli edifici scolastici cadono a pezzi, le aule sono strapiene di studenti, diviene impossibile ogni azione di recupero e, in molti casi, anche di insegnamento dignitoso, i lavoratori della scuola hanno retribuzioni ferme da anni e scatti d'anzianità bloccati. Già nel 2000 un suo collega “tecnico” anch'esso, Tullio De Mauro, aveva dichiarato che gli stipendi dei docenti italiani erano “scandalosamente bassi”: da allora il peggioramento è stato netto. Se poi guardiamo all'aspetto culturale, le nostre scuole stanno diventando recinti asfittici in cui una soffocante pseudo-pedagogia si accompagna all'inaccettabile burocratizzazione del mestiere dell'insegnante. Abbiamo perso almeno due generazioni di insegnanti, vessati dal precariato – e il suo governo ci propone di tenere in servizio, mediamente ancora per una decina d'anni, la più vecchia classe docente di tutta Europa.
Egregio Ministro, La politica dell'annuncio e del decisionismo non ci piace, faccia piuttosto qualcosa di buono e di concreto per la scuola e -visto che oggi è in compagnia di importanti esponenti del principale partito della sua maggioranza, di quelli che dicono di avere a cuore le sorti della scuola pubblica- si impegni, con loro, a restituire alla scuola statale quel paio di decine di miliardi di euro che ci distanziano dagli altri Paesi europei. E abbia l'onestà di tornare a parlare di scuola solo dopo aver affrontato e risolto, evitando trucchi indegni di un uomo di cultura, almeno qualcuno dei problemi che abbiamo fin qui elencato.
Cordialmente,
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