Il popolo della scuola nello sciopero generale e nelle manifestazioni del 14 novembre
Contro la distruzione della scuola pubblica, con l’Europa che lotta
Il 27 ottobre il No Monti Day ha visto a Roma molte decine di migliaia di persone manifestare contro il governo, la legge di “in-stabilità” e le politiche disastrose di Monti e dei partiti che lo appoggiano. Insieme a tanti lavoratori/trici del pubblico e del privato, docenti “stabili” e precari, Ata e “indidonei”, studenti medi e universitari hanno protestato in particolare contro il continuo impoverimento dell’istruzione pubblica che il governo Monti, proseguendo le politiche scolastiche di Gelmini e Fioroni, Berlinguer e Moratti, vorrebbe ulteriormente imporre nella legge di in-stabilità e con il varo della Aprea-Ghizzoni. Nel quadro generale di un massacro sociale che doveva abbattere un debito pubblico aumentato invece in un anno del 10% e che ha colpito i settori più deboli e disagiati, mentre nulla pagano gli evasori fiscali, i grandi patrimoni, banche, gruppi finanziari e industriali, e i corrotti delle caste politiche e manageriali, è ancora una volta la scuola la vittima sacrificale. Per essa la legge che verrà votata alla Camera tra il 14 e il 16 novembre prevede l’aumento dell’orario (a parità di salario) di un terzo ai docenti delle medie e delle superiori e l’espulsione di altre decine di migliaia di precari; la deportazione degli insegnanti “inidonei”, il blocco infinito di contratti e scatti di anzianità. E a tale scempio si aggiunge la legge Aprea-Ghizzoni, passo decisivo per l’aziendalizzazione della scuola, l’eliminazione degli organi collegiali, la vittoria della scuola-quiz; nonché il concorsaccio per dividere e ricattare ulteriormente i precari.
Ma abbiamo una occasione decisiva per bloccare questo disastroso processo grazie allo sciopero generale del 14 novembre. Esso è partito da tutti i sindacati e movimenti sociali spagnoli, in lotta da tempo contro la crisi: e si è poi esteso al Portogallo, alla Grecia e ad altri paesi europei. La sconfitta delle politiche liberiste non può avvenire in un solo paese: dunque è cruciale che il 14 sia una grande e unitaria mobilitazione popolare europea.
Perciò i COBAS hanno indetto per il 14 lo sciopero generale di tutte le categorie, che avrà una particolare incidenza nella scuola grazie anche al contributo degli studenti nelle numerose manifestazioni che si svolgeranno a:
Roma (P. della Repubblica ore 9.30)
Torino (P. Arbarello ore 9.30)
Palermo (P. Politeama ore 9.30)
Firenze (P. S. Marco ore 9)
Pisa (P. S. Antonio ore 9)
Cagliari (P. Garibaldi ore 9.30)
Genova (P. de Ferrari ore 9.30)
Brescia (P. Garibaldi ore 9)
Salerno (P. Portanova ore 10)
Catania (P. Roma, ore 9.30)
Vasto (P. Spataro ore 9)
Pistoia (P.Duomo. ore 9,30)
Bologna, Napoli, Trieste, Brindisi, Lucca, Lecce (piazze da decidere) e in altre città i cui appuntamenti verranno comunicati a breve.
Nelle piazze italiane e in particolare a Roma davanti al Parlamento, ove si svolgeranno le votazioni sulla legge di in-stabilità, chiederemo con forza la cancellazione del folle aumento del 33% dell’orario di lavoro - mai imposto ad alcuna categoria in Italia o in Europa -, del blocco dei contratti e degli scatti di anzianità, del concorsaccio per i precari, della deportazione degli “inidonei” e della legge Aprea-Ghizzoni, per l’assunzione dei precari e massicci investimenti nella scuola pubblica. E insieme a tutti gli altri lavoratori/trici, studenti, pensionati e disoccupati diremo basta al governo Monti e ai partiti che lo sostengono, alle politiche recessive di austerity, al fiscal compact, alle politiche liberiste imposte all’Europa dal governo tedesco, dalla BCE, dalla Commissione Europea, dalle caste parlamentari e padronali.
Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS