Sostegno negato agli alunni disabili: ancora una volta l’amministrazione latita e le famiglie per soddisfare un loro diritto sono costrette a rivolgersi al giudice. Il quale non può che applicare la legge e assegnare le ore.
Non si possono far pagare ai disabili le disfunzioni della macchina organizzativa scolastica. Secondo l’Anief è questo il senso della sentenza n. 8266, emessa il 3 ottobre dal Tar del Lazio, che ha accolto il ricorso dei genitori di un alunno con deficit di apprendimento, iscritto alla scuola primaria, assegnandogli 22 ore settimanali di sostegno anziché le sole 6 di cui usufruiva nell'anno scolastico precedente.
Del resto, quanto espresso dal giudice amministrativo non fa altro applicare la normativa vigente sulla formazione degli alunni con bisogni “speciali”: si rifà, infatti, all’art. 12 della Legge 104/92, che tutela il diritto soggettivo all'educazione e all'istruzione degli individui disabili, e all’art. 40 della legge 449/97, che ha introdotto le assunzioni a tempo determinato degli insegnanti di sostegno in deroga al rapporto medio alunni-docenti.
Perentorio il testo della sentenza del Tar del Lazio: "l'esiguità dell'organico non può pregiudicare il diritto fondamentale all'istruzione del disabile grave, essendo tenuta l'Istituzione Scolastica a provvedere a soddisfarlo - in deroga al rapporti docenti-alunni ordinario - attraverso contratti a tempo determinato con insegnanti di sostegno".
Ancora una volta la giustizia deve così supplire all’assenza dell’amministrazione ed in particolare delle direzioni degli Uffici Scolastici Regionali, che hanno il dovere di autorizzare posti in deroga per il sostegno specializzato agli alunni con handicap o con limiti di apprendimento.
“Quanto è accaduto – sostiene il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico – fa ancora più scalpore, perché avviene a poco tempo di distanza da una sentenza della Corte Costituzionale che ha abolito il limite dell’assegnazione dei posti in deroga. Costringere ancora le famiglie a ricorrere al giudice per vedersi assegnare un loro diritto significa che l’amministrazione scolastica continua a non volere ammettere l’ovvio”.
“In passato l’Anief – continua Pacifico – aveva convinto le direzioni scolastiche ad autorizzare le nomine di questo tipo, ma la spending review ha di nuovo fatto tornare indietro il nostro Paese sul fronte del diritto allo studio da garantire a tutti i nostri ragazzi. Per cui ancora oggi, incredibilmente, il ricorso al Tribunale amministrativo rimane l’unica soluzione. Le famiglie è bene che sappiano che possono farlo anche nel corso dell’anno scolastico: nessun giudice potrà infatti negare ai loro figli le ore di sostegno di cui hanno bisogno durante la permanenza a scuola”.
Per avere informazioni e/o adeguato supporto basta scrivere a sostegno@anief.net.