BEFFA ALLE SCUOLE
L'ESENZIONE DALLA TASSA RIFIUTI TAGLIA I FINANZIAMENTI
Il Decreto 'Milleproroghe', recentemente approvato in Parlamento, all'art. 33 bis prevede l'esenzione dal pagamento della tassa sui rifiuti (TIA o TARSU) a partire dal 2008, ma istituisce anche un corrispondente taglio di 38,7 milioni di euro ai due "capitoloni" che dallo scorso anno alimentano le scarse finanze delle scuole, e cioè i fondi per il funzionamento e quelli per le prestazioni aggiuntive del personale.
Un ulteriore attacco alla qualità del servizio di istruzione che non mancherà di lasciare il segno in un sistema scuola già duramente provato dai consistenti tagli operati nell'ultimo quinquennio. E' vero che il provvedimento riduce l'onere della tassa per le scuole, ma i tagli sono pesanti e nulla si dice a sanatoria dei debiti per le tasse degli anni precedenti.
"Che dire delle proteste perché i finanziamenti dei genitori venivano talora utilizzati per pagare la tassa sui rifiuti? -chiede Rita Di Goro, presidente dell'A.Ge. Toscana- In un perverso gioco delle tre carte, saranno ancora una volta i genitori a dover fare fronte alle spese necessarie a causa dell'insufficienza dal finanziamento statale".
Come denuncia la testata specialistica Tuttoscuola in data 3 marzo 2008, l'incidenza della spesa per l'istruzione sul totale della spesa pubblica si e' ridotta nel 2006 all'8,8%; nel 1990 era pari al 10,3%. "Se la spesa per scuola e formazione fosse cresciuta secondo la media della spesa pubblica totale -sottolinea Tuttoscuola- oggi ci sarebbero 10,8 miliardi di euro di risorse aggiuntive per l'istruzione ogni anno".
È evidente che non è possibile risolvere i problemi della scuola a costo zero, riducendo i finanziamenti, tagliando cattedre e riempiendo le classi fino all'inverosimile (fino a 28 bambini alla scuola dell'infanzia, 25 alla primaria per giungere a un massimo di 32 alle superiori).
Se si vogliono realizzare economie, che il Ministero faccia una seria verifica delle classi meno numerose (ne esistono anche sotto i 15 alunni), sulle scuole con meno di 500 alunni e apporti tagli ove necessario, senza gravare ulteriormente su chi, come la scuola toscana, ha già dato oltre misura.
Si utilizzino i fondi recuperati con la lotta all'evasione fiscale per investire sul futuro del nostro Paese e sul successo scolastico dei nostri figli. "Ho restituito al fisco 56 milioni di euro -ha dichiarato Stefano Ricucci- spero che lo Stato ne faccia buon uso".
E quale uso migliore che investire nella scuola e nella ricerca?
L'A.Ge. Toscana ha scritto a tutti i Consigli di Istituto e ai Collegi dei Docenti invitandoli a deliberare contro i tagli alla scuola e a chiedere ai candidati della propria Circoscrizione elettorale di impegnarsi a investire in Scuola e Ricerca.