Svegliati Italia
In tutti i discorsi dei politici, a qualsiasi schieramento essi appartengano, si risalta e si puntualizza sull’importanza dell’istruzione dei giovani. Le belle parole si sprecano. Ma è nei fatti che i conti non tornano. Assistiamo ogni giorno a disposizioni e provvedimenti che aggravano ed inaspriscono gli animi, affievoliscono la volontà e minano inesorabilmente nel fisico la classe docente, sempre in prima fila a gestire e governare sul campo i processi didattici e formativi. Con burocrati, dirigenti scolastici, genitori, studenti, opinione pubblica, che vedono l’insegnante come un nemico da combattere e non già come un interlocutore autorevole, artefice dell’istruzione delle future generazioni, che a fianco delle Istituzioni opera per migliorare questa società, professionista qualificato per intervenire nel processo di crescita sociale e professionale degli studenti, è chiaro come diventa ogni giorno sempre più arduo e deprimente lavorare. Recarsi al lavoro dovrebbe essere oltre che un dovere, un piacere, vivere l’ambiente di lavoro con serenità e non pensare ad un ambiente ostile, la normalità. Nessuno può pensare che una società che evolve lasci un settore senza cambiamenti, questo vale anche per la scuola. Si è tentato per molti anni di cambiare la scuola, poi è arrivato il peggior Ministro dell’istruzione (ma al peggio non c’è fine), quello con minori titoli a rivestire il ruolo, nominato solo per meriti partitici o di appartenenza e, come per incanto, è riuscito dove altri hanno fallito, sotto l’attenta e paterna sovrintendenza del MEF. Quello che non convince e disorienta è l’intervento indiscriminato senza un progetto, un programma, un obiettivo se non quello di tagliare le risorse per risparmiare, proprio in un settore dove la produttività non si misura in “numero di bulloni prodotti”, ma nella capacità, efficienza ed efficacia, di una società, di affermarsi nel futuro. Sono così tanti i provvedimenti attuati in questi pochi anni, che si rischia di dimenticarne qualcuno. Quello che hanno in comune è che hanno aggravato notevolmente il lavoro del docente; tra questi spostare l’attenzione dal lavoro d’aula ai progetti trasformando le scuole in “progettifici”. A questo si aggiunge il comportamento di una società che ha smarrito il concetto di merito e pensa più all’affermazione sociale attraverso la furbizia. Solo in Italia si ritiene che l’essere furbi vale più dell’essere intelligente. Per i noti motivi di natura economica è stato bloccato lo stipendio, gli scatti di anzianità ed il rinnovo del contratto. Malgrado le difficoltà è stato ingoiato il rospo, con la speranza che fosse l’ultimo provvedimento negativo. Nel contempo è stato aumentato il numero di alunni per classe, aumentato il lavoro burocratico, dato potere ai Dirigenti scolastici, accorpato scuole, cancellato plessi, ridotto il personale ATA, cambiate le norme sul contenzioso, stravolto il contratto esistente unilateralmente senza discuterlo con le parti. Quando si pensa che sarà l’ultimo provvedimento, si ricomincia: i docenti inidonei vengono declassati ad Assistenti Amministrativi o Collaboratori scolastici; così per la prima volta nella storia dei pubblici dipendenti si realizza un altro primato: il lavoratore che, anziché migliorare nella carriera, retrocede. Nella classifica mondiale, i docenti italiani sono quelli che lavorano di più ed hanno uno stipendio inferiore alla media, così arriva un altro provvedimento (per ora annunciato) aumentare del 33% l’orario di lavoro tutto di un colpo a parità di stipendio, anzi a stipendio ridotto. Il tutto come sempre senza contrattare niente, la causa e sempre la solita, la crisi economica. Però la crisi economica tocca solo i lavoratori ed il ceto medio basso. Nessun intervento è stato fatto contro le banche, le rendite finanziarie, i grandi capitali, l’evasione fiscale (quella vera), l’esodo dei capitali all’estero, i costi della politica. Il divario tra i paesi che mettono al primo posto la qualità della vita e l’uguaglianza sociale ed il paese che tutela i furbi e le caste (l’Italia) si aggrava sempre di più.
Monti ci ha deluso, avevamo riposto molta fiducia in Lui. Ci siamo accorti che è stato voluto dai” poteri forti”, che esistono, eccome. Si scopre che è sempre stato integrato nel gotha mondiale della finanza, della politica, delle banche, insieme al figlio. Ancora una volta l’Italia sta perdendo il treno mondiale dello sviluppo, della moralizzazione della politica, della società in generale, della meritocrazia. Svegliati Italia.
coordinatore Fed. Gilda_Unams Calabria
Prof. Antonino Tindiglia