Confsal: SCIOPERO NAZIONALE LAVORATORI PUBBLICI 28 SETTEMBRE

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Confsal: SCIOPERO NAZIONALE LAVORATORI PUBBLICI 28 SETTEMBRE

Messaggiodi edscuola » 18 settembre 2012, 19:07

Vertenza Pubblico Impiego: la misura è colma

SCIOPERO NAZIONALE DEI LAVORATORI PUBBLICI 28 SETTEMBRE 2012

di Marco Paolo Nigi



E’ sciopero dei lavoratori del Pubblico Impiego.

Dopo la dichiarazione di mobilitazione di giugno 2012 e le conseguenti e ricorrenti manifestazioni nazionali e territoriali organizzate dalle Federazioni del settore pubblico, la Confsal ha proclamato lo sciopero nazionale dei lavoratori del settore pubblico, in tutti i comparti e in tutte le aree dirigenziali, esclusa la scuola.

Venerdì, 28 settembre 2012, i lavoratori del pubblico impiego si asterranno dal lavoro per l’intera giornata o turno di lavoro per protestare contro:



Ø gli anomali provvedimenti sulla spending review, che tradiscono l’organicità, la funzionalità e l’equità di una mirata revisione della spesa pubblica secondo la previsione di legge;

Ø il grave mancato intervento finalizzato alla stesura di un razionale piano di stabilizzazione dei precari;

Ø il grave blocco del rinnovo dei contratti pubblici, fermi al lontano 31 dicembre 2009, con l’inevitabile perdita del potere di acquisto delle retribuzioni pubbliche, sia in termini assoluti che relativi;

Ø la crescente e iniqua pressione fiscale sulle retribuzioni da lavoro dipendente, con la grave discriminazione per i dipendenti pubblici della mancata defiscalizzazione dell’accessorio.

Il Governo Monti ha espresso una iperattività legislativa in materia di maggiore tassazione (IMU), di previdenza e pensioni (differimento non graduale e iniquo dell’accesso alla pensione) e di riduzione dei servizi pubblici primari, penalizzando gravemente i contribuenti onesti, i cittadini meno abbienti, inclusa la maggior parte dei pensionati, e i lavoratori dipendenti.



In più, i lavoratori del settore pubblico stanno subendo gravi penalizzazioni da parte del datore di lavoro (Stato, Regioni e Autonomie Locali) con la conferma del blocco dei contratti, con l’inerzia sull’annosa questione del precariato e con i gravosi provvedimenti, orientati esclusivamente a “fare cassa”, dell’anomala spending review che si è aggiunta alle ricorrenti manovre degli ultimi quattro anni.

Infatti, la spending review ha perduto la caratteristica di operazione programmatica e di intervento organico secondo la previsione di legge ed è scaduta ad una semplice riduzione di spesa, con tagli lineari, irrazionali e iniqui, che hanno colpito prevalentemente i lavoratori pubblici con la riduzione degli organici e la perdita di posti di lavoro.

Il Governo, ancora, ha ignorato in gran parte l’Intesa del 10 maggio 2012 di Palazzo Vidoni fra Stato, Regioni, Autonomie Locali e Confederazioni Sindacali rappresentative per una mirata riforma della Pubblica Amministrazione e un razionale ed equo riordino del Pubblico Impiego.

L’Intesa, in linea con la filosofia, la logica e i contenuti della previsione di Legge sulla spending review, è stata mortificata da atti unilaterali del Governo tendenti a “ridurre” e non certamente a “razionalizzare” la Pubblica Amministrazione, pregiudicando così un “vero” riordino del Pubblico Impiego.

Se a tutto questo si aggiungono le gravi dichiarazioni del Presidente del Consiglio Monti e di alcuni Ministri sulle relazioni sindacali e l’inammissibile discriminazione governativa nei confronti di alcune Confederazioni sindacali rappresentative e quindi di milioni di lavoratori e pensionati che hanno così perduto l’esercizio del diritto costituzionale di essere rappresentati sui tavoli di confronto con il Governo, si comprende perfettamente come è maturata l’azione di sciopero nazionale del Pubblico Impiego.

Il Governo ha messo in essere un’operazione “contabile” illogica e irrazionale riguardo alla riforma della Pubblica Amministrazione e al riordino del Pubblico Impiego, che avrà l’inevitabile effetto di depotenziare i servizi pubblici, che costituiscono fattore essenziale di crescita, e quindi di aggravare la recessione



in atto, nonché di portare l’occupazione del settore pubblico decisamente al di sotto del livello medio dei Paesi dell’OCSE.

La Confsal, prima di affermare che “la misura è colma”, ha responsabilmente esperito tutti i tentativi, proponendo al Governo soluzioni razionali e relativamente eque per le diverse problematiche del pubblico impiego.

Ma, ormai, è noto che il premier Monti e alcuni Ministri stanno assumendo sempre più un “atteggiamento politico” che tende a penalizzare tutti i lavoratori, con la recente e discutibile posizione sul livello di produttività del lavoro in Italia che condizionerebbe la competitività d’azienda e di sistema, sullo statuto dei lavoratori che peserebbe negativamente sull’occupazione, nonché su un pubblico impiego da tagliare, quale spesa improduttiva.

A tutto questo i lavoratori del pubblico impiego risponderanno con una massiccia e significativa partecipazione allo sciopero del 28 settembre 2012.

A tutto questo i lavoratori del privato e pubblico impiego, inclusa la scuola, potrebbero rispondere a uno sciopero generale, se il Governo non metterà in atto, in tempi brevi e utili, i necessari provvedimenti organici ed equi sul fisco, liberando il lavoro da una insostenibile oppressione tributaria, e sulla crescita, anche in funzione occupazionale.

Rimane la legittima aspettativa che il Governo colga il segnale del grave disagio dei lavoratori e riveda immediatamente “la sua politica”, recuperando finalmente l’irrinunciabile valore dell’equità.
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