Dimensionamento scolastico: sanare i guasti di piani affrettati e illegittimi
Entro dicembre Stato e Regioni dovranno rivedere i criteri di dimensionamento alla luce della sentenza della Corte costituzionale. La FLC in una lettera sollecita il confronto e suggerisce soluzioni
In questi giorni di avvio del nuovo anno scolastico alunni, genitori e personale della scuola stanno toccando con mano gli effetti nefasti dei piani di dimensionamento varati dalle amministrazioni regionali per l’a.s. 2012/13: scuole soppresse e smembrate per dare luogo a istituti comprensivi con più di 1000 alunni, organici ridotti, sedi prive di Dirigente scolastico e DSGA.
Tutto questo per ottemperare a una norma, la Legge 111/11, voluta dall’allora Governo Berlusconi con l’unico obiettivo di risparmiare a spese della qualità del servizio scolastico pubblico. Una norma che lo scorso 7 giugno la Corte Costituzionale ha pesantemente sanzionato giudicandola illegittima perché lesiva delle prerogative regionali in materia di riorganizzazione della rete scolastica.
Questa sentenza però è arrivata quando i processi riorganizzativi della rete scolastica per il 2012/2013 erano in via di ultimazione, così molte scuole ora si ritrovano ad aver subito un dimensionamento non solo disastroso sul piano didattico e organizzativo ma anche illegittimo sotto il profilo costituzionale.
Per correre ai ripari la Conferenza delle Regioni ha preso l’impegno di dare attuazione alla sentenza costituzionale a partire dall’a.s. 2013/2014 e il Governo, anche seguito di una risoluzione approvata il 10 luglio al Senato, si è impegnato ad aprire un apposito tavolo di concertazione con le regioni.
Poiché le decisioni per il prossimo anno dovranno essere assunte entro dicembre 2012 e data la delicatezza e rilevanza delle decisioni da assumere, sarebbe auspicabile che questo confronto di merito venga avviato quanto prima.
È quanto sollecita la FLC CGIL in una lettera inviata ai diversi soggetti istituzionali che saranno coinvolti nel confronto. La FLC CGIL chiede anche di partecipare al tavolo, visto che il processo di dimensionamento comporta (ha già comportato) effetti sull’organizzazione del lavoro, sugli organici del personale e sulla qualità del servizio.
Ristabilire la legittimità costituzionale è l’occasione, innanzitutto, di sanare le tante situazioni in cui le scuole e i territori sono stati prevaricati e di ricreare le condizioni minime di qualità necessarie all’attività didattica e all’esercizio professionale.
Secondo la FLC CGIL i nuovi parametri dimensionali devono rispondere a criteri di funzionalità didattica e organizzativa delle scuole, per questo vanno superate le rigidità di criteri prettamente numerici e rispettate le specificità territoriali. Ad esempio, il numero degli alunni non può essere uguale per tutte le scuole ma va rapportato al tipo di scuola e alle diverse realtà territoriali.