di edscuola » 21 settembre 2012, 16:36
Scuola – Concorso, Anief: una farsa che non risolve nulla, domani in piazza accanto ai precari.
Il Miur lascia fuori tutti i laureati degli ultimi 10 anni e non fa conseguire l’abilitazione a chi supera la selezione: pronti a ricorrere in tribunale.
Per questo manifesteremo a Roma: la mattina si svolgerà anche un seminario di aggiornamento professionale, aperto a docenti e personale Ata precari e di ruolo, sulla legislazione nazionale approvata nell’ultimo ventennio proprio sul complesso tema del reclutamento scolastico.
I precari della scuola hanno ragione: il concorso pubblico in via di emanazione rappresenta una farsa che non risolve di certo l’annoso problema del reclutamento della scuola italiana, dove 200 mila supplenti vengono impiegati ogni anno per garantire la funzionalità di un sistema d’istruzione senza alcuna garanzia sul loro futuro professionale.
“Con questo concorso – dichiara Marcello Pacifico, presidente dell’Anief – il Miur ha messo in atto una procedura selettiva tragicomica, che serve soltanto ad aggiungere un altro pezzo di carta per il prossimo governante di turno e a valutare nuovamente il personale docente all'esercizio di una professione che svolge con profitto da anni dopo aver superato diversi concorsi su contenuti disciplinari e competenze didattiche. Aggirando, tra l’altro, la direttiva 1999/70/CE secondo cui chi ha conseguito un'abilitazione e ha prestato 36 mesi di servizio va stabilizzato. E non umiliato con delle generiche prove sulla comprensione del testo e della logica”.
Secondo l’Anief, inoltre, il concorso presenta due gravi contraddizioni che innescheranno sicuro contenzioso. La prima è l’introduzione di una insensata soglia temporale, collocata tra il 2001/02 e il 2003/04, riguardante il conseguimento del titolo di studio utile ad accedere alle prove: chi si sarà diplomato o laureato prima di quella data, in pratica, potrà partecipare pur non avendo ancora conseguito l’abilitazione. Chi ha conseguito il titolo di studio negli ultimi dieci anni rimarrà invece fuori.
Ma come si fa, chiede il giovane sindacato, a dire ad un candidato che è stato escluso del concorso perché il suo titolo è troppo recente? A parte l’evidente incongruità giuridica di questa scelta, come fa il ministro dell’Istruzione ancora a dire pubblicamente che questo concorso rappresenta un’opportunità per i giovani aspiranti insegnanti che altrimenti dovrebbero attendere diversi anni prima di salire in cattedra?
“È emblematico – commenta Pacifico – che non potranno partecipare nemmeno i candidati al Tfa, i quali in base ai dati ufficiali pubblicati dal Cineca hanno in media 36-37 anni. Altro che giovani e meritevoli da reclutare attraverso il ritorno del concorso a cattedra: ancora una volta, prima di raggiungere il ruolo i precari rischiano di invecchiare strada facendo”.
La seconda contraddizione di cui il Miur dovrà farsi carico è la decisione di non rendere il concorso abilitante. I vincitori che non entreranno in ruolo si ritroveranno, dopo due anni, senza posto e senza abilitazione: come se stessero giocando al Monopoli, si ritroveranno a dover ripartire daccapo perdendo tutto!
“Caro Ministro – ammonisce Pacifico - il lavoro non è un gioco di società: non si può fare questo sulla pelle dei precari e delle loro famiglie. Per questi motivi, per ribadire l'inopportunità di un concorso mentre le graduatorie sono strapiene di precari già vincitori di concorso, l’Anief aderisce alla manifestazione organizzata dai precari domani pomeriggio a Roma”.
Sempre domani, l’Anief, che è anche ente qualificato dal Miur, ha organizzato la mattina a Roma, a partire dalle ore 9,00 nel quartiere Esquilino, un seminario di aggiornamento professionale aperto a docenti e personale Ata precari e di ruolo: si dibatterà sulla legislazione nazionale approvata nell’ultimo ventennio, anche a confronto con quella europea, proprio sul complesso tema del reclutamento e dell’abuso dello stato di precarietà nella scuola italiana.