Revisione test tfa: una proposta

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Revisione test tfa: una proposta

Messaggiodi edscuola » 7 settembre 2012, 17:58

Siamo un gruppo di partecipanti alle selezioni per il TFA nella classe di concorso A446.
Abbiamo partecipato al test presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e fin dal primo momento la nostra perplessità è stata enorme di fronte alla tipologia dell’esame e, soprattutto, dinanzi alla quantità di domande poste in maniera ambigua o inesatta e con risposte scorrette o non univoche.
Lo sgomento è cresciuto quando il MIUR ha comunicato gli esiti della revisione: a nostro avviso, infatti, non tutte le domande scorrette, imprecise o con risposte non univoche sono state annullate, mentre al contrario alcune di esse sono state ignorate.
Ci teniamo a precisare che tutti noi siamo risultati idonei fin dalla prima correzione e che, tutto sommato, la revisione ci ha fatto guadagnare qualche punto. Non è perciò il proposito di perseguire fini personali che ci anima a scrivere a Voi e agli altri soggetti implicati nell’operazione; piuttosto, siamo rimasti stupiti non solo dai criteri utilizzati dal MIUR per l’assegnazione dei punti, ma soprattutto dall’apparente superficialità con cui è stata affrontata la questione dagli stessi incaricati della revisione, a partire dal fatto che i risultati sono stati resi pubblici solamente due giorni dopo l’insediamento della commissione, fino alla discutibile scelta di non pubblicarne gli atti relativi alle motivazioni. Abbiamo finalmente ottenuto tali motivazioni a quindici giorni dalla richiesta e restano molte perplessità riguardo al lavoro svolto dalla commissione, in particolar modo per quanto riguarda la parte di comprensione del testo in lingua italiana.
Abbiamo perciò effettuato un’analisi completa di tutte le 60 domande del test, dando un parere su ognuna di esse, cercando di motivare le nostre scelte citando fonti autorevoli. Siamo così giunti a conclusioni a volte diverse da quelle proposte dal Cineca e dalla commissione del MIUR. È chiaro che il nostro lavoro potrebbe non essere esauriente né del tutto corretto (altrimenti sarebbe ingiustificato sottoporci a tale test!), ma di sicuro è stato svolto secondo criteri di obiettività, dato che spesso siamo giunti a conclusioni diverse dalle nostre risposte in sede d’esame. Inoltre, l’analisi è stata il frutto di giornate di lavoro serrato, tra l’altro poco prima della prova scritta (che a Venezia, per la nostra classe di concorso, si è svolta già il 28 agosto), a testimonianza del fatto che per un lavoro approfondito non bastano due soli giorni.
Il nostro proposito è quello di chiedere una nuova revisione del test con diverse modalità di attribuzione del punteggio, in quanto:
- alcune domande da noi giudicate ambigue o scorrette non sono state considerate nella revisione della commissione 8 agosto;
- alcune domande da noi giudicate corrette sono state annullate;
- i criteri di attribuzione del punteggio non sono, a nostro avviso, equi, in quanto alcune domande prevedono non quattro ma due o tre risposte corrette, rendendo ingiustificato il criterio di assegnare il punto a tutti indiscriminatamente. Inoltre, tale criterio ha alterato enormemente le distanze fra i candidati dopo la prima correzione, vanificando di fatto lo sforzo e azzerando il merito di chi aveva risposto correttamente a più domande;
- ogni candidato ha sostenuto una spesa in media intorno ai 100 euro per ogni classe di concorso, spesa che appare ingiustificata dalla qualità assolutamente inaccettabile dei test proposti, non conformi a quanto inizialmente previsto dalla normativa.
Chiediamo perciò:
- che le domande del test vengano analizzate integralmente ai fini di valutare se siano poste in maniera corretta o meno e se prevedano una o più risposte corrette, ammesso che esse siano presenti fra quelle proposte;
- che le domande senza la risposta corretta fra le quattro fornite vengano annullate senza attribuire il punteggio relativo a nessun candidato;
- che, nel caso di domande che prevedano una, due o tre risposte, il punteggio venga riconosciuto unicamente a chi ha effettivamente scelto una delle possibilità giudicate corrette;
- che, considerando solamente le domande ritenute valide, venga ricavata una nuova soglia di sufficienza secondo la proporzione 30:domande valide/2=21:soglia sufficienza, con i necessari arrotondamenti, in modo da garantire un profilo minimo del candidato promosso analogo a quello inizialmente previsto;
- che venga così rielaborata una nuova graduatoria, ammettendo alle prove scritte unicamente i candidati che abbiano raggiunto tale soglia;
- che gli atti relativi alle motivazioni della nuova revisione vengano pubblicati immediatamente sul sito del MIUR e del Cineca, in modo da garantire la trasparenza e un’adeguata pubblicità per tutti i candidati; inoltre, che vengano pubblicati dalle università gli elenchi nominativi degli ammessi con i relativi punteggi;
- che il denaro speso da ogni candidato per sostenere il test venga restituito.
Nell’impossibilità legale di effettuare tale operazione, ad esempio per motivazioni legate alla mancanza del requisito dell’anonimato (che peraltro era assente anche ai tempi della revisione della commissione 8 agosto, dato che alcune università avevano già proceduto a pubblicare gli elenchi nominativi degli ammessi), chiediamo in subordine:
- che i punteggi assegnati ai candidati a seguito della revisione della commissione 8 agosto vengano assegnati in misura uguale a tutti, indipendentemente dalle risposte date in sede d’esame. In questo modo, verrebbe garantito un punteggio più fedele alle conoscenze dimostrate nello svolgimento del test, mantenendo le reali differenze fra un candidato e l’altro. Il fatto che alcuni candidati possano ottenere più dei 30 punti inizialmente stabiliti come massimo appare ininfluente, dato che comunque i punteggi relativi al servizio possono portare a un punteggio superiore a 100 nella graduatoria finale, non avendo essi un limite prestabilito.
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Analisi Test

Messaggiodi edscuola » 7 settembre 2012, 17:59

1. Completar: “La falda le ha costado un ojo de .........” A) la cara B) la cabeza C) Dios D) el rostro
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR. Dal dizionario RAE:
ojo. costar algo los ~s, o un ~, de la cara. 1. locs. verbs. coloqs. Ser excesivo su precio, o mucho el gasto que se ha tenido en ello.
2. Si dos mantienen un “diálogo de besugos” significa que:
A) dicen disparates B) se están entendiendo perfectamente C) utilizan un lenguaje demasiado técnico D) son dos expertos de cocina gallega
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR. Dal dizionario RAE:
diálogo. diálogo de besugos. 1. m. coloq. Conversación sin coherencia lógica. disparate. 1. m. Hecho o dicho disparatado.
disparatar. 1. intr. Decir o hacer algo fuera de razón y regla.
3. Si algo está hecho “a pedir de boca” quiere decir que:
A) se ha realizado de forma perfecta B) se ha realizado según el deseo expresado por alguien
C) se ha realizado sin que nadie tuviera que pedirlo D) se ha realizado porque alguien lo ha pedido
La risposta A è senz’altro corretta, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR. Infatti, dal dizionario RAE:
boca. a pedir de ~. 1. loc. adv. a medida del deseo. 2. loc. adv. Con toda propiedad, exactamente.
Tuttavia, seguendo il rimando di 1.:
medida. a ~ del deseo. 1. loc. adv. U. para expresar que a alguien le salen las cosas según apetecía.
e, dal Diccionario de uso del español di María Moliner, edito da Gredos: boca. A PEDIR DE BOCA. Todo lo bien que cabe desear.
Da queste seconde definizioni emergono dubbi sulla validità della risposta B oltre alla A. La risposta fornita in B, probabilmente come distrattore, è infatti troppo simile al significato effettivo dell’espressione (indubbiamente quello di A) per non generare perplessità.
La C e la D sono in ogni caso inaccettabili.
La commissione del MIUR che ha effettuato la revisione ha confermato la validità della domanda con il seguente commento: “la frase è poco contestualizzata (ma la risposta A è corretta)”.
4. ¿Cuándo se usa la expresión “¡Buen provecho!”?
A) Al inicio de una comida, dirigida al resto de los comensales B) Cuando se quiere desear algo bueno a quien sale o va de viaje C) Para desearle suerte a alguien D) Antes de un examen o una prueba difícil
Nonostante la risposta A appaia in un primo momento l’unica corretta in quanto opzione di gran lunga più diffusa, il dizionario RAE riporta:
provecho. buen ~. 1. expr. coloq. U. para manifestar el deseo de que algo sea útil o conveniente a la salud o bienestar de alguien, frecuentemente dirigiéndose a quienes están comiendo o bebiendo.
È pertanto corretta la decisione del MIUR di annullare questa domanda, essendo tutte e quattro le risposte pertinenti. La motivazione addotta è la seguente: “in termini di equivalenza con il "buon appetito" l'espressione ha una sua correttezza, ma in termini culturali la risposta A (l'unica possibile) non è corretta, in quanto la formula non viene usata dagli spagnoli”. Tale motivazione è espressa in maniera piuttosto semplicistica: e se la formula venisse usata, ad esempio, dagli argentini, o dai messicani? Supponiamo che tale commento sia stato redatto in maniera così poco accurata a causa dei tempi rapidi in cui è stata effettuata la revisione. In ogni caso, nella nostra esperienza tale espressione è sì usata da alcuni spagnoli (in Catalogna, ad esempio, dove è traduzione letterale della formula catalana “bon profit”).
5. Completar: “......... cuando hace buen tiempo es capaz de salir de casa”.
A) Ni siquiera B) Ni solamente C) Por las malas D) A lo menos
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR. Dal Diccionario práctico de gramática di Cerrolaza Gili:
NI SIQUIERA = Expresa que no parece normal que no se haya producido algo. [...] Con Ni siquiera se marca que es algo que rompe lo esperado y lo que se considera normal.
Per quanto riguarda la risposta B, essa è chiaramente inaccettabile. La congiunzione “ni”, infatti, è generalmente usata dopo un’altra negazione (che può essere anche “ni”). L’unico caso contemplato dal dizionario RAE non è qui pertinente:
ni1. 1. conj. copulat. U. para coordinar de manera aditiva vocablos o frases que denotan negación, precedida o seguida de otra u otras igualmente negativas. No como ni duermo. Nada hizo ni dejó hacer a los demás. Nunca faltes a tu deber ni prefieras a la honra el provecho. A nadie quiso recibir, ni a sus más íntimos amigos. Ni lo sé ni quiero saberlo. Ni Juan, ni Pedro ni Felipe te darán la razón. 2. conj. copulat. En cláusula que empieza con verbo precedido del adverbio no y en que se niegan dos o más términos, puede omitirse o expresarse delante del primero. No descansa de día ni de noche. No descansa ni de día ni de noche. Si se coloca el verbo al fin de cláusulas como esta, ha de expresarse la conjunción ni precediendo a la primera y a las demás negaciones. Ni de día ni de noche descansa. 3. conj. copulat. Ni siquiera. U. encabezando una oración sin relacionarla con otra o con relación distinta de la copulativa negativa 'y no'. Forma frases que expresan el extremo a que puede llegarse en algo. Eso no te lo crees ni tú. Ni los más fuertes pudieron resistirlo. 4. conj. copulat. U. con valor semejante en exclamaciones enérgicas. ¡Ni soñarlo! ¡Ni mucho menos! 5. conj. copulat. No. U. sin otra negación anterior o posterior. Perdió el caudal y la honra; ni podía esperarse otra cosa de su conducta. 6. conj. copulat. desus. Era u. también como la conjunción disyuntiva o. ¿Te hablé yo ni te vi?
Pur essendo l’accezione 3 sinonima di “ni siquiera”, la risposta B resta inaccettabile per la presenza di “solamente”. Le due parole infatti non costituiscono una locuzione di senso compiuto e considerandone il significato letterale appaiono incoerenti con il contesto.
La risposta C è scorretta, in quanto l’espressione citata significa, secondo il dizionario RAE:
malo, la. por la ~, o por las ~s, o por malas. 1. locs. advs. por fuerza.
fuerza. por ~. 1. loc. adv. Violentamente, contra la propia voluntad. 2. loc. adv. Necesaria, indudablemente.
Nel contesto indicato, data anche l’assenza della virgola dopo i puntini, appare illogica tale espressione.
La risposta D è ugualmente incoerente nel contesto dato. Dal dizionario RAE:
menos. al, o a lo, ~. 1. locs. conjunts. U. para denotar una excepción o salvedad. Nadie ha venido, al menos que yo sepa 2. locs. conjunts. Aunque no sea otra cosa, aunque no sea más. Permítaseme al menos decir mi opinión Valdrá al menos cinco mil pesetas
6. Completar: “No me vuelvas a tomar el pelo, ......... lo que más quieras”.
A) por B) de C) sobre D) para
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR.
Dal Diccionario de uso del español di María Moliner, edito da Gredos:
querer, ¡POR LO QUE MÁS QUIERAS [QUIERA, etc.]! Exclamación de ruego: ‘¡Por lo que más
quieras, no me hables así!’
7. Completar: “......... mucho tiempo no veía a mi amiga Rocío; está guapísima”.
A) Desde hacía B) Hace C) De D) Desde hace
La risposta A è senz’altro corretta, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR. Tuttavia, appare valida anche la D, in quanto si fa qui riferimento al momento presente come momento dell’enunciazione. Dalla Nueva gramática de la lengua española della RAE, 24.2.3c:
A diferencia de otros adjuntos temporales de localización, el punto de la línea temporal denotado por la construcción adverbial con hacer se determina indirectamente. En efecto, el grupo nominal que complementa a hacer, denota un período, de forma que se ha de contar retrospectivamente para establecer sus límites. El inicio del cómputo retrospectivo coincide con el punto designado por hacer, mientras que el correspondiente al verbo principal designa su final. Así, en El último tren pasó hace media hora, con el verbo hacer en presente, se cuenta o se calcula retrospectivamente media hora desde el momento de la enunciación, de manera que el final del período designado coincide con el punto de la línea temporal denotado por pasó. De igual forma, en El libro se había publicado hacía tres meses, el punto temporal en el que se publica el libro se localiza contando retrospectivamente tres meses desde el punto designado por había publicado.
e in 24.2.4b:
Con la construcción oracional se denota un intervalo. Se señala su inicio como el punto a partir del cual se realiza el cómputo temporal característico e las construcciones con hacer
(§24.2.3c).
È inoltre da segnalare che la costruzione proposta non è assolutamente usuale, in quanto normalmente si preferisce “Hacía mucho tiempo que no veía a mi amiga Rocío; está guapísima”. La struttura citata nella domanda non è infatti riportata nella Nueva gramática de la lengua española della RAE.
8. ¿A qué tipo de persona en España se le dice “pijo”?
A) A alguien que ostenta su supuesto bienestar económico B) A alguien divertido, que suele resultar simpático a los demás C) A alguien que no sigue las modas y siempre tiene una actitud muy personal a la hora de enfrentarse con la sociedad D) A alguien maleducado y antipático
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR. Dal dizionario RAE:
pijo, ja. 1. adj. despect. coloq. Dicho de una persona: Que en su vestuario, modales, lenguaje, etc., manifiesta gustos propios de una clase social acomodada. U. t. c. s.
9. Una situación esperpéntica significa .........
A) algo grotesco B) algo experimental C) una situación extremadamente complicada D) algo imposible de concebir
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR. Dal dizionario RAE:
esperpéntico, ca. 1. adj. Perteneciente o relativo al esperpento. esperpento. 1. m. Hecho grotesco o desatinado.
10. Completar: “......... los dos años de trabajar como medianero compró sus primeros 5.000 metros cuadrados de tierra”.
A) A B) Desde C) Después D) Luego
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR. Dal Diccionario práctico de gramática di Cerrolaza Gili:
DESPUÉS = Señala un tiempo posterior sin especificar el tiempo exacto. [...] Después te llamo, ahora voy a una reunión. Escribo esta carta y después la echas al buzón, ¿de acuerdo? [...]
CONTRASTE CON OTRAS EXPRESIONES DE TIEMPO
A los / A las + tiempo [...]:Expresa el tiempo transcurrido entre dos acontecimientos pasados.
Estuvo en Mallorca ya los dos meses volvió.
Luego [...]: Significa lo mismo pero va al final de la frase. Nos vemos luego.
e dal dizionario RAE:
desde. 1. prep. Denota el punto, en tiempo o lugar, de que procede, se origina o ha de empezar a contarse una cosa, un hecho o una distancia. Desde la Creación. Desde Madrid. Desde que nací. Desde mi casa. U. t. en locs. advs. Desde entonces. Desde ahora. Desde aquí. Desde allí. 2. prep. Después de.
después. 2. adv. t. Denota posterioridad de tiempo. U. t. en locs. prepos. o conjunts. Después DE amanecer. Después DE que llegue.
Da queste definizioni si ricava che la risposta D è inaccettabile; la C lo è in quanto manca della preposizione “de”, necessaria nel contesto dato. Restano dubbi sulla risposta B, formalmente accettabile. Tuttavia, nel contesto dato, sarebbe risultata più naturale una soluzione con verbo ingressivo come “empezar”, per esempio:
Desde los dos años de trabajar como medianero empezó a comprar sus primeros 5.000 metros cuadrados de tierra.
11. Completar: “Hace varios días que duermo mal; es más .........”
A) no pego ojo B) no duermo tan mal C) no duermo muy bien D) a veces me despierto
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR. Dal dizionario RAE:
ojo. no pegar ~. 1. loc. verb. coloq. No poder dormir.
Il contesto richiede infatti una soluzione che intensifichi quanto espresso nella prima frase. Tuttavia, nella frase proposta, dopo “es más” ci si attenderebbe un segno di interpunzione che indichi una pausa, come la virgola o i due punti; in assenza di tale punteggiatura, la frase può risultare di difficile interpretazione.
La commissione del MIUR che ha operato la revisione ha ignorato questo dettaglio.
12. Completar: “No es un buen padre......... es un padre bastante malo”.
A) por el contrario B) en cambio C) al revés D) en contrario
Accanto alla A, giudicata unica opzione corretta dal Cineca, è possibile anche la C. Le due locuzioni sono infatti considerate sinonime dal Dizionario RAE:
contrario, ria. por el, o lo, ~. 1. locs. advs. al contrario. al ~. 1. loc. adv. Al revés, de un modo opuesto.
Sono però inaccettabili le risposte D: en contrario. 1. loc. adv. en contra.
contra. en ~. 1. loc. adv. En oposición de algo.
e B, che seppur sinonima di A, è ristretta a contesti specifici diversi da quello della frase proposta,
come risulta chiaro dalla definizione e dall’esempio riportati nel dizionario RAE:
cambio. en ~. 1. loc. adv. Por el contrario; se emplea para expresar una oposición o contraste.
Tú siempre llegas puntual, en cambio yo siempre llego tarde.
Inoltre, come nel caso precedente, l’assenza di punteggiatura dopo “padre” (sarebbe necessario il punto e virgola o i due punti) rende la frase di difficile lettura, osservazione confermata dalla commissione di revisione del MIUR che nella domanda riscontra l’errore: “come sopra [la frase è poco contestualizzata]. Inoltre, dopo "padre" occorre la virgola”.
La commissione del MIUR che ha operato la revisione ha annullato questa domanda, riconoscendo erroneamente come corrette tutte le risposte. Infatti, la commissione stessa afferma che A e C sono entrambe corrette, in quanto “entrambe le risposte, senza una maggior contestualizzazione della frase da completare, sembrano possibili”. Non si spiega perciò la decisione del MIUR di assegnare il mezzo punto a tutte le possibilità.
13. Completar: “Se lamentó de que su mejor amigo la ......... abandonado en aquellos momentos”.
A) hubiera B) habrías C) haya D) abría
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR.
Da Actividades para la enseñanza de aspectos gramaticales de especial complejidad (el modo en las completivas) di María Jesús Torrens, disponibile sul sito dell’Instituto Cervantes alla pagina http://cvc.cervantes.es/ensenanza/bibli ... 8_0801.pdf:
[...] la consabida regla según la cual los verbos de sentimiento («gustar», «molestar», «lamentar»...), de voluntad o deseo («querer», «preferir», «intentar»...) y de influencia («mandar», «prohibir», «aconsejar»...) rigen infinitivo cuando el sujeto de ambos verbos es el mismo, mientras que cuando es diferente presentan el segundo verbo en subjuntivo[...].
Trattandosi di una frase con la proposizione principale al passato remoto, non è qui possibile avvalersi della risposta C, che è al presente. Infatti, secondo la Nueva gramática de la lengua española della RAE, 24.3.2a:
La ESFERA DEL PRESENTE abarca el presente, el futuro y el futuro perfecto. Los demás tiempos pertenecen a la ESFERA DEL PASADO.
quindi, in 24.3.2.b, riguardo alla relazione di anteriorità, che è quella che la frase richiede:
Si V1 pertenece a la esfera del pasado, V2 aparece en pretérito pluscuamperfecto de forma característica
Quanto alle risposte B e D, esse sono entrambe scorrette. Vedasi la coniugazione del verbo “haber”, condizionale presente:
yo habría – tú habrías – él habría – nosotros habríamos – vosotros habríais – ellos habrían
da cui si evince che la forma della risposta D è scorretta (verbo “abrir”, qui incoerente) e che la forma della B è quella della seconda persona, non concordante con il soggetto della frase (“su mejor amigo”), alla terza persona singolare.
14. ”Los jóvenes del ’68 parecían guapos y modernos, incluso vestidos de harapos de soldado desertor”. En este contexto la palabra harapo , significa:
A) vestidos rotos B) vestidos a la moda C) vestidos cómodos D) uniformes
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR. Dal dizionario RAE:
harapo. 1. m. andrajo (ǁ pedazo o jirón de tela). andrajo. 1. m. Prenda de vestir vieja, rota o sucia.
La precisazione “En este contexto” è fuorviante.
Inoltre, è presente un grave errore nell’uso della virgola. Tale segno di interpunzione, infatti, non va mai usato fra soggetto e predicato, pur essendo tale impiego erroneo molto diffuso anche nella lingua scritta formale. Si vedano le prescrizioni dell’edizione 1999 della Ortografía de la lengua española della RAE, 5.2.12. “Uso incorrecto de la coma”:
Debe evitarse separar el sujeto y el predicado mediante coma.
La commissione del MIUR che ha operato la revisione ha ignorato questo dettaglio.
15. Donde dije digo, digo Diego significa que .........
A) el hablante ha cambiado de opinión B) el oyente no ha entendido C) el asunto del que se habla no tiene solución D) el hablante decide no seguir hablando porque desconfía del oyente
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR. Dal dizionario RAE:
diego. donde digo «digo», no digo «digo», sino digo «Diego». 1. expr. coloq. U. para aplicar a quien incurre en confusión o contradicción y a quien se ve obligado a rectificarse.
La commissione del MIUR che ha operato la revisione ha annullato questa domanda, riconoscendo erroneamente come corrette tutte le risposte. È stato infatti riscontrato che “la risposta prevede uno solo dei possibili significati di cui il proverbio è portatore”, proponendo come riformulazione della matrice corretta “el hablante señala un error, o un cambio de significado en lo que ha escrito o dicho, debido a varios factores”.
16. Si deseo intensamente comer algo muy sabroso digo que “La boca .........”
A) se me hace agua B) se me derrite C) se me relame D) se me llena
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR. Dal dizionario RAE:
boca. hacérsele a alguien la ~ agua, o un agua. 1. locs. verbs. coloqs. Pensar con deleite en el buen sabor de algún alimento.
17. Si decimos que alguien va de punta en blanco, estamos diciendo que va .........
A) perfectamente vestido B) muy despacio C) a la caza de comida, porque está hambriento D) con retraso
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR. Dal dizionario RAE:
punta. de ~ en blanco. 2. loc. adv. coloq. Con uniforme, de etiqueta o con el mayor esmero. Estar, ir, ponerse de punta en blanco.
18. Completar: “Consideré que ......... un gran error”.
A) había sido B) ha estado C) hubiese sido D) hubiera estado
La A appare l’unica risposta esatta: i verbi di opinione, se in forma positiva, vanno infatti seguiti
dall’indicativo, non dal congiuntivo. Da Polettini e Pérez Navarro, Adelante, C, Zanichelli, pag.290: Los verbos de percepción física [...], de opinión [...] y de comunicación [...] en español rigen
generalmente el indicativo cuando son positivos.
Tuttavia, l’ambiguità del contesto genera dubbi sulla validità anche dell’opzione C: potrebbe trattarsi, infatti, di un uso del congiuntivo imperfetto per il condizionale composto, ammesso dallo spagnolo. Dall’edizione 2010 della Nueva gramática della lengua española della RAE, 24.1.2g:
Como subjuntivo no inducido, hubiera o hubiese cantado admite libremente la alternancia con habría cantado
e in 24.3.2c:
la interpretación de posterioridad se obtiene prototípicamente en V2 con el condicional, sea simple (Pensaba que llegaría a tiempo) o compuesto (Me prometió que el martes siguiente habría termindao el trabajo), pero también con CANTARA y HUBIERA CANTADO: Confiaban en que {llegara~hubiera llegado} la noticia al final de la semana.
Se nell’ultima citazione non appaiono “cantase” e “hubiese cantado” come alternative, è unicamente una questione di economia, dato che leggiamo in Leonardo Gómez Torrego, Gramática didáctica del español, 2.5.11.3 che:
Las formas del pretérito imperfecto del subjuntivo en –ra y en –se son equivalentes siempre salvo en:
• Los casos en que la forma en –ra se usa con valor de pluscuamperfecto de indicativo [...]
• En los usos de cortesía con los verbos querer y deber [...]
casi quelli citati che non corrispondono all’uso qui ipotizzato.
È chiaro che la mancanza di un contesto adeguato (i.e., una subordinata che esprima quale sarebbe stato il “gran error”) induce a scartare la C, pur essendo questa risposta formalmente corretta. Tale contesto in effetti è assente anche per la risposta A.
In ogni caso, la B e la D sono inaccettabili, perché in questa frase è assolutamente scorretto l’uso del verbo “estar”. Infatti, mentre al verbo “ser” si attribuisce la funzione di identificare, a “estar” non viene mai riconosciuta questa funzione. Dal Diccionario práctico de gramática di Cerrolaza Gili:
SER + identidad = Identifica algo o a alguien. [...] Mira, esto es un plato típico de mi región
La commissione del MIUR che ha operato la revisione ha annullato questa domanda, riconoscendo erroneamente come corrette tutte le risposte. La domanda, infatti, è stata giudicata errata in quanto è necessario “contestualizzare meglio la frase” e, a proposito dell’accettabilità di A e C, sono definiti “Entrambi possibili in diversi contesti e situazioni”. Non si spiega perciò la decisione del MIUR di assegnare il mezzo punto a tutte le possibilità.
19. Completar: “Nos estamos quedando con el turismo más barato, hasta el punto de que, en determinados casos, puede que no compense ......... los costes sociales que ocasiona”.
A) siquiera B) ni cualquiera C) por lo menos D) ni cualesquiera
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR. Dal dizionario RAE:
siquiera. 4. adv. c. Tan solo. U. t. c. adv. m. No tengo una peseta siquiera. e dalla Nueva gramática de la lengua española della RAE, 40.4.4c:
Usada, en cambio, en posición posverbal, siquiera o ni siquiera requieren una negación que preceda al verbo: No me llamó ni siquiera una vez; Se hablaban sin mirarse siquiera.
Quanto alle altre possibilità, la B e la D sono incoerenti nel contesto dato. Dal dizionario RAE:
cualquiera. 1. pron. indef. Una persona indeterminada, alguno, sea el que fuere. U. t. c. adj. indef. 2. f. Mujer de mala vida.
cualesquiera. 1. pron. indet. pl. de cualquiera.
La C, allo stesso modo, è scorretta nella frase data. Dal dizionario RAE:
menos. por lo ~. 1. loc. conjunt. Como mínimo. 2. loc. conjunt. al menos.
al, o a lo, ~. 1. locs. conjunts. U. para denotar una excepción o salvedad. Nadie ha venido, al menos que yo sepa 2. locs. conjunts. Aunque no sea otra cosa, aunque no sea más. Permítaseme al menos decir mi opinión Valdrá al menos cinco mil pesetas
20. Completar: “El déficit del gasto público no es ......... suficientemente importante ......... para justificar el crecimiento de los datos nominales de la renta nacional”.
A) lo ... como B) ø ... cuanto C) tan ... cuanto D) el ... como
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR. Dal Diccionario panhispánico de dudas della RAE, al punto 2.f della voce “como”:
Seguido de la preposición para + infinitivo, o de para que + verbo en subjuntivo, introduce la consecuencia posible o esperable de lo expresado con anterioridad: «Se sabía [...] con el encanto suficiente como para embelesar a Joaquín» (Elizondo Setenta [Méx. 1987]); «Era un local lo bastante amplio como para que pudieran entrenar allí dos docenas de boxeadores» (Memba Homenaje [Esp. 1989]).
La scelta di “lo” invece di “el”, oltre che consacrata dall’uso comune (rispetto a costruzioni senza articolo come nell’ultimo esempio presente nella citazione), sembra giustificata dal fatto che in questo contesto l’articolo neutro ha un valore cuantitativo, come recita l’edizione 2010 della Nueva gramática della lengua española della RAE, 14.5.2b:
Otras veces se indica indirectamente una CANTIDAD
In ogni caso, è scorretta la possibilità D in quanto l’articolo maschile non si utilizza in casi come questo. Analoga conclusione per le possibilità B e C.
21. Las llamadas comunidades históricas españolas son:
A) Andalucía, Cataluña, País Vasco y Galicia B) Cataluña, País Vasco y Galicia C) Cataluña y País Vasco D) Castilla-León, Cataluña y País Vasco
Il termine “comunidad histórica”, pur essendo consueto, non è la denominazione utilizzata nei documenti ufficiali, per i quali si preferisce “nacionalidad histórica”. Con tale espressione si indicano tradizionalmente le regioni che si erano costituite in organismi autogovernati prima della Guerra Civil,

ossia Galizia, Paesi Baschi e Catalogna. Tuttavia, l’Andalusia, nella riforma al proprio Statuto di Autonomia effettuata nel 2007, si è dichiarata “nacionalidad histórica” (LEY ORGÁNICA 2/2007, de 19 de marzo, de reforma del Estatuto de Autonomía para Andalucía, articolo 1).
Dal portale del Congreso de Diputados http://www.congreso.es/, nella sezione dedicata alla Costituzione spagnola, è possibile leggere il seguente commento alla voce “Sinopsis artículo 151”:
Además, para acceder a la autonomía por esta vía especial era necesario que tal iniciativa autonómica fuera ratificada mediante referéndum por el voto afirmativo de la mayoría absoluta de los electores de cada provincia. Nótese que la Constitución exige la mayoría absoluta de los electores, -no de los votantes-, lo que suponía una mayor complejidad en la superación de este requisito, tal y como se puso de manifiesto en el caso de Andalucía, - provincia de Almería-, única comunidad autónoma a la que se aplicaron las previsiones del art. 151.11. País Vasco , Cataluña y Galicia se acogieron a lo dispuesto en la Disposición Transitoria Segunda de la Constitución lo que les eximió de cumplir los requisitos del art. 151.1.
Da tale spiegazione ufficiale risulta chiaro che, nonostante l’iter diverso e, nel caso dell’Andalusia, non esente da polemiche, la risposta corretta dovrebbe essere la A, come inizialmente indicato dal Cineca. Tuttavia, la domanda è posta in maniera ambigua e imprecisa, rendendo accettabile anche la risposta B.
È interessante però notare come nella Ley Orgánica 7/1981, Estatuto de Autonomía del Principado de Asturias, Título preliminar, articolo 1, comma 2, il Principado de Asturias venga definito “comunidad histórica”:
La Comunidad Autónoma, comunidad histórica constituida en el ejercicio del derecho al autogobierno amparado por la Constitución, se denomina Principado de Asturias.
mentre nella Ley Orgánica 5/2007, de 20 de abril, de reforma del Estatuto de Autonomía de Aragón, Título preliminar, articolo 1, comma 1, l’Aragona è definita “nacionalidad histórica”:
Aragón, nacionalidad histórica [...]
Analogamente, nella Ley Orgánica 4/1982, de 9 de junio, Estatuto de Autonomía de Murcia, leggiamo:
La provincia de Murcia, como expresión de su entidad regional histórica
o ancora, nella Ley Orgánica 11/1998, de 30 de diciembre, de reforma de la Ley Orgánica 8/1981,
de 30 de diciembre, del Estatuto de Autonomía de Cantabria:
Cantabria, como comunidad histórica perfectamente definida dentro de España
Gli esempi citati danno l’idea della difficoltà generata dalla domanda, giacché, seguendo un iter o un altro, diverse regioni spagnole si sono costituite, o anche solo definite, come “comunidades históricas” o con sinonimi. In questo contesto tutte le risposte disponibili risultano incomplete. Appare perciò corretta la decisione del Cineca di annullare questa domanda.
Sarebbe stato sufficiente specificare “según la Disposición Transitoria Segunda de la Constitución de 1978”, ma probabilmente una tale formulazione del quesito sarebbe sembrata troppo tecnica.
22. Las jarchas son composiciones poéticas escritas en lengua:
A) mozárabe B) árabe C) andaluza D) castellana
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR. Dal dizionario RAE:
jarcha. 1. f. Canción tradicional, muchas veces en romance, con que cerraban las moaxajas los poetas andalusíes árabes o hebreos.
romace. ~ andalusí. 1. m. mozárabe (ǁ lengua romance).
mozárabe. 5. adj. Se dice de la lengua romance, hoy extinta, heredera del latín vulgar visigótico, que, contaminada de árabe, hablaban cristianos y musulmanes en la España islámica. U. t. c. s. m.
23. El conocido cuadro titulado “La rendición de Breda” se debe a:
A) Velázquez B) El Greco C) Goya D) Ribera
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR.
24. ¿Quién de los siguientes autores no puede ser considerado un escritor romántico?
A) Juan Valera B) Rosalía de Castro C) Mariano José de Larra D) El Duque de Rivas
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR.
Juan Valera, infatti, è considerato unanimemente un autore del Realismo.
Gli autori citati nelle altre risposte sono tutti ascrivibili al movimento romantico: Rosalía de Castro (B)
fu una poetessa del Romanticismo intimista e regionalista (denominato anche Post romanticismo); Mariano José de Larra (C) fu un indiscusso esempio di letterato romantico; il Duque de Rivas (D) appartenne alla prima generazione dei Romantici.
25. En 2005 se celebró el IV Centenario de la primera parte del Don Quijote de Cervantes.
¿Cuándo se publicó por primera vez la segunda parte?
A) En 1615, diez años exactos después de la primera B) En 1616, pocos meses después de la muerte de su autor C) En 1613, junto con las Novelas Ejemplares D) En 1607, aprovechando del fulminante éxito de la primera parte
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR.
La precisazione “exactos” è tuttavia scorretta, giacché attualmente è ancora oggetto di dibattito fra gli studiosi la data esatta della pubblicazione della prima parte dell’opera.
Dall’archivio de El País, http://elpais.com/diario/2004/12/27/cul ... 50215.html:
Este congreso analizará la idea defendida por el académico y experto cervantino Francisco Rico de que la primera edición del libro no apareció en 1605 sino en la Navidad de 1604
26. ¿Qué son los celebérrimos Sueños de Francisco de Quevedo?
A) Unos textos satíricos y alegóricos en prosa B) Una colección de sonetos que reúne los rasgos principales del conceptismo C) Una serie de poemas escritos durante su estancia en la cárcel D) Unos tratados en los que se perfila una sociedad ideal
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR.
Da AAVV., Nuevo manual de literatura española e hispanoamericana, Petrini, pag. 66, capitolo su Francisco de Quevedo, paragrafo riguardante le opere in prosa:
Sátiras morales y alegóricas: La obra más importante de este grupo es Los Sueños.
27. Martín Fierro, el protagonista del homónimo poema épico del siglo XIX, era .........
A) un gaucho B) un criollo C) un conquistador de origen español D) un mestizo
L’opera a cui fa riferimento la domanda è El gaucho Martín Fierro (1872) dell’autore argentino José Hernández.
Dal dizionario RAE:
gaucho, cha. 5. m. Mestizo que, en los siglos XVIII y XIX, habitaba la Argentina, el Uruguay y Río Grande del Sur, en el Brasil, era jinete trashumante y diestro en los trabajos ganaderos.
Nel capitolo I, strofa 5 dell’opera stessa si legge:
Mas ande otro criollo pasa Martín Fierro ha de pasar;
Appaiono quindi corrette le risposte A, B e D, anche se la A è chiaramente la più completa.
28. ¿A qué época se remontan los orígenes del Camino de Santiago?
A) Carlo Magno (siglo IX) B) Dominación romana C) Reyes Católicos D) Alfonso X el Sabio (siglo XIII)
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR. Infatti, come si può leggere sulla Web oficial de turismo de Santiago de Compostela www.santiagoturismo.com:
El hallazgo de la tumba del Apóstol, ocurrido hacia la segunda o tercera década del siglo IX
Tuttavia, è presente un errore, probabilmente un italianismo: “Carlomagno”, infatti, in spagnolo si scrive in un’unica parola.
29. La llamada “Casa de los Austrias” terminó con .........
A) la muerte de Carlos II (1699) B) la muerte de Felipe II (1598) C) la invasión napoleónica de 1808 D) la subida al trono de Alfonso XIII, abuelo del actual rey Juan Carlos
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR. Tuttavia, essa contiene un macroscopico errore nella data indicata tra parentesi: Carlos II, infatti, muore nel novembre dell’anno 1700. A testimonianza di ciò, la data del suo testamento, come si legge nel libro I, cap. I, pag. 7 di Sucesión del rey don Felipe V, nuestro Señor, en la Corona de España, diario de sus viajes desde Versalles a Madrid, el que ejecutó para su feliz casamiento, jornada a Nápoles, a Milán y a su ejército, sucesos de la campaña y vuelta a Madrid, Madrid, 1704, di Antonio de Ubilla y Medina:
Testamento cerrado, otorgado el 2 de octubre de 1700
Seppure le altre possibilità sono senza ombra di dubbio scorrette, tale gravissimo errore potrebbe
aver generato confusione nei candidati.
30. ¿Quiénes eran, en la España del Siglo de Oro, los “conversos”?
A) Judíos convertidos al Cristianismo B) Musulmanes convertidos al Cristianismo C) Indios americanos convertidos al Cristianismo D) Cristianos convertidos al Islam durante la dominación musulmana en la Península Ibérica
Sono corrette sia la A che la B. Infatti, nonostante il termine morisco sia il più diffuso per indicare i nuovi cristiani di origine araba, il dizionario RAE accoglie entrambe le possibilità:
converso, sa. 1. adj. Dicho de un musulmán o de un judío: Convertido al cristianismo. U. t. c. s.
Appare tuttavia improponibile considerare corrette le altre risposte, in particolar modo la D, che è in aperto contrasto con la definizione del RAE: la parola converso, infatti, definisce una persona convertita al Cristianesimo, non ad altre religioni.
La commissione del MIUR che ha operato la revisione ha annullato questa domanda, riconoscendo erroneamente come corrette tutte le risposte. Secondo la commissione, infatti, “la domanda deve essere precisata”, in quanto “Sebbene nel Siglo de Oro l'accezione A fosse più frequente e consolidata, l'accezione B oggi non è esclusa, in un senso più lato del termine.” Non si spiega perciò la decisione del MIUR di assegnare il mezzo punto a tutte le possibilità.
31. Las famosas Coplas por la muerte de su padre fueron escritas por:
A) Jorge Manrique B) Lope de Vega C) El Maestre de Santiago, Rodrigo Manrique D) Luis de Aranda L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR.
32. ¿A cuál de sus amos el protagonista del Lazarillo de Tormes compara con Alejandro Magno?
A) Al ciego B) Al vendedor de bulas C) Al hidalgo D) Al clérigo
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR.
Dal Tratado segundo del Lazarillo de Tormes:
porque era el ciego para con éste un Alejandro Magno
33. ¿Cuál de los siguientes autores no se ubica en el siglo XVIII?
A) Ramón de Campoamor B) Jerónimo Benito de Feijóo C) Leandro Fernández de Moratín D) Gaspar Melchor de Jovellanos
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR. Infatti, Ramón de Campoamor nasce nel 1817.
Tuttavia, è presente un errore nelle risposte disponibili: “Feijoo” in questo caso non ha l’accento. Nel caso dei cognomi, è consuetudine mantenere la grafia tradizionale: per questo motivo in Spagna sono presenti entrambe le versioni (con e senza accento). C’è da chiedersi se i compilatori del test non abbiano fatto confusione con l’omonimo politico galiziano, il cui cognome, per sua stessa scelta, si scrive con l’accento.
Dall’edizione 1999 della Ortografía de la lengua española della RAE, 2.12, Peculiaridades de las voces de otras lenguas y de los nombres propios:
Los nombres propios de otras lenguas no hispanizados se escriben como en la lengua originaria –no es necesario distinguirlos gráficamente-, y tampoco están sujetos a las reglas de la ortografía española. [...]
Las palabras de origen extranjero adaptadas a las pronunciación y a la grafía española desde fecha más o menos antingua deben seguir todas las reglas ortográficas.
e in 4.9, Acentuación de palabras de otras lenguas:
En las palabras de otras lenguas [...], así como en los nombres originales de tales lenguas, no se utilizará ningún acento que no exista en el idioma a que pertenecen. [...]
Si se trata de voces ya incorporadas a nuestra lengua o adaptadas completamente a su pronunciación y escritura, habrán de llevar tilde cuando lo exija la acentuación del español.
e finalmente in 4.1.2, Reglas generales de acentuación:
Las palabras llanas llevan acento gráfico en la sílaba tónica cuando terminan en consonante
que no sea –n o –s.
34. ¿Quiénes eran los habitantes de la Península Ibérica denominados “mozárabes”?
A) Los cristianos que vivían en territorio musulmán B) Los árabes nacidos en la península C) Los musulmanes que se convirtieron al cristianismo D) Los musulmanes expulsados al final de la reconquista
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR. Dal dizionario RAE:
mozárabe. 1. adj. Se dice del individuo de la población hispánica que, consentida por el derecho islámico como tributaria, vivió en la España musulmana hasta fines del siglo XI conservando su religión cristiana e incluso su organización eclesiástica y judicial. U. m. c. s.
35. ¿Cuál de los siguientes pintores españoles se relaciona con la ocupación napoleónica de España?
A) Goya B) El Greco C) Dalí D) Velázquez
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR. Infatti, Francisco de Goya y Lucientes (1746-1828) è l’unico degli artisti citati che ha vissuto l’epoca dell’occupazione napoleonica ed è inoltre autore, fra gli altri, del famosissimo quadro El 3 de mayo de 1808 en Madrid: los fusilamientos en la montaña del Príncipe Pío.
36. ¿En cuál de sus novelas el escritor Miguel de Unamuno acuña la palabra “nivola”?
A) Niebla B) San Manuel Buero, mártir C) La tía Tula D) Amor y pedagogía
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR.
Dal Prólogo di Niebla:
mi diabólica invención de la nivola
Tuttavia, nella risposta B è presente un errore, probabilmente un refuso: “Buero” per “Bueno”.
37. El escritor chileno Pablo Neruda, autor de Veinte poemas de amor y una canción desesperada es también autor de:
A) Residencia en la Tierra B) Poemas humanos C) Canto a la Argentina y otros poemas D) Nuesta América
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR. Tuttavia, nella risposta D è presente un errore, probabilmente un refuso: “Nuesta” per “Nuestra”.
38. ¿Cuál de las siguientes novelas no pertenece al conocido escritor contemporáneo Javier Marías?
A) Anatomía de un instante B) Corazón tan blanco C) Mañana en la batalla piensa en mí D) Fiebre y Lanza L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR.
Anatomía de un instante è infatti un romanzo di Javier Cercas.
39. Las guerras “carlistas” marcaron la historia española de:
A) la II mitad del siglo XIX B) del siglo XVI, después de la muerte de Carlos V C) de la década anterior a la Guerra Civil D) de los años que precedieron la invasión napoleónica
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR. Tuttavia, si tratta di una risposta incompleta e riduttiva, in quanto le prime due guerre “carlistas” si verificarono nella prima metà del secolo (1833-1840, 1846-1849). È assolutamente soggettiva l’interpretazione secondo la quale avrebbero influenzato maggiormente la storia spagnola della seconda metà del XIX secolo.
40. ¿Quién es el director de la película Mar adentro?
A) Amenábar B) Almodóvar C) Berlanga D) Saura
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR.
41. El conocido “Nivel Umbral” es:
A) un documento de la Comunidad Económica Europea sobre la enseñanza de las lenguas B) uno de los niveles de conocimiento de la lengua del Marco Común Europeo de Referencia C) una traducción al español de un método para la enseñanza de las lenguas modernas D) un anexo al Marco Común Europeo de Referencia
L’unica risposta possibile è la B.
La risposta A, indicata dal Cineca e dalla commissione del MIUR come corretta, fa infatti riferimento a Un Nivel Umbral (1976), traduzione spagnola di The Threshold Level, documento del 1975 del Consiglio d’Europa. Si noti che nella domanda la citazione del titolo è incompleta, mancando l’articolo “un”: tale constatazione induce a scartare la risposta A come corretta.
“Umbral” è il termine presente nella versione spagnola del Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue per definire il livello B1, come è possibile constatare in Marco común europeo de referencia para las lenguas: aprendizaje, enseñanza, evaluación, pag. 25, Madrid, 2002, Ministerio de Educación, Cultura y Deporte, Subdirección General de Cooperación Internacional:
Umbral (Threshold), que refleja la especificación de contenidos del Consejo de Europa. e dal sito internet dell’Instituto Cervantes, alla pagina

http://cvc.cervantes.es/ensenanza/bibli ... umbral.htm:
El Nivel Umbral (inglés, Threshold Level) define el grado mínimo de dominio que un aprendiente de lengua extranjera debe alcanzar para poder usarla en situaciones cotidianas y tratando temas habituales
Risulta perciò incomprensibile la decisione della commissione di revisione del MIUR di considerare esatta la risposta A.
42. La diferencia entre adquisición y aprendizaje consiste en:
A) el primer proceso es espontáneo e inconsciente mientras el segundo es fruto de la instrucción formal B) el primer proceso implica un conocimiento explícito de la lengua, el segundo uno comunicativo C) son dos procesos parecidos y complementarios mediante los cuales se aprende una lengua extranjera D) el primer proceso es fruto de la instrucción formal mientras el segundo es espontáneo e inconsciente
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca.
Dal sito internet dell’Instituto Cervantes, alla pagina http://cvc.cervantes.es/ensenanza/bibli ... 6_0062.pdf:
La distinción formulada por Krashen (1974), aceptada, criticada y/o reformulada hasta hoy por los investigadores interesados en el tema, resulta atractiva porque refleja dos tipos de conocimientos diferentes que subyacen a la producción oral y escrita de nuestros estudiantes, en diferentes situaciones de uso de la lengua objeto. Intuitivamente, se suele relacionar el conocimiento de reglas explícitas con el aprendizaje, y la actuación más espontánea, con la adquisición.
E ancora:
La distinción establecida por Krashen entre adquisición y aprendizaje estaba basada
en la diferencia entre lo inconsciente y lo consciente, respectivamente. Sempre dallo stesso sito, alla pagina
http://cvc.cervantes.es/ensenanza/bibli ... sicion.htm:
La investigación sobre adquisición de lenguas segundas acuñó este término para designar el conjunto de procesos inconscientes mediante los cuales el aprendiente desarrolla la capacidad de utilizar estructuras y formas lingüísticas en una lengua segunda para la comunicación.
Infine, alla pagina http://cvc.cervantes.es/ensenanza/bibli ... gundas.htm:
La expresión aprendizaje de segundas lenguas designa el conjunto de procesos conscientes e inconscientes mediante los cuales el aprendiente alcanza un determinado nivel de competencia en una lengua segunda. Lo consigue ejercitando las distintas destrezas de aprendizaje en la realización de actividades de diverso tipo. En estos procesos influyen factores de aprendizaje externos e internos. Son factores internos la motivación del aprendiente, sus necesidades y su estilo de aprendizaje. Son factores externos el contexto en el que el aprendizaje se produce, así como la enseñanza que intenta promoverlo.
Le risposte B e D sono in aperto contrasto con le definizioni riportate; in particolare, la D esprime il concetto diametralmente opposto alla A, perciò non possono essere entrambe corrette.
Il caso della C è controverso, in quanto la definizione in essa contenuta è aderente a quanto riportato nei documenti citati, eccetto per la precisazione “parecidos”, in aperto contrasto ad esempio con il primo testo citato in cui i due processi sono definiti “diferentes”.
La commissione del MIUR che ha operato la revisione ha annullato questa domanda, riconoscendo erroneamente come corrette tutte le risposte. Secondo il commento della commissione stessa si tratta di “concetti che sono stati oggetto di molte discussioni (cfr. Marta Baralo, ASELE. Actas VI, 1995”. Nell’articolo citato si può leggere in effetti che
No es difícil imaginar cuáles fueron las primeras críticas que recibió la propuesta de Krashen, debido a la dificultad de determinar los límites de lo consciente y de lo subconsciente de un conocimiento, dicotomía que subyace a todo el modelo.
e quindi
En síntesis, podríamos identificar la adquisición con procesos mentales automáticos, basados en la memoria a largo plazo, que suponen un conocimiento implícito de los elementos sustantivos y de las reglas del sistema lingüístico. [...]Por el contrario, el aprendizaje se relaciona con procesos mentales no automáticos, reflexivos, basados en la memoria a corto plazo, que suponen un conocimiento explícito de los componentes y de las reglas de la lengua.
I passi citati non sembrano però in contrasto con quanto espresso nella risposta A, pur essendo concetti controversi.
43. ¿Qué diferencia existe entre oración y enunciado?
A) unidad mínima de la gramática/ unidad mínima de la comunicación B) unidad mínima de la sintaxis/ unidad mínima del párrafo C) unidad compuesta de la sintaxis/ unidad simple de la sintaxis D) unidad mínima de la frase/ unidad mínima de la enunciación
Le risposte fornite sono tutte ambigue o incomplete.
Dal sito internet dell’Instituto Cervantes, alla pagina http://cvc.cervantes.es/ensenanza/bibli ... racion.htm:
los conceptos de oración, unidad de análisis de la sintaxis, y enunciado, unidad de análisis de la lengua en uso. La oración es una unidad gramatical que debe definirse en virtud de propiedades estructurales internas. Los enunciados, manifestaciones concretas ligadas a la actuación lingüística de los hablantes, pueden corresponderse con segmentos sintácticamente inferiores o superiores a la oración.
Da Leonardo Gómez Torrego, Gramática didáctica del español, Madrid, 2002, Ediciones SM:
El enunciado es la unidad mínima de comunicación.
[...] Oración: es una unidad sintáctica que se corresponde con la estructura gramatical constituida básicamente por un sujeto y un predicado. No importa si esa estructura tiene sentido completo o no.
Dalle definizioni fornite, infatti, non è possibile stabilire se, nel caso della “oración”, si tratti di unità “mínima” o “compuesta” come indicato nelle risposte A, B, C e D.
Appare perciò corretta la decisione della commissione del MIUR che ha operato la revisione di annullare questa domanda. Secondo la commissione stessa, “la risposta A è pericolosamente semplificatrice, se non si specifica meglio l'ambito teorico-linguistico di riferimento”.
44. ¿Cuántas lenguas hay en España?
A) Cuatro B) Tres C) Una y varios dialectos D) Seis
La domanda è formulata in maniera ambigua, come rilevato anche dala commissione del MIUR che ha effettuato la revisione, che afferma che “La domanda deve essere precisata”.
Se consideriamo solo le lingue ufficiali, la risposta corretta è la D e non la A, come indicato in maniera clamorosamente erronea dal Cineca. Infatti, oltre al castigliano, dichiarato ufficiale nell’articolo 3, comma 1 della Costituzione spagnola del 1978:
El castellano es la lengua española oficial del Estado. [...] al comma 2 dello stesso articolo si legge:
Las demás lenguas españolas serán también oficiales en las respectivas Comunidades Autónomas de acuerdo con sus Estatutos.
Tali lingue sono il galiziano, il basco, il catalano e il valenciano, come indicato nel portale del Congreso de Diputados http://www.congreso.es/, nella sezione dedicata alla Costituzione spagnola, dove è possibile leggere il seguente commento alla voce “Sinopsis artículo 3”:
D) Los Estatutos de Autonomía han establecido las siguientes lenguas oficiales en sus respectivos territorios:
-El euskera o vascuence, en el País Vasco (art. 6.1 EAPV), y en las zonas vascoparlantes de Navarra, conforme se regule en una Ley foral (art. 9 LRARFN).
-El catalán en Cataluña (art. 3.1 EAC), y la lengua catalana propia de las Islas Baleares en éstas (art. 3 EAIB).
-El gallego en Galicia (art. 5.1 EAG).
-El valenciano en la Comunidad Valenciana (art. 7.1 EACV).
e nell’articolo 2, commi 1 e 4, della legge 35/2010, del 1 ottobre, Del occitano, aranés en Arán:
1. El aranés, nombre que recibe la lengua occitana en Arán, es la lengua propia de este territorio.
4. La lengua propia de Arán, como lengua oficial en Cataluña, puede ser utilizada por las personas físicas o jurídicas en actividades públicas y privadas sin que puedan sufrir discriminación alguna por este motivo. Los actos jurídicos hechos en esta lengua tienen plena validez y eficacia, sin perjuicio de los derechos reconocidos a los ciudadanos con relación a las demás lenguas oficiales.
Se invece non limitiamo la nostra analisi alle lingue ufficiali, alle sopraccitate lingue va probabilmente tolto il valenciano, in quanto abitualmente classificato dai linguisti come varietà del catalano e vanno aggiunti l’aragonese, l’asturleonese (con dubbi sulla sua classificazione come lingua o dialetto) e il caló, seppur non riconosciuto in alcun documento ufficiale.
In particolare, l’aragonese e l’asturleonese sono riconosciuti negli Statuti di Autonomia
rispettivamente dell’Aragona (Ley Orgánica 5/2007, de 20 de abril, de reforma del Estatuto de Autonomía de Aragón, Título preliminar, articolo 7, comma 1) nel primo caso:
Las lenguas y modalidades lingüísticas propias de Aragón constituyen una de las manifestaciones más destacadas del patrimonio histórico y cultural aragonés y un valor social de respeto, convivencia y entendimiento.
del Principado de Asturias (Ley Orgánica 7/1981, Estatuto de Autonomía del Principado de Asturias, Título preliminar, articolo 4, comma 1):
El bable gozará de protección
e della Castilla y León (Ley Orgánica 4/1983, de 25 de febrero, Estatuto de Autonomía de Castilla y
León, articolo 5, comma 2):
El leonés será objeto de protección específica por parte de las instituciones por su particular valor dentro del patrimonio lingüístico de la Comunidad. Su protección, uso y promoción serán objeto de regulación.
nel caso dell’asturleonese, che assume denominazioni diverse a seconda delle zone in cui è parlato. Perciò, se non si considera implicita la specificazione di “oficiales”, le lingue in questione sono 6, 7, 8 o 9 a seconda dei punti di vista.
C’è inoltre da considerare che la linguistica non è una scienza esatta, ma è spesso divisa in correnti che riflettono opinioni contrastanti, in particolare riguardo alla classificazione delle lingue.
Per questo motivo e per la formulazione stessa della domanda, vaga e incompleta anche dal punto di vista formale (infantile dire che le lingue “ci sono” per “si parlano”), la faccenda è stata trattata con una sconvolgente superficialità dal Cineca. Secondo la commissione del MIUR, infatti, ci troviamo davanti a “Risposte pericolose, se non si precisa il concetto di LINGUA (ufficiale, co-ufficiale, lingua con statuto di co-ufficialità riconosciuto recentemente)”.
Analogo atteggiamento ha tuttavia dimostrato il MIUR, che, seppure ha giustamente annullato questa domanda, ha riconosciuto erroneamente come corrette tutte le risposte, attribuendo il mezzo punto anche a chi, rispondendo B o C, denota una conoscenza lacunosa della questione.
45. ¿Cuál de las siguientes no es una variedad de la lengua?
A) Dialógica B) Diatópica C) Diastrática D) Diafásica
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR.
Dal sito dell’Instituto Cervantes, alla pagina http://cvc.cervantes.es/ensenanza/bibli ... istica.htm:
Las variedades funcionales o diafásicas (los registros)
Las variedades socioculturales o diastráticas (los niveles lingüísticos) Las variedades geográficas o diatópicas (los dialectos)
Las variedades históricas o diacrónicas
Dal dizionario RAE:
dialógico, ca. 1. adj. cult. Perteneciente o relativo al diálogo. 2. adj. cult. Que presenta forma dialogada. 3. adj. cult. Que contempla o que propicia la posibilidad de discusión.
diálogo. 1. m. Plática entre dos o más personas, que alternativamente manifiestan sus ideas o afectos. 2. m. Obra literaria, en prosa o en verso, en que se finge una plática o controversia entre dos o más personajes. 3. m. Discusión o trato en busca de avenencia.
diatópico, ca. 1. adj. Ling. Se dice de los fenómenos que se producen en una lengua en virtud de su extensión geográfica.
diastrático, ca. 1. adj. Ling. Se dice de los fenómenos lingüísticos relacionados con el nivel sociocultural de los hablantes.
diafásico, ca. 1. adj. Ling. Se dice de los fenómenos de habla debidos a los diferentes registros lingüísticos.
46. ¿Cómo se llama la relación que tiene la palabra motocicleta con la palabra vehículo?
A) Hiponimia B) Derivación C) Polisemia D) Sinonimia
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR. Dal dizionario RAE:
hiponimia. 1. f. Ling. Relación de significado de un hipónimo con respecto a su hiperónimo. hipónimo. 1. m. Ling. Palabra cuyo significado está incluido en el de otra; p. ej., gorrión respecto a pájaro.
47. Los “actos de habla” son:
A) las unidades básicas de la comunicación con las que se realizan acciones B) las unidades mínimas del diálogo propias de los turnos de habla C) las intenciones de los hablantes cuando se dirigen a sus interlocutores D) los ámbitos situacionales de la comunicación
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR. Dal sito internet dell’Instituto Cervantes, alla pagina http://cvc.cervantes.es/ensenanza/bibli ... ehabla.htm:
Se entiende por acto de habla la unidad básica de la comunicación lingüística, propia del ámbito de la pragmática, con la que se realiza una acción (orden, petición, aserción, promesa...).
48. La Gramática Universal de Chomsky es:
A) el conjunto de principios, reglas y condiciones que comparten todas las lenguas y que los humanos adquieren de forma natural B) el conjunto de principios, reglas y condiciones que rigen varias lenguas con un mismo origen común C) el mecanismo cognitivo que permete mejorar la propia capacidad de aprender una lengua D) la capacidad innata de aprender una lengua en contextos diversos
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR.
Infatti, secondo lo stesso Chomsky, a pag. 29 dell’edizione spagnola del suo Reflections on language del 1975 (Reflexiones sobre el lenguaje, Barcelona, 1979, Ariel), la Teoría de la Gramática Universal cerca di stabilire:
un sistema de principios, condiciones y reglas que son elementos y propiedades de todas las lenguas humanas, y no de modo accidental, sino necesariamente
e successivamente, a pag. 8 dell’edizione spagnola del suo Lectures on Government and Binding del 1981 (La nueva sintaxis, teoría de la rección y el ligamiento, Barcelona, 1988, Paidós) la definisce:
un elemento de la dotación biológica compartida por la especie humana.
49. La coherencia es la propiedad mediante la cual en un texto:
A) la informaciones contenidas dan lugar a un sentido unitario con un hilo lógico B) no deben faltar signos de puntuación C) todas las partes mantienen un mismo plano sintáctico D) es posible entender el argumento del discurso sin contradicciones
Dal dizionario RAE:
coherencia. 1. f. Conexión, relación o unión de unas cosas con otras. 4. f. Ling. Estado de un sistema lingüístico o de un texto cuando sus componentes aparecen en conjuntos solidarios. La coherencia del sistema de adverbios de lugar en español se manifiesta en tres grados
Per l’accezione 1, risultano accettabili sia la risposta A che la D. L’accezione 4 fa inoltre sorgere dubbi sulla validità dell’opzione C. In ogni caso, la B appare scorretta.
È inoltre presente un errore, probabilmente un refuso, nella risposta A: “la” per “las”.
Il Cineca ha annullato questa domanda, riconoscendo erroneamente come corrette tutte le risposte.
50. ¿Qué caracteriza a una jerga o argot?
A) Su léxico especializado B) Su falta de prestigio C) Su simplicidad D) Su carácter regional
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca e ribadito nella revisione del MIUR. Dal dizionario RAE:
jerga2. 1. f. Lenguaje especial y familiar que usan entre sí los individuos de ciertas profesiones y oficios, como los toreros, los estudiantes, etc.
argot. 2. m. Lenguaje especial entre personas de un mismo oficio o actividad.
Testo 1
Durante la loro permanenza sulla Luna, gli astronauti delle missioni Apollo non scavarono per più di tre metri. Ma gli strumenti che lasciarono sulla sua superficie ci aiutano a capire cosa succede nelle sue profondità. Una nuova analisi dei dati sismici raccolti tra 30 e 40 anni fa conferma che al centro del nostro satellite, freddo e arido, c’è un nucleo liquido e incandescente.
«Il nucleo fuso ci dà molte informazioni sull’evoluzione della Luna», spiega Renee Weber, la studiosa della NASA che ha potuto esaminare i dati del periodo 1969-1977 grazie alla potenza di calcolo dei computer moderni. L’attenzione è stata rivolta soprattutto ai “lunamoti” profondi. Anche la Luna, come la Terra, ha un centro composto di strati solidi e liquidi: quello più interno è il più caldo, ma si trova allo stato solido a causa dell’enorme pressione. Il nucleo della terra è convettivo, cioè dinamico, cosa che determina fenomeni come la tettonica a placche, il vulcanismo e il campo
magnetico terrestre. Quello della Luna, si pensa, è invece statico.
Il liquido presente nel nucleo esterno fa pensare che, quando si formò, 4,5 miliardi di anni fa, la Luna fosse interamente fusa, sostiene Weber. «Anche se si è formata nello stesso periodo, la Luna è più piccola della Terra, quindi ha perso calore ed energia più in fretta». Forse anche il nucleo lunare è stato convettivo in passato: sulle rocce raccolte dagli astronauti ci sono tracce magnetiche.
Viaggio al centro della luna, «National Geographic», agosto 2011
51. Con riferimento al Testo 1, rispondi alla seguente domanda. Da che cosa si ricava che il nucleo della Luna è liquido e incandescente?
A) Dai dati rilevati 30-40 anni fa dei movimenti dovuti ai “lunamoti” B) Dagli scavi degli astronauti della missione Apollo C) Dai dati forniti dagli strumenti usati dagli astronauti D) Dal fatto che l’esterno del satellite è freddo e arido
L’unica risposta possibile è la A, come indicato dal Cineca. Dal testo 1:
Una nuova analisi dei dati sismici raccolti tra 30 e 40 anni fa conferma che al centro del nostro satellite, freddo e arido, c’è un nucleo liquido e incandescente.
La risposta B fa riferimento agli scavi effettuati dagli astronauti, che secondo il testo non sono stati sufficienti per raccogliere dati utili; ciò è reso inequivocabile dalla presenza della
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