In risposta alle fuorvianti e demagogiche recenti affermazioni del Ministro Profumo e dando seguito al mandato ricevuto da innumerevoli docenti precari, ho diffidato il Ministero della Pubblica Istruzione dall’indire un nuovo concorso a cattedre. All’uopo Vi invito a diffondere la presente al fine di sostenere la causa di tanti “ex-giovani” abilitati che hanno fatto decenni di gavetta nella Scuola statale, affrontando disagi indicibili, dopo essersi fidati per anni delle promesse dello Stato sancite dalla Legge.
Migliaia di ex giovani abilitati sono stati inseriti per anni in una graduatoria ad esaurimento che ora, a causa di un nuovo concorso, rischia di non esaurirsi più.
Migliaia di docenti, ormai non più giovani, saranno così condannati alla disoccupazione e all’impossibilità di intraprendere altri lavori per aver superato il limite di età e, peggio ancora, essi vedranno svanire per sempre la possibilità di poter mettere su famiglia per insussistenze economiche.
In un periodo come quello attuale, contraddistinto da continue “spending review”, l’indizione di un nuovo concorso pare assumere le caratteristiche di una vera e propria “beffa” per tutti i cittadini, giacché comporterà inevitabilmente anche enormi danni all’Erario.
I docenti da me assistiti risultano essere TUTTI docenti che hanno già superato i precedenti concorsi banditi dal MIUR ovvero tutti hanno già superato proficuamente l’Esame di Stato sostenuto al termine dei corsi di specializzazione equiparati a prova concorsuale. Tali docenti, dunque, hanno riposto il loro pieno affidamento, secondo i principi di matrice comunitaria, nelle garanzie offerte loro dallo Stato e più volte dallo Stesso reiterate (da ultimo si veda il piano d’immissione triennale sancito col D.L. 70/2011). Tutti i docenti che attualmente si trovano inseriti nelle c.d. graduatorie ad esaurimento (in sigla GaE) hanno confidato nelle garanzia offerta loro dallo Stato che le future immissioni in ruolo sarebbero state effettuate sulla base della legge 124 del 1999 s. m. e i., attingendo per il 50 % dalle c.d. graduatorie di merito (in sigla GM) (praticamente le graduatorie dei vecchi concorsi precedentemente sostenuti) e per il restante 50 % dalle graduatorie c.d. ad esaurimento (il cui nome, già per definizione, da solo dovrebbe rendere conto del pregnante impegno assunto dallo Stato). Di contro, si contesta formalmente l’intenzione di codesto Ministero di bandire un nuovo concorso con l’assurda pretesa che ciò non priverebbe di alcun diritto i docenti attualmente inseriti nelle GaE, giacché i posti che si pretenderebbe di mettere a concorso si ricaverebbero dal mero annullamento delle c.d. graduatorie di merito. Tale ragionamento si appalesa del tutto fuorviante e, in ogni caso, non corrispondente al vero! In primis, si evidenzia come già la Giustizia amministrativa, in casi analoghi, ha ammonito che “è illegittima la delibera con la quale una P.A. indice un concorso pubblico, piuttosto che utilizzare una graduatoria di un precedente concorso per la copertura dei posti banditi, nel caso in cui la stessa graduatoria sia stata in precedenza utilizzata per la copertura di altri posti e la scelta di procedere per gli ulteriori posti con un nuovo concorso non trovi alcuna ragionevole giustificazione, ponendosi in contrasto con il già avvenuto utilizzo della graduatoria”; in secundis, si evidenzia che per un mero calcolo aritmetico la sottrazione delle immissioni in ruolo dalle GM per destinarle a quota del nuovo concorso, di fatto, priverebbero i docenti inseriti nelle GaE della possibilità di veder scorrere le loro posizioni con maggiore velocità e secondo il principio del merito. E’ incontestabile, infatti, che i docenti inseriti nelle GM sono prevalentemente inseriti anche nelle GaE e, dunque, ogni anno la percentuale riservata alle immissioni in ruolo da destinare alle graduatorie dei vecchi concorsi di fatto produce effetti importanti anche nella velocità di scorrimento delle graduatorie ad esaurimento. Ma vi è di più. E’ ormai principio consolidato che il reclutamento del personale docente deve avvenire nel pieno rispetto del principio del merito e un nuovo concorso potrebbe produrre solo l’effetto di agevolare i docenti collocati, proprio sulla base del loro “mancato” merito, nelle basse posizioni di graduatoria e giammai i docenti che, dopo anni o decenni di sacrificio, si trovano ad occupare le posizioni alte della graduatoria; infatti, il concorso potrebbe agevolare unicamente i docenti con minori anni di servizio e di esperienza. Ciò è vero per una semplice constatazione: il docente, già selezionato e formato dallo Stato, con maggiore esperienza e con maggiori anni (in alcuni casi, decenni. SIC!) di servizio, si troverebbe ugualmente immesso in ruolo per scorrimento delle GaE se solo lo Stato continuasse a rispettare i suoi pregressi impegni, sanciti con leggi dello Stato. Con l’indizione di un nuovo concorso, invece, lo Stato offrirebbe paradossalmente al docente privo della giusta esperienza e del giusto merito “il premio” di “scavalcare” i docenti oramai avanti con gli anni e con maggiori anni di servizio, sottraendo a questi l’ambita immissione in ruolo, cioè il diritto al lavoro e il diritto di mettere su famiglia!
Quanto precede, inoltre, espone il Ministero ad un enorme contenzioso così come, d’altronde, è avvenuto per l’ultimo bando di concorso per dirigenti scolastici. Il Ministero in caso di soccombenza dovrebbe poi risarcire i danni causati a centinaia di migliaia di docenti per non aver adeguatamente rispettato il c.d. “principio di affidamento” di matrice comunitaria e oramai recepito anche dalla nostra Giurisprudenza nazionale. Non si ignorano, ovviamente, le motivazioni ideologiche, se di ideologia si può parlare, dell’Ill.mo Ministro Profumo allorché Costui manifesta l’intenzione di garantire un futuro “ai giovani capaci e meritevoli”. A tal proposito, però, appare doveroso evidenziare che un nuovo concorso sicuramente danneggerà gli attuali docenti inseriti nelle graduatorie ad esaurimento i quali hanno “già” dimostrato “sul campo” di essere CAPACI e MERITEVOLI che, anche loro un tempo, da GIOVANI confidarono nello Stato. Costoro, oramai non più giovani, non possono essere “traditi” dopo anni e decenni di illusioni e sacrifici. Bandire un nuovo concorso significherebbe dunque provocare enormi danni alle casse dello Stato per i cospicui risarcimenti che dovranno essere corrisposti e per i costi da sostenere nel predisporre la stessa procedura concorsuale, ma non bisogna sottovalutare altresì gli “effetti sociali” che il sovvertimento dello status quo andrebbe a produrre. Un nuovo concorso, come sopra meglio esplicitato, in ogni caso produrrebbe un effetto disastroso, giacché tanti docenti privi della giusta esperienza e collocati nelle posizioni basse delle graduatorie sorpasserebbero i docenti prossimi alle immissioni in ruolo che, di conseguenza, dovrebbero ripiegare su improbabili nomine annuali. Con un “effetto domino” (insito in ogni graduatoria): gran parte dei docenti che ogni anno conseguivano la nomina annuale (stipendio e punteggio), non riceveranno più alcuna nomina e, conseguentemente, dovranno riversarsi sui sistemi assistenziali dello Stato, con non poche difficoltà per le casse dell’Erario e, per quel che più mi preme, con rilevanti e drammatiche ricadute sul piano personale e familiare.
Alla luce di quanto precede, dunque, si rivolge un accorato appello alle forze politiche e sociali del Paese affinché si attivino con urgenza per arrestare l’indizione del nuovo bando di concorso, evitando che le scelte poco sensate del Ministro Profumo possano avere drammatiche ripercussioni sul bilancio dello Stato e, soprattutto, sulla vita dei lavoratori.
Confidando in un ripensamento del Ministero e rimanendo a Vs. disposizione per ogni ulteriore necessità di chiarimento, l’occasione è gradita per porgere distinti saluti.
Avv. Antonio Gabrieli