FLC CGIL: Il dimensionamento è incostituzionale

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FLC CGIL: Il dimensionamento è incostituzionale

Messaggiodi edscuola » 9 giugno 2012, 8:21

Il dimensionamento della rete scolastica è incostituzionale!
La Corte Costituzionale boccia la norma voluta dal governo Berlusconi. La FLC chiede di fermare i processi di dimensionamento che stanno creando scuole abnormi, danneggiando il progetto didattico degli istituti comprensivi e cancellando posti di lavoro

La Corte Costituzionale ha bocciato la norma varata dal Governo Berlusconi sul dimensionamento scolastico. La sentenza n.147 depositata ieri dichiara incostituzionale il comma 4 dell’art.19 della Legge 111/11 che dispone per il prossimo anno scolastico la creazione di istituti comprensivi di almeno 1000 alunni e la conseguente cancellazione – mediante accorpamento - delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di 1°grado.

I giudici hanno accolto il ricorso presentato da 7 Regioni (Toscana, Emilia Romagna, Liguria, Umbria, Sicilia, Puglia e Basilicata) che ritenevano la norma sul dimensionamento lesiva delle proprie prerogative. La Corte infatti riconosce che la norma sul dimensionamento viola l’art.117 della Costituzione (quello che definisce le competenze tra Stato e Regioni) perché interviene su una norma di dettaglio (i parametri per costituire gli istituti comprensivi) che avrebbe dovuto essere concertata con le Regioni perché rientrante in un ambito di competenza concorrente.

Tale sentenza, come preannunciato dalla FLC CGIL, era facilmente prevedibile visto l’orientamento già espresso in passato dalla Corte Costituzionale su un problema analogo con la sentenza n.200 del 2009.

Purtroppo il Governo, nonostante gli avvisi e le denunce della FLC CGIL, non ha voluto sentire ragioni e ha varato una norma incostituzionale, solo per esigenze di cassa e incurante dei danni profondi che essa provoca alla qualità della scuola.

I piani di dimensionamento approvati dalle regioni (purtroppo anche da parte di molte di quelle presentatrici del ricorso alla Corte Costituzionale) comportano:

la chiusura di oltre 1000 scuole sull’intero territorio nazionale
un ulteriore taglio di organico di tutto il personale
la determinazione di numerosissimi soprannumerari, in particolare Dirigenti scolastici e Dsga
la costituzione di istituti comprensivi abnormi senza alcun fondamento didattico

Si tratta di conseguenze gravissime che si aggiungono alla situazione già difficile dei lavoratori della scuola e alla qualità dell’istruzione pubblica presi di mira dalle regressive politiche del precedente governo.

Tutto ciò si sarebbe potute evitare se il MIUR avesse acconsentito alla richiesta avanzata dalla FLC CGIL di sospendere le procedure in atto in attesa della pronuncia della Corte.

La sentenza rimette al centro il tema della qualità della scuola e del senso didattico e pedagogico degli istituti comprensivi come modello organizzativo per favorire la continuità tra il primo e il secondo ciclo.

Adesso è necessario e urgente rivedere tutte le scelte in materia di dimensionamento e avviare una discussione ampia in grado di coinvolgere i diversi soggetti in campo: enti locali, scuole, sindacati, amministrazione. È questa una strada obbligata se si vuole costruire un sistema scolastico davvero rispondente alle esigenze di qualità e funzionalità dei singoli territori. La FLC CGIL avvierà tutte le iniziative utili a tal fine, a partire dal prossimo incontro con il Ministro Profumo, previsto per il 12 giugno.

La FLC ha chiesto ai propri legali di valutare se, dopo questa sentenza, i lavoratori che hanno perso il posto per una norma incostituzionale abbiano diritto al reintegro.
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Dimensionamento scolastico e sentenza costituzionale

Messaggiodi edscuola » 24 giugno 2012, 10:28

Dimensionamento scolastico e sentenza costituzionale
Un’occasione per rivedere le aggregazioni scolastiche non rispondenti a criteri di qualità e funzionalità.

La sentenza n. 147 della Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità della norma che impone la generalizzazione degli istituti comprensivi con almeno 1.000 alunni, una norma pessima voluta a suo tempo da Tremonti-Gelmini unicamente per ragioni di bilancio e senza alcun rispetto delle esigenze di qualità del sistema scolastico.

Ora la sentenza offre l’opportunità alle diverse Regioni di rivedere i propri piani di dimensionamento scolastico varati secondo parametri dichiarati incostituzionali. Le Regioni avranno la possibilità di intervenire sulle situazioni più eclatanti, quelle in cui sono state fatte aggregazioni scolastiche abnormi o tra più comuni e pertanto non in grado di assicurare quella qualità e quella continuità didattica che pure sono tra le finalità richiamate dalla stessa legge istitutiva.

Molte Amministrazioni Regionali, però, avrebbero già dichiarato di non volere riconsiderare i piani scolastici deliberati, contravvenendo così ad una precisa responsabilità politica e normativa che è quella di rispettare la sentenza della Corte Costituzionale. La conseguenza sarà che il prossimo anno scolastico inizierà con una rete scolastica modificata secondo parametri dichiarati illegittimi sul piano giuridico oltre che deleteri sul piano qualitativo.

Come FLC CGIL riteniamo, invece, che la sentenza costituzionale possa offrire l’occasione per rivedere le scelte fin qui assunte in materia di dimensionamento, di riconsiderare il sistema scolastico secondo una modalità più partecipata e condivisa e sulla base di parametri effettivamente rispondenti a esigenze di funzionalità organizzativa e qualità didattica.

Questo è quanto ci si aspetta dalle Regioni, a partire da quelle che a suo tempo hanno fatto ricorso di costituzionalità, al fine di rimuovere quelle scelte forzate che hanno comportato da una parte la costituzione di istituti comprensivi con ben oltre mille alunni e dall’altra la perdita della sede di servizio per tantissimi lavoratori della scuola.

In assenza di ciò si corre il rischio, come sta già avvenendo, che le diverse scuole o i singoli lavoratori che ritengano lesi i propri diritti ottengano per via legale il rispetto della sentenza che le Regioni non sono in grado di assicurare per via politica. Già ad oggi sono numerosi i casi in cui a seguito di ricorso da parte dell’ente locale o della comunità scolastica è stato chiesto e ottenuto dal Tar la sospensione degli effetti della legge sul dimensionamento per singoli istituti scolastici.

Come FLC CGIL riteniamo necessaria anche la modifica della norma che impone le “reggenze” per le scuole con meno di 600 alunni, tale norma è infatti penalizzante non solo per tanti Dirigenti Scolastici e Dsga ma anche per la piena funzionalità delle strutture scolastiche interessate.

Al Ministro Profumo sottoporremo tutte le argomentazioni su richiamate chiedendo un’assunzione di responsabilità e un ripensamento delle scelte fatte dal Miur alla luce della sentenza costituzionale.

Alle Regioni chiediamo di riconsiderare le decisioni assunte, in particolare quelle più controverse, in un quadro di rispetto e osservanza della legalità, del dettato costituzionale nonché della qualità del servizio scolastico pubblico.

In assenza di risposte convincenti da parte dell’Amministrazione nei confronti della qualità della scuola e delle condizioni di lavoro di migliaia di persone inopinatamente dichiarate perdenti posto non rinunceremo a portare a vanti le nostre rivendicazioni e a tutelare i diversi soggetti interessati anche sul piano legale.
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