L’integrazione scolastica non è di colore verde come la grande mela.
L’integrazione scolastica, oggi, non sembra essere come la grande mela e tantomeno di colore verde.
Tanti e annosi sono i problemi ancora aperti legati all’inserimento degli alunni con disabilità nelle scuole
comuni e non, con il triste primato di un Paese che di fatto NON garantisce il sostegno secondo le effettive
esigenze di ciascun alunno.
Il ricorso continuo alla giustizia amministrativa sembra essere l’unica via percorribile dalle famiglie, ma
talvolta lo svilimento arriva prima delle sentenze favorevoli e così, il peso faticoso di un diritto negato,
spesso condiziona fortemente l’esito di un progetto di vita mettendo a dura prova i rapporti delicati tra
famiglia e scuola.
Dunque, né vinti né vincitori?
Si esce sconfitti a metà?
Le responsabilità gravano su tutti, dirigenti, docenti, educatori professionali, famiglie, personale della
scuola e accordi di programma.
Responsabilità che riguardano soprattutto l’autonomia, la comunicazione, il successo formativo degli
alunni e che in questi ultimi decenni non sembrano preoccupare in modo critico gli “addetti ai lavori”.
Le programmazioni hanno lasciato il passo agli obiettivi didattici ed educativi e all’attuazione di piani
individualizzati statici che nulla hanno di dinamico. Il monitoraggio degli apprendimenti
curriculari sembra essere solo un vago ricordo a confronto del clamore suscitato dalla stampa per un
diritto allo studio giustamente riconosciuto.
Una scuola inclusiva che vede spesso contrapposta la didattica differenziata all’autonomia scolastica
dimenticando la questione fondamentale dell’integrazione e quindi le effettive esigenze di
ciascun alunno.
NON può esserci integrazione senza autonomia.
Il potenziamento dell’autonomia deve essere di fatto “funzionale alle esigenze di integrazione e sostegno
agli alunni con bisogni educativi speciali e di programmazione dei fabbisogni di personale scolastico”
attraverso il monitoraggio degli apprendimenti curriculari ed il successo formativo degli alunni.
La “mancata professionalità dei docenti” spesso invocata come unica denuncia, risulta essere visione
ristretta di una scuola dell’inclusione che nel suo insieme propone soluzioni efficaci.
Assistiamo da tempo al fenomeno della dispersione scolastica che colpisce anche gli alunni con
disabilità. Proprio in questo macro- insieme di problematiche culturali e sociali, la scuola come una possibile
“grande mela” è chiamata “da sola”ad attuare con responsabilità e rigore il processo dell’integrazione.
Giuseppe Argiolas
Direttivo Nazionale CIIS