CIDI: La Lombardia non sperimenta. Calpesta

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CIDI: La Lombardia non sperimenta. Calpesta

Messaggiodi edscuola » 17 febbraio 2012, 18:48

La Lombardia non sperimenta. Calpesta

La Costituzione delega allo Stato la definizione dei criteri e delle modalità di reclutamento dei docenti della scuola pubblica, a garanzia di un sistema d'istruzione nazionale di qualità, pluralista, unitario e coeso. Garante di democraticità proprio perché estraneo a ogni logica o scelta particolaristica, sia essa territoriale, ideologica, anagrafica, a garanzia della libertà di apprendimento di tutti gli allievi.
Avremmo perciò sperato, al di là di ogni vincolo di opportunità politica, di non sentire un ministro della Repubblica dare credito di sperimentazione a quello che è palesemente un progetto di legge anticostituzionale, fortemente di parte e contrario alla storia e all'identità della scuola pubblica del nostro Paese. In questo senso, il lasciapassare offerto dal ministro Profumo alla regione Lombardia riguardo alla proposta di legge che permetterebbe il reclutamento diretto dei docenti da parte delle istituzioni scolastiche lombarde ci sembra un atto grave, al pari della messa in discussione del valore legale del titolo di studio.
In verità stanno susseguendosi atti e dichiarazioni del Ministero che vanno in una direzione che non condividiamo e che ci preoccupa molto. Si era parlato di rilanciare l'autonomia scolastica, ma il decreto legge sulle semplificazioni ci regala la solita normativa svuotata di contenuti, dove tutto ciò che varrebbe la pena di leggere si leggerà in decreti applicativi di futura memoria. Sparisce la garanzia di non procedere a nuovi tagli; sparisce la promessa della dotazione aggiuntiva di 10.000 posti; ricompare in compenso la solita frase finale che ricorda come tutto debba comunque avvenire senza maggiori oneri. A questo punto restano ben poche illusioni sulla reale volontà di cambiare direzione rispetto al passato.
Siamo in un periodo storico in cui si fa pressante l'esigenza del cambiamento e tutto sembra fluido e in trasformazione, ma sono proprio questi i momenti in cui è più importante ricercare i punti fermi nel proprio agire. Sono quelli che ci permetteranno di giudicare la qualità del cambiamento.
Il ministro Profumo sa che nel campo scientifico, a decidere se una trasformazione può essere vista come un'evoluzione oppure no, non è tanto ciò che in essa cambia, quanto ciò che vi si mantiene.
Glielo ricordiamo perché sinceramente non vorremmo che fosse risucchiato anch'egli nella logica degli equilibrismi e dei patteggiamenti caratteristici della politica italiana degli ultimi anni.

Roma, 17 febbraio 2012

Giuseppe Bagni
Presidente nazionale del Cidi
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