Concorso dirigenti scolastici: inutile corsa contro il tempo per anticipare la sentenza di merito.
Come per la questione dell’inserimento a pettine dei precari, dopo le pronunce del Consiglio di Stato, i sindacati chiedono al Miur di trovare una soluzione illegittima per insabbiare tutto. Per l’Anief, di contro, il concorso sarà annullato e rinnovato, nel rispetto del diritto. Già a fine marzo, probabile, la fissazione dell’udienza di merito.
E’ comprensibile che, di fronte, alla chiara e recente ordinanza del Consiglio di Stato sull’erroneità dei quiz somministrati, i fautori del concorso ad ogni costo tremano e cercano una soluzione positiva per coprire le illegittimità denunciate dall’Anief. Il fatto che le ordinanze cautelari non possono essere più concesse dai giudici del Tar Lazio, essendo state già svolte le prove scritte, non allontana la certezza che tutta la procedura concorsuale, in sede di appello, sarà annullata e rinnovata.
Tutti i partecipanti, è vero, potevano misurarsi parimente sui quesiti errati, ma da quando nel nostro ordinamento giuridico è stata autorizzata la selezione della futura classe dirigente dello Stato su quesiti sbagliati? E se un giorno, questi dirigenti applicassero nella gestione della scuola autonoma, in buona fede, quanto hanno appreso come giusto e corretto, seppur errato, quando hanno superato le procedure concorsuali, quali danni potrebbero causare alla res publica? Con quale serietà si può chiedere di arruolare, comunque, il personale che ha studiato e non quello che ha dimostrato di avere una preparazione corretta sui temi affrontati? Il sindacato dovrebbe riflettere bene, prima di tentare colpi di fuga in avanti.
L’Anief consiglia al ministro Profumo di agire presto, e per una volta, di non ascoltare i consigli del segretario della CGIL-FLC Scuola, che gli chiede di trovare con i sindacati rappresentativi dell’area V (gli stessi convocati nel Comparto Scuola dove candidano RSU per trattare con i propri dirigenti iscritti, alla faccia del sindacato giallo), una exit strategy per sfuggire all’udienza di merito del Tar, che non potrà non tener conto del giudizio espresso dai giudici del Consiglio di Stato.
Il Tribunale amministrativo, infatti, a meno che si discosti da quanto già affermato in sede di appello, dovrà annullare e rinnovare tutto, probabilmente, a fine marzo, essendo stata richiesta l’autorizzazione di notifica per pubblici proclami dai legali dell’Anief, per la discussione urgente del merito dei ricorsi (sempre a spese della giovane organizzazione sindacale, a tutela dei ricorrenti).
E’ comprensibile la frettolosa richiesta di apertura di un tavolo sulla materia da parte della CGIL-FLC ma l’Anief non si fa intimorire e resterà vigile perché ha già dimostrato, una volta, di saper vincere le battaglie nel rispetto del diritto (questione coda-pettine) contro chi ha suggerito a un ministro della Repubblica strade risultate impercorribili, e al Parlamento l’adozione di una norma rivelatasi incostituzionale: il giudice delle leggi, un anno fa, ci diede ragione, proprio contro il parere di quei sindacalisti che cercarono, invano, di allontanare la soluzione legittima al problema posto dai ricorrenti. La storia si ripete, ma il tempo è sempre galantuomo. Nel frattempo, alle prossime elezioni RSU, vedremo se l’opportunismo o l’onestà intellettuale dei colleghi trionferà sulla verità dei fatti. Se l’Anief diventerà rappresentativa, potrà dare, finalmente, giusti consigli.