Concorso dirigenti: per il CdS i ricorsi potrebbero annullarne la selezione
Respinta l’istanza cautelare visto lo svolgimento delle prove già avvenuto, ma non scontato l’esito finale del contenzioso. Come per i presidi siciliani, probabile l’accoglimento nel merito e la rinnovazione delle procedure per i ricorrenti.
Non potendo essere discussa in tempo utile l’istanza cautelare presentata dai ricorrenti (nn. 9669, 9671, 9674, 9677/11) in sede di appello neanche cinque giorni dopo la pubblicazione dell’ordinanza di primo grado respinta, visti i tempi contingentati predisposti dal Miur per lo svolgimento delle prove scritte, e conseguentemente non potendo la stessa sezione accogliere la richiesta di inserimento con riserva mossa dai ricorrenti,
i giudici di Palazzo Spada hanno respinto nella camera di consiglio del 20 dicembre la richiesta di ammissione con riserva dei ricorrenti ma rispetto ai giudici del Tar Lazio hanno ribadito come nel merito, viste le note di udienza e le memorie processuali, l’esito del ricorso non sia scontato,
considerato che “i motivi dedotti investono profili di legittimità dell’intera fase di selezione basata su quiz a risposta multipla, con la conseguenza che essi, qualora dovessero risultare fondati in sede di decisione nel merito, determinerebbero l’effetto demolitorio dell’intera procedura, con obbligo di rinnovazione della stessa e coinvolgimento di tutti i partecipanti al concorso, e dunque con pieno effetto satisfattivo delle pretese azionate dai concorrenti non ammessi al prosieguo delle prove”.
L’Anief, pertanto, intende presentare gratuitamente per i ricorrenti entro il 3 gennaio 2012 motivi aggiunti nei ricorsi incardinati in primo grado al fine di:
- rendere esplicite le posizioni assunte a seguito dello svolgimento della prova pre-selettiva (indicazione dei quesiti a cui è stata data una risposta errata),
- richiedere una perizia tecnica di esperti super partes, nominata dal tribunale, per studiare i quesiti e le risposte fornite da Formez, relative alla prova pre-selettiva, con spese a carico del Sindacato (ovvero della parte soccombente, in caso di vittoria), al fine di confermare l’esistenza di anche uno solo dei diciotto quesiti denunciati nel processo come errati o non congrui a quanto previsto dal bando di concorso,
- coinvolgere la giustizia europea per la violazione della CEDU, ovvero del diritto alla difesa, inibito dall’impossibilità di discutere l’appello entro i termini previsti dal nostro ordinamento,
- chiedere una rapida sentenza di merito del Tar e dello stesso Consiglio di Stato che con obiettività decida, a questo punto, sull’annullamento delle prove concorsuali (prove pre-selettive, esami scritti ed eventuali esami orali), e sulla rinnovazione delle stesse prove concorsuali sia per i candidati risultati ‘idonei’ sia per i ricorrenti, come già avvenuto per l’ultimo concorso per la selezione dei presidi siciliani.
Con una sola certezza che il sindacato ha presente, che indovinare dei quesiti errati non può certificare la preparazione del dirigente di domani. Se il concorso sarà annullato e rinnovato, la delusione dei presunti-idonei sarà da scaricare sul Miur per non aver consentito la discussione in sede cautelare delle censure opposte, visto che l’ammissione con riserva dei ricorrenti, fino al merito del ricorso come ribadito dall’adunanza plenaria dello stesso CdS, avrebbe permesso lo svolgimento della stessa procedura concorsuale senza il suo annullamento.
Non appena vinceremo la campagna di elezione delle RSU, la prima cosa che chiederemo nei tavoli contrattuali con il Ministero sarà proprio la sospensione di tutta la procedura concorsuale in attesa della decisione di merito dei giudici che, alla luce della frettolosa cancellazione di 900 quesiti su 5.600 a sette giorni dalla prova, appare scontata.