Lavoro e sicurezza: per non dimenticare
Finito il clamore di qualche mese fa, è tornato il ritornello informativo circa gli incidenti sul posto di lavoro.
Ma nel trambusto generale che ha afferrato la società civile, a tutti i livelli ed in ogni parte dell’universo, e nel quale ogni persona, a tutti i livelli dice di avere la chiave per farlo cessare, si ripetono le notizie riguardanti gli infortuni mortali e non mortali sul lavoro.
Certamente non ci si aspettava che con il clamore istituzionale e non, registrato, venissero come d’incanto debellate le condizioni precarie che nella organizzazione del mondo del lavoro, recano offese alla vita umana.
Tuttavia chi, come noi sindacati, si impegna a controllare che il rapporto lavorativo si svolga in maniera dignitosa, per tutti gli interessati al rapporto stesso e tutta la comunità in generale, si aspettava quanto meno che la cantilena delle tragiche notizie degli infortuni sul lavoro, fosse meno continua.
Si potrebbe a questo punto obiettare da parte dei sapientologi che spuntano in ogni dove, in mezzo al trambusto, ci sono problematiche più impellenti cui tendere le attenzioni.
Ebbene noi che teniamo al fatto di concretizzare gli eventi dei principi che costituzionalmente tutelano il mondo del lavoro, siamo convinti che le precarie situazioni che si incontrano nello sviluppo del rapporto lavorativo, siano le prime, impellenti problematiche da affrontare e risolvere.
Questo perché la possibilità della esistenza del lavoro in generale e dei rapporti lavorativi in particolare, è segno di profonda libertà per l’essenza di un popolo e che poi questo lavoro e questi rapporti si sviluppino nella massima tutela della persona, è ancor più segno di libertà, di democrazia e di civiltà.
Dovrebbe farci molto pensare l’incidente sul lavoro verificatosi in Sud Africa, pochi giorni addietro, allorché circa tremila minatori rimasti sepolti nella miniera d’oro nella quale lavoravano, sono stati portati tutti in salvo.
La notizia è passata attraverso i media in maniera molto, ma molto blanda; di certo la catastrofe avvenuta, avrebbe mobilitato per giorni interi l’apparato informativo, ma la catastrofe evitata, non fa notizia.
La valida organizzazione del mondo del lavoro riscontrata in Sud Africa, e non si può non ritenere valida se tante vite umane sono state salvate, avrebbe dovuto essere presa in più alta considerazione, per l’esempio di coloro che il mondo del lavoro lo considerano solo un sfruttamento della persona.
Questo purtroppo è il pensiero attuale, la vita viene apprezzata solo se si ha il sopravvento della morte, quella vita che giornalmente si impegna e che è fonte di civiltà e di progresso, è solo evento marginale.
Dott. Giacinto Sica
Segretario Generale
CISAL Lombardia