ANDIS Lombardia: Dimensionamento e Legge 111- luglio 2011

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ANDIS Lombardia: Dimensionamento e Legge 111- luglio 2011

Messaggiodi edscuola » 5 ottobre 2011, 9:27

Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici
Soggetto qualificato per la formazione del personale della scuola (DM 07 dicembre 2005)
Regione Lombardia


Documento Andis Lombardia sul Dimensionamento e la Legge 111- luglio 2011

Durante l’incontro con la dott.ssa Giampiera Vismara (Anci Lombardia) del 22 settembre 2011 sono emersi una serie di punti di riflessione sulla questione del dimensionamento, così come imposto dalla Manovra finanziaria di luglio.

Premesso che
• un’originale intuizione organizzativa, la costituzione di Istituti Comprensivi, risposta pedagogica innovativa per il sistema scolastico italiano, inserita in una manovra finanziaria sembra nuovamente confermare l’idea che ogni scelta è frutto di ragioni unicamente contabili;
• un’analisi della situazione lombarda consente di affermare che “abbiamo già dato”. La media dei nostri Istituti lo scorso anno scolastico era di 885 (quest’anno i numeri sono aumentati). A ciò si aggiunge che le Regioni (peraltro non consultate in Conferenza Stato-Regioni su un aspetto di loro competenza come il dimensionamento), stanno andando in ordine sparso con differenti interpretazioni della normativa, non giustificabili dai diversi contesti geografici e ambientali.

Pensiamo che gli Enti locali, Comuni e Province, debbano
• assicurare il governo del territorio in relazione ai flussi degli alunni, allo sviluppo urbanistico e alla capienza degli edifici scolastici uscendo da una logica strettamente numerica e ragionieristica o legata al proprio territorio, nel caso dei piccoli comuni. Questa è la condizione necessaria per poter lavorare alla elaborazione di curricoli unitari, di progettualità condivisa in termini di continuità e discontinuità della didattica con un responsabilità dell’Istituto sui risultati ottenuti.
• costituire nuovi istituti comprensivi che possano essere gestiti secondo con una logica progettuale. Ciò può essere effettuato se le scuole primarie e le secondarie di riferimento sono correlate sia a livello numerico, sia per il flusso previsto di alunni, evitando quindi di accorpare scuole primarie troppo grosse a medie troppo piccole o viceversa. Un dimensionamento che, al di là dei numeri, rappresenti una condizione per la continuità reale, basato quindi sull’idea del bacino ottimale per una scuola di base che dia identità al territorio.

Chiediamo che la Regione Lombardia verifichi la correttezza del piano, non solo dal punto di vista quantitativo, ma anche in relazione alla progettazione di un’offerta formativa coerente. Il numero 1000 dovrebbe essere un riferimento che però consenta di valutare la consistenza numerica di quegli Istituti che già rispondono alle esigenze formative di un territorio e che non avrebbe senso rivedere (es. un unico Istituto di 800-900 alunni in un unico comune). Mentre l’interpretazione data da Regione Lombardia sul non coinvolgimento nel dimensionamento degli Istituti Comprensivi già costituiti, potrebbe non essere utile per rivedere piani di dimensionamento su territori che presentano situazioni che sono molto sbilanciate. Restano esclusi da ogni ragionamento gli iscritti all’EDA , che non sono conteggiate in nessun modo.

Dobbiamo anche riconoscere che in alcuni casi le soluzioni trovate sono state frutto dell’influenzamento da parte di alcuni dirigenti, che partivano da punti di vista molto centrati sul “proprio” Istituto. I dirigenti sono i migliori conoscitori del sistema scolastico territoriale, ma il loro intervento deve essere volto alla definizione di una geografia dell’offerta ponendo il proprio contributo in un’ottica di sistema.

Questa può essere un’occasione per rilanciare gli Istituti Comprensivi, come condizione per una solida formazione di base. Ma non basta modificare l’ordinamento della scuola del primo ciclo per garantirne il successo. Già nella stagione dei primi Comprensivi si erano delineate alcune condizioni per un efficace funzionamento degli Istituti, non solo in termini di risorse aggiuntive, ma soprattutto in relazione alle condizioni giuridiche dei docenti, alla presenza di riconosciute figure di staff, alla costruzione di un ambiente di ricerca e formazione, in cui l’autonomia scolastica ritorni ad essere strumento per una formazione qualificata.

L’Andis Lombardia è disponibile a confrontarsi con i decisori politici, a livello regionale e locale, e a mettere a disposizione le competenze e le esperienze dei dirigenti scolastici per individuare percorsi innovativi nel sistema scolastico lombardo.



Il Presidente Andis Lombardia
Loredana Leoni
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