Alle OO. SS.
FlcCgil, CislScuola, UilScuola, Snals, Gilda, Cobas, Unicobas
In vista dell'incontro con il MIUR programmato per il prossimo 3 agosto
vorremmo condividere alcune considerazioni di "politica economica
scolastica" riguardo al presunto passaggio ATA o in altre Amministrazioni
dei docenti utilizzati in altri compiti.
Non abbiamo dati certi ma riteniamo che i docenti inidonei per motivi di
salute siano attualmente intorno ai 5000. Secondo la nostra esperienza le
utilizzazioni vengono disposte
- in gran numero nelle biblioteche scolastiche
- in numero più o meno simile negli uffici dell'amministrazione centrale e
periferica (USR, UST - ex provveditorati) dove i docenti svolgono compiti
propri dei dipendenti ministeriali
- in minor misura nei progetti dell'offerta formativa delle scuole e nelle
segreterie in supporto alla didattica.
Molti di noi sono stati formati dal MIUR e da altri Enti per svolgere le
nuove mansioni con un dispendio non indifferente di risorse finanziarie
pubbliche ma anche personali.
Chiudere le biblioteche, come da sempre abbiamo sostenuto, oltre a creare un
inestimabile danno culturale e in generale etico per il futuro del Paese,
equivale a gettare al vento milioni di Euro in risorse documentarie e
formazione: ricordiamo i vari progetti ministeriali, dal "Piano nazionale di
educazione alla lettura" del 1995 all'ultimo "Una rete di biblioteche
scolastiche per le competenze chiave del XXI secolo" del 2010-2011, che
rischiano di rimanere in balia del nulla. I docenti di ruolo non hanno il
tempo materiale per seguire i progetti e se lo faranno come extra oneroso
dov'è il risparmio?
Negli Uffici dell'Amministrazione, gli inidonei spesso ricoprono il 50% del
personale in servizio, soprattutto nei piccoli provveditorati che, andando
via i docenti inidonei, verranno accorpati. Il blocco del turn over non
consente nuove assunzioni e intanto i funzionari vanno regolarmente in
pensione, lasciando liberi i posti che i provveditori ci affidano con
fiducia e dove svolgiamo compiti di responsabilità come i trasferimenti, le
assegnazioni di sede, le utilizzazioni, le convocazioni per le nomine
annuali, i pensionamenti - lavoro tutto rintracciabile e dimostrabile
tramite il SIDI.
Se vanno via i docenti utilizzati -passando nelle segreterie delle scuole o
in altre Amministrazioni- chi svolgerà questi compiti?
In Emilia Romagna si è dovuto ricorrere a un distacco dalle scuole di 49
unità ATA per sopperire alle gravi carenze di organico dei Provveditorati:
il risparmio dov'è?
Chi è a scuola su progetto o in segreteria si occupa di tutte le incombenze
relative alla didattica liberandone i colleghi curriculari, oberati dagli
ultimi tagli che rendono ormai impraticabili gli spazi dell'autonomia, e gli
applicati di segreteria, che sono sotto organico.
Con le riduzioni delle assunzioni e il continuo avvicendarsi di incaricati
annuali, i docenti che attualmente sono nelle segreterie scolastiche,
generalmente come supporto e coordinamento, rappresentano la "memoria
storica" e si sono ritagliati un ruolo specifico, forti delle loro
competenze pedagogico-relazionali.
Chi invece lavora nei progetti (alternanza scuola-lavoro, rapporti col
territorio, formazione adulti, attività sportive e artistiche, cura dei
laboratori e degli strumenti informatici ecc.) frequentemente svolge
attività previste per legge, indispensabili per una scuola al passo coi
tempi, che un docente curriculare, impegnato nella progettazione didattica e
nell'attività in classe, non può curare con necessario approfondimento,
attenzione e continuità; talvolta la realizzazione di tali progetti risulta
addirittura impossibile.
Ripetiamo: andando via per mobilità i docenti utilizzati, dov'è il
risparmio?
Inoltre le segreterie e le Amministrazioni di arrivo rischiano di ritrovarsi
dipendenti "neo-idonei ma malati di fatto", che avrebbero comunque un peso
economico in fatto di congedi e permessi, non dipendente dalla volontà degli
interessati ma relativo al "diritto alla salute" sancito dalle leggi e dai
contratti vigenti.
Forse chi ha scritto la Manovra non sa come funzionano le cose - e non si è
neppure curato di predisporre uno studio sulla rilevanza sociale della
questione- o vuole solo punire e discriminare in modo indegno d'un paese
civile persone deboli ma operose in altri compiti, oppure vuole mettere in
atto l'ennesimo attacco alla Scuola Pubblica. Se è vera quest'ultima
ipotesi, qui è in gioco -insieme ad altre rivendicazioni rispetto alla
"politica dei tagli"- la difesa della Scuola e non solo di un piccolo
manipolo di "malati".
Per questi motivi riteniamo di dover ribadire che nelle scuole e negli USP
svolgiamo funzioni che non sono facoltative, non sono un "di più" inventato
per farci pietosamente lavorare, ma costituiamo una risorsa che non deve
andare dispersa.
Perciò le OO.SS. devono chiedere con forza di lasciarci dove siamo o, in
alternativa, di darci la possibilità di essere dispensati dal servizio col
maturato contributivo.
Il passaggio al ruolo ATA o ad altra Amministrazione deve essere solo un'opportunità
per chi voglia spontaneamente farlo, anche grazie a criteri di garanzia e
corsie preferenziali che lo rendano realmente possibile.
Coordinamento Nazionale Bibliotecari Scolastici