BLOCCO DEL RINNOVO DEI CONTRATTI
“La Cisal non ha sottoscritto l’intesa per la regolazione del regime transitorio”
In data 4 febbraio 2011 è stata sottoscritta presso la Presidenza del Consiglio l’”Intesa per la regolazione del regime transitorio conseguente al blocco del rinnovo dei contratti di lavoro nel pubblico impiego.”
La CISAL non ha sottoscritto l’accordo
Punto 1.
I richiami all’accordo del 30 aprile 2009, contenuti nel punto 1 dell’Intesa, appaiono fuorvianti; infatti, quell’accordo presupponeva un sistema di relazioni sindacali in cui il Sindacato avrebbe dovuto recitare un ruolo da protagonista e non subordinato alla parte pubblica, come, invece, avviene a seguito dell’entrata in vigore della Riforma Brunetta.
La CISAL ha sempre affermato che alcuni principi richiamati dalla L. 15/2009 apparivano condivisibili (si pensi al recupero dell’efficacia e dell’efficienza dell’azione amministrativa, all’introduzione di una reale meritocrazia fra i lavoratori, allo sviluppo della contrattazione integrativa); tuttavia si deve convenire che il D. lgs 150/09 (nell’attuare quella legge) ha anche svilito il ruolo del sindacato, introducendo norme che riducono fortemente gli spazi della contrattazione sindacale, sia a livello di comparto che di singola amministrazione.
Va quindi sottolineata la grande contraddizione tra le dichiarazioni di principio dell’accordo del 30 aprile 2009 e i contenuti concreti del D. Lgs. 150/09; si pensi, ad esempio, alla drastica riduzione delle materie contrattabili. Tale contraddizione appare ribadita e amplificata dall’Intesa sottoscritta in data odierna.
Punto 2
Considerato che la “manovra Tremonti” ha bloccato i rinnovi dei contratti del pubblico impiego per 3 anni, non vi erano le condizioni per applicare da subito la Riforma Brunetta e in particolare l’art. 19 del d lgs 150/09 (nuovo sistema premiante basato sulle 3 fasce di merito in base alla proporzione 25%-50%-25%); si sarebbe dovuto, infatti, aspettare almeno sino al 2013.
Invece, con questa Intesa, si consente di applicare le nuove norme direttamente a livello di contrattazione integrativa aziendale, senza che si proceda prima al rinnovo dei contratti di categoria e quindi da subito.
Riteniamo che, così facendo, si svilisca in modo determinante la contrattazione sindacale nel suo complesso; inoltre si rischia di produrre conflittualità e disparità di trattamento fra i lavoratori dei vari enti pubblici; anche per questo motivo si deve constatare una contraddizione tra gli obiettivi che l’accordo dichiara di voler perseguire e le concrete conseguenze che esso produce.
Punto 3
Le risorse aggiuntive richiamate da questa Intesa, (il cosidetto “dividendo dell’efficienza”) non sono ancora state quantificate; è certo, però, che non tutte le Amministrazioni ne potranno disporre e che, laddove si potranno ricavare, andranno a generare quote di salario accessorio veramente irrisorie, tali da rendere con ogni probabilità risibili le contrattazioni che saranno attivate.
Conclusioni: Ma allora perché si è arrivati a questo accordo?
Senza considerare che l’impegno di riavviare il sistema delle relazioni sindacali era già contenuto nell’accordo del 30 aprile 2009, a giudizio della CISAL questo è il modo con cui un certo Sindacato cerca di ricostruire la propria immagine agli occhi dei lavoratori dopo le batoste subite con la Riforma Brunetta.
Così facendo, peraltro, si è fatto un bel regalo anche al Ministro Brunetta: se infatti, come detto, il blocco dei contratti voluto da Tremonti impediva l’immediata applicazione della sua Riforma, (principio già sancito anche dai tribunali), adesso il Ministro potrà procedere senza ostacoli nell’attuazione del suo decreto, pur in assenza dei nuovi comparti e dei relativi contratti.
Per i lavoratori è una sconfitta su tutta la linea, per il Sindacato un modo per darsi la zappa sui piedi.
C’è da aggiungere, infine, che questa Intesa non affronta minimamente il grave problema rappresentato da tutte quelle categorie che non dovranno sottostare alla riforma Brunetta, ovvero le carriere non contrattualizzate che spesso coincidono con le più potenti lobbies della nostra PA, e gli Enti per cui è stata introdotta una successiva deroga. Per effetto di questa situazione a pagare lo scotto della Riforma sarà solo una parte del pubblico impiego, quella che, pur avendo mostrato un grado di eccellenza nella qualità del servizio offerto, risulta essere la meno retribuita e meno garantita, che negli ultimi anni ha già pagato prezzi altissimi per le ristrutturazioni, le riduzioni di personale, l’aggravio di competenze; un pubblico impiego “figlio di un dio minore” che dovrà svolgere il ruolo di capro espiatorio anche in luogo di chi resterà sottratto alle nuove norme della Brunetta.
Per questi motivi la CISAL ribadisce il proprio NO a questa Intesa, e si adopererà a tutti i livelli per contrastarne le conseguenze.