Sull’applicazione delle disposizioni sui debiti formativi il Ministro invia inaccettabili avvertimenti ai Dirigenti Scolastici
Registriamo con sconcerto che il Ministro Fioroni ha inviato ai Direttori regionali una nota assai singolare, una nota che farebbe bene a ritirare subito. In essa il Ministro invita ad informare i Dirigenti Scolastici delle scuole superiori che “tempestività, flessibilità ed adeguatezza degli interventi di recupero costituiranno elemento primario di valutazione ai fini della retribuzione dell’indennità di risultato e del conferimento e revoca degli incarichi”.
Notiamo: la valutazione è sistema ancora tutto da costruire per responsabilità politiche e organizzative del Ministero e a nulla valgono i richiami al D.L.vo 286/99 e al Contratto dei Dirigenti Scolastici; la valutazione è fatto complesso, come da leggi e da Contratto che si citano senza averli compresi, e non può essere un solo elemento a determinare conseguenze sulla retribuzione e sugli incarichi; per assurda “par condicio” occorrerebbe individuare negli altri settori scolastici l’elemento strategico che determina tali conseguenze (l’applicazione delle Indicazioni nazionali nelle scuole di base?); la valutazione, che noi pensiamo come uno degli elementi che promuove la professionalità, qui viene degradata a mero strumento di sanzione con conseguenze sul salario e sugli incarichi; tutto ciò non concorre a creare un clima sereno nelle scuole, ma anzi produce effetti esattamente contrari.
Invece di essere vicini alle scuole, sulle quali si “scagliano” scelte più che altro determinate da motivazioni esterne alle scuole stesse eda fatti mediatico-politici, si minacciano le istituzioni scolastiche e i loro operatori.
Che dire? Forse il Ministro sente che il meccanismo del recupero dei debiti, che costituisce di fatto un ritorno di fatto agli esami di riparazione,è di difficile funzionalità e già cerca dei responsabili? Di certo si ripete l’errore già fatto su un altro terreno, quando si indicarono i Dirigenti Scolastici come i responsabili dei debiti per supplenze, salvo fare marcia indietro e dichiarare pubblicamente che mancavano all’appello – visti i tagli operati dal governo Berlusconi – oltre mille milioni euro, dal momento che le scuole avevano applicato leggi e contratti per assicurare il servizio istituzionale scolastico garantito dalla Repubblica.
Metteremo in campo, possibilmente in maniera unitaria, ogni utile iniziativa perché la si smetta con questo modo caporalesco di rapportarsi alla scuola italiana e ai Dirigenti che, insieme con il personale docente e ATA, spendono, ogni giorno, dalla mattina alla sera, tutte le proprie energie dentro la propria scuola.
Roma, 30 novembre 2007