Premessa
Si considera in modo positivo l’iniziativa di consultazione che sarà avviata per il pieno
coinvolgimento della comunità scolastica e di altri soggetti, al fine di rendere il riordino dei licei
un’operazione ampiamente partecipata. Positiva è la scelta di un linguaggio che si rivolga a tutte le
componenti, comprese quelle non professionali. Si sente però la necessità di un testo tecnico rivolto
agli “addetti ai lavori”, che offra una declinazione delle competenze, delle abilità/capacità e delle
conoscenze (in base all’esempio offerto dal documento relativo agli Assi culturali dell’Obbligo di
istruzione) con funzione di indirizzo all’azione delle istituzioni scolastiche, evitando così il rischio
di affidare alle scuole medesime il compito di ricavare i descrittori delle competenze dal testo delle
Indicazioni e di riprodurre il fenomeno dell’auroeferenzialità, dell’incertezza e della mancata
trasferibilità e riconoscibilità dei crediti formativi anche al di fuori dell’ambito nazionale.
Osservazioni
L’Allegato A del Regolamento per il riordino dei Licei costituisce il punto di riferimento per
la valutazione della bozza di Indicazioni nazionali. Le Indicazioni sono articolate per discipline,
talvolta raggruppate per indirizzi.
DISCIPLINE
- Ciascuna disciplina è articolata in: a) profilo generale e competenze; b) obiettivi specifici di
apprendimento (a loro volta suddivisi in: primo biennio, secondo biennio e quinto anno).
- Il testo descrive prevalentemente i contenuti che gli studenti dovranno acquisire (vengono
utilizzati spesso i verbi: conoscere, comprendere, studiare, individuare, analizzare,
riconoscere, eccetera). Si mescolano abilità/capacità, conoscenze e competenze, ma con una
forte centratura sui contenuti che lo studente dovrà sapere, facendo emergere la
prescrittività che caratterizzava i vecchi Programmi (addirittura nel testo riferito alla Lingua
latina nel Liceo linguistico, si legge: “Il programma (?) ha lo scopo di far acquisire
competenze linguistiche …”).
- La descrizione degli Obiettivi specifici di apprendimento si mescola con la descrizione degli
obiettivi di insegnamento (si citano alcune frasi come esempio: “E’ opportuno introdurre
gli studenti alla conoscenza …”; “Si avvierà la lettura antologica di testi di autore ..”; “E’
importante che l’insegnante realizzi approfondimenti di …”; ”Saranno presentati gli
elementi di base del ….”).
- Si fa esplicito riferimento alla libertà, alla competenza e alla sensibilità dell’insegnante per
lo sviluppo di approfondimenti disciplinari e per la scelta dei percorsi più adeguati alla
classe, salvo poi elencare contenuti obbligatori.
- Il riferimento all’uso del laboratorio viene citato solo nelle seguenti discipline: scienze
naturali, fisica e discipline artistiche.
- Per quanto riguarda soltanto le scienze naturali e la fisica si suggeriscono collaborazioni con
università, enti di ricerca, musei e mondo del lavoro per realizzare approfondimenti
disciplinari e attività di orientamento agli studi universitari e alla formazione superiore.
- Il testo relativo alle Lingue Comunitarie si differenzia da tutte le altre discipline, in quanto
fa esplicito riferimento alla struttura del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le
Lingue.
- Si consigliano collegamenti concettuali e metodologici tra le discipline, anche se la
multidisciplinarità non emerge come tale.
- Non si rintraccia una stretta connessione con gli assi culturali dell’obbligo di istruzione e
diventa conseguentemente problematico favorire la verticalità e la continuità del curricolo
dal primo al secondo ciclo di istruzione.
Proposte
Riteniamo utile evidenziare alcune proposte per la stesura definitiva delle Indicazioni
nazionali:
- Accentuare la definizione dei risultati di apprendimento in termini di competenze nel
quinquennio, mantenendo l’articolazione in primo biennio, secondo biennio e quinto anno.
- Evitare di “mescolare” abilità/capacità, conoscenze, competenze, proposte metodologiche e
dare preminenza alla definizione delle competenze.
- Assicurare un “impianto” il più possibile armonizzato anche dal punto di vista formale con
quello degli istituti tecnici e professionali.
- Offrire indicazioni di massima per quanto riguarda le abilità e i contenuti essenziali
(possibili e non obbligatori e prescrittivi) su cui elaborare percorsi formativi per
l’acquisizione delle competenze.
- Sottolineare l’importanza della didattica laboratoriale per tutte le discipline.
- Insistere sulla multidisciplinarità dei percorsi formativi finalizzati alla costruzione delle
competenze, proprio in quanto strutture complesse.
- Riorganizzare in assi culturali (come nell’obbligo di istruzione) almeno le discipline comuni
ai diversi licei.
- Nelle attività di approfondimento e di orientamento, incoraggiare le collaborazioni con le
Università, gli enti di ricerca, il mondo del lavoro, eccetera per tutte le discipline e non solo
per scienze naturali e fisica.
Il riferimento ai risultati di apprendimento ed alla loro declinazione, con l’esplicito richiamo
al quadro europeo delle qualifiche EQF, contenuto nell’art. 10 (comma 1a) del Regolamento dei
Licei, rimanda alla necessità di definire, secondo anche quanto indicato nel Regolamento
122/2009:
- standard di prestazione per ciò che concerne la certificazione delle competenze in uscita dal
primo biennio (coincidente con l’obbligo di istruzione) e dalla classe quinta;
- standard di prestazione per ciò che concerne i passaggi tra le classi.
Ciò presuppone che, per disciplina, e/o per asse culturale, siano dati orientamenti e
strumenti di verifica certi sui livelli di prestazione di base, in modo da costituire punto di
riferimento per tutto il territorio nazionale.
Un curricolo nazionale infatti deve contenere, insieme alle Indicazioni (articolate anche in
obiettivi specifici di apprendimento) la soglia minima di accettabilità di conoscenze e di
competenze, corredata dalle prove necessarie per la loro valutazione.
Roma, 31 marzo 2010.