TEST SULLA RIFORMA DELLA SCUOLA 2008
Da genitori impegnati nella scuola abbiamo potuto verificare che c’è molta approssimazione nella
conoscenza del Decreto 137/08, adesso convertito in Legge, e delle norme ad esso collegate.
Questo porta a facili strumentalizzazioni e a incomprensioni, a volte insanabili, fra persone in assoluta
buona fede. Ci è sembrato dunque importante spendere una parola di chiarezza, a servizio della scuola e
di tutti coloro che l’hanno a cuore.
La scuola primaria
In base al Decreto Gelmini (Legge 169/08) nella scuola primaria:
a) scompare il tempo pieno
b) scompaiono i moduli
c) va privilegiata l’attivazione di classi affidate a un unico docente e funzionanti per 24 ore
settimanali
Tenuto conto della domanda delle famiglie e della dotazione organica assegnata alle scuole, nel rispetto
dell’autonomia scolastica si potranno anche avere:
a) altre classi a modulo
b) altre classi a tempo pieno
c) classi a 27 ore (maestro unico); classi a 30 ore (maestro prevalente); classi con estensione fino a
un massimo di 10 ore settimanali, comprensive della mensa.
L’attuale modulo (Legge n. 148 del 5 giugno 1990) prevede:
a) due insegnanti per classe
b) un insegnante in classe e due fuori dalla porta a far niente
c) tre insegnanti su due classi, per 27/30 ore di lezione
Il tempo pieno (istituito con Legge n. 820 del 24 settembre 1971):
a) è il metodo migliore di insegnamento
b) sarà aumentato
c) viene attualmente attivato solo su richiesta delle famiglie e in misura non superiore alle classi
funzionanti nell’a.s. 1988/89
Durante le ore di compresenza i docenti dei moduli e del tempo pieno:
a) fanno la qualità della scuola
b) stanno insieme in classe
c) operano interventi di rafforzamento e recupero, anche in piccoli gruppi, e coprono le supplenze
dei colleghi assenti (ai fini del contenimento della spesa)
Il numero di classi a tempo pieno con il Decreto Gelmini:
a) diminuirà
b) sarà potenziato
c) non sarà toccato dai tagli agli organici né può essere aumentato per legge, per cui rimarrà
inalterato (a meno che Governo e Parlamento non intervengano di nuovo)
Maestro unico vuol dire:
a) tutti i nostri insegnanti sono unici
b) che in classe c’è un solo insegnante per volta
c) che c’è un unico docente per tutte le materie, compreso inglese, per 24/27 ore settimanali
Il Maestro prevalente (1):
a) è quello che riesce ad avere la meglio sui colleghi
b) è la stessa cosa che il maestro unico
c) è il maestro che insegna la gran parte delle materie, affiancato da docenti specialisti di inglese,
religione, educazione motoria ecc., insieme ai quali stende un progetto educativo
Il Maestro prevalente (2):
a) piace ai genitori
b) lo avranno tutte le classi
c) non è attualmente previsto da alcun atto normativo, ma è stato promesso da autorevoli membri
del Governo
Qualora sorgano problemi con il maestro unico:
a) qualche santo aiuterà
b) queste cose non succedono nella scuola italiana
c) non c’è nessuno all’interno della classe che possa fare un intervento di mediazione
L’insegnante specialista di inglese:
a) è indispensabile
b) è previsto per tutte le classi
c) scomparirà a partire dal 2011; l’inglese sarà insegnato dagli insegnanti di classe, che dovranno
frequentare un corso di formazione obbligatorio di 150/200 ore
Con la Comunicazione n. 566 del 18 settembre scorso, la Commissione europea ha impegnato il
Parlamento europeo ad accelerare il processo di formazione dell’Europa delle lingue perché:
a) favorisce i viaggi e il turismo
b) aumenta i viaggi di studio degli insegnanti
c) aiuta l’integrazione e l’economia continentale
L’insegnante di sostegno:
a) è un diritto irrinunciabile per gli alunni disabili
b) sarà mantenuto
c) a norma della Finanziaria 2008 subirà una graduale riduzione, fino a raggiungere la media
nazionale di un insegnante ogni due alunni disabili
I 50.306 insegnanti in esubero a causa del passaggio dal modulo al maestro unico:
a) saranno licenziati
b) saranno utilizzati per aprire nuove classi a tempo pieno
c) 14.000 saranno oggetto di tagli, gli altri saranno utilizzati per coprire le supplenze e le esigenze
orarie delle classi funzionanti a 30 ore e/o saranno riassorbiti grazie ai pensionamenti (a meno
che Governo e Parlamento non intervengano di nuovo)
La scuola dell’infanzia
Nella scuola dell’infanzia:
a) l’orario obbligatorio è di 40 ore settimanali
b) l’orario obbligatorio è di 25 ore settimanali
c) l’orario obbligatorio si svolge anche solamente nella fascia antimeridiana (8-13); le conseguenti
economie di ore e di posti potranno consentire l’attivazione di nuove sezioni
Per i bambini sotto i tre anni:
a) c’è l’asilo nido
b) è meglio stare in famiglia
c) sarà reintrodotto l’istituto dell’anticipo (L. 53/03) e saranno proseguite e sviluppate le “sezioni
primavera”
La scuola media e superiore
L’orario delle lezioni nella scuola media:
a) è pari a 32 ore settimanali
b) è pari a 30 ore settimanali
c) passerà da 32 a 29 ore settimanali
Il tempo prolungato nella scuola media:
a) continuerà a funzionare normalmente
b) deve essere razionalizzato
c) sarà ricondotto all’orario normale qualora non disponga di servizi e strutture per svolgersi almeno
3 pomeriggi alla settimana e se non funziona in tutte e tre le classi
Le ore a disposizione dei docenti di scuola media e superiore:
a) saranno aumentate per coprire le supplenze
b) sono uno spreco ingiustificato
c) saranno eliminate, grazie anche all’accorpamento delle classi di concorso
Negli istituti tecnici e professionali il numero degli indirizzi di studio :
a) potrà essere aumentato
b) dovrà essere ridotto a 12
c) dovrà essere ridimensionato; dall’a.s. 2009/2010 non saranno attivate nelle prime classi le
sperimentazioni attualmente in atto; nel triennio sarà eliminata la duplicazione di indirizzi
Nei laboratori delle superiori:
a) non ci sono materiali e strumenti a sufficienza
b) comportano una spesa eccessiva
c) saranno ridotte le ore di compresenza di insegnanti tecnico-pratici e professori e riviste le
funzioni degli assistenti tecnici
I corsi per l’istruzione degli adulti:
a) sono una opportunità per tutti
b) sono inutili, a quell’età
c) privilegeranno i curricoli e i piani di studio con percorsi più brevi ed essenziali di quelli ordinari;
i docenti saranno assegnati in base al numero degli alunni scrutinati e non più in base agli iscritti
La rete scolastica
A seguito della razionalizzazione della rete scolastica:
a) ci saranno tagli esorbitanti
b) si salvaguarderanno le zone di montagna
c) le istituzioni scolastiche con meno di 500 alunni saranno accorpate (il limite è di 300 alunni in
zone montane e piccole isole) e le scuole con meno di 50 alunni saranno progressivamente chiuse
Per gli alunni dei piccoli centri montani è previsto:
a) il mantenimento delle scuole, anche se piccole
b) lo spostamento in centri più grandi
c) il sostegno allo sviluppo di sistemi di istruzione a distanza
In Toscana il numero medio di alunni per istituzione scolastica è:
a) 722, cioè pari alla media italiana, per cui la Toscana è nella norma
b) compreso fra 716 (Puglia) e 677 (Campania), per cui la Toscana deve razionalizzare
c) 738, per cui la Toscana è una regione virtuosa
In Toscana le scuole sono:
a) tutte comprese nei limiti dell’autonomia scolastica, fra 500 e 900 alunni
b) in molti casi troppo piccole e da razionalizzare
c) 551, di cui 124 comprese fra 1850 e 900 alunni (22,5%), 340 dimensionate (61,7%) e 87 con
meno di 500 alunni (15,8%); gli alunni extracomunitari sono 16.908 e quelli nomadi 732
In tutti gli ordini di scuola
Le classi prime verranno costituite:
a) secondo il DPR 233/98
b) in base ai nuovi standard europei
c) esclusivamente sulla base del numero di alunni iscritti, procedendo poi all’assegnazione alle
classi secondo le scelte espresse, nei limiti dei posti disponibili
Il numero di alunni per classe:
a) è troppo elevato
b) è troppo basso
c) dovrà aumentare in media dello 0,40 nei prossimi tre anni; ciò comporterà la diminuzione di circa
6757 classi, con un conseguente risparmio di personale, strutture, servizi
Il numero delle ore che i nostri figli trascorrono a scuola:
a) è importante che rimanga così com’è
b) è esagerato per le reali esigenze degli alunni
c) sarà ridotto nella scuola media a 29 ore (il tempo prolungato passa dalle attuali 40 a 36 ore); nei
licei a un massimo di 30 ore; nei licei artistici e negli istituti tecnici e professionali a un massimo
di 32 ore
Nel 2000 a Lisbona l’Unione Europea si è data degli obiettivi da conseguire entro il 2010 per costruire
“una nuova economia basata sulla conoscenza”. Per l’istruzione tali obiettivi sono:
a) interessanti ma non vincolanti
b) troppo onerosi
c) dimezzare il numero di giovani che non riesce a conseguire un diploma o una qualifica; collegare
tutte le scuole e i centri di formazione a Internet; fornire alla popolazione competenze di base lungo tutto l’arco della vita (in particolare informatica, lingue, tecnologia, imprenditorialità e
competenze sociali); promuovere l’alfabetizzazione digitale; promuovere periodi di studio
all’estero per studenti e docenti; intensificare la lotta all’analfabetismo; riservare una particolare
attenzione ai disabili; definire uno spazio europeo della ricerca e dell’innovazione
Nel raggiungimento degli Obiettivi di Lisbona l’Italia:
a) è a buon punto
b) non si è posta il problema
c) è piuttosto indietro; altri paesi europei sono invece a buon punto
Secondo le indagini dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) i nostri
studenti quindicenni, rispetto a quelli degli altri paesi industrializzati, risultano:
a) in linea con la media europea
b) piazzati male, ma è colpa degli insegnanti che non insegnano
c) agli ultimi posti della graduatoria
E’ stato dimostrato che investire in istruzione aumenta il Prodotto Interno Lordo di un paese. Secondo le
stime dell’OCSE, la percentuale di PIL che l’Italia destina all’istruzione:
a) è pari alla media dei paesi europei
b) è inferiore a quella di Cile
c) è una delle più basse dei paesi OCSE (4,7% rispetto a una media del 5,4%)
L’incidenza della spesa per l’istruzione sulla spesa pubblica totale rispetto al 1990:
a) è rimasta uguale
b) sta salendo di anno in anno
c) è scesa dal 10,3% del 1990 all’8,8% del 2007
A seguito della Legge 133/08 i tagli al personale della scuola:
a) lasceranno i precari senza lavoro
b) sono una strumentalizzazione
c) riguarderanno 87.341 docenti, 44.500 Amministrativi, Tecnici e Ausiliari; 700 dirigenti, per un
totale di 132.341 posti su 1.128.148 attualmente previsti (- 11,7%)
I tagli del personale docente:
a) speriamo di evitarli
b) non porteranno licenziamenti
c) riguarderanno 12.800 cattedre per innalzamento rapporto alunni/classe; 14.000 e 11.200 per
eliminazione del modulo e dell’insegnante di inglese alle elementari; 26.900 per riduzione orario
scuola media; 16.000 per revisione orari scuola superiore; 1.500 nei corsi serali
I precari nella scuola sono:
a) un male inevitabile
b) assolutamente da ridurre
secondo i dati rilasciati dal Ministero nel 2007 erano 141.735 docenti (16,8%) e oltre 70.000 (30%) fra il
personale amministrativo, tecnico e ausiliario (A.T.A.)
L’Università
Il Fondo di Funzionamento Ordinario per le università:
a) deve essere aumentato
b) è fonte di sprechi
c) subirà tagli per 1,4 miliardi di euro nei prossimi 5 anni
Nelle università potranno essere effettuate assunzioni:
a) ad anni alterni
b) secondo necessità
c) in misura di un assunto ogni 5 pensionati nei prossimi tre anni e successivamente di un assunto
ogni due pensionati
Decreto Gelmini: gli altri provvedimenti
All’interno delle aree storico-geografica e storico sociale saranno attivati:
a) percorsi storia-ambiente
b) lezioni interdisciplinari
c) un’ora di “Cittadinanza e Costituzione”, comprensivo dello studio degli statuti regionali
La valutazione di voto in condotta e materie di studio:
a) è espressa con un giudizio
b) è espressa con giudizi e voti in decimi
c) è espressa in decimi; un voto inferiore a sei decimi comporta la bocciatura o la non ammissione
all’esame, su decisione del consiglio di classe
I competenti organi scolastici adottano libri di testo per i quali l’editore si è impegnato:
a) a ridurre il peso
b) a diminuire il prezzo di copertina
c) a mantenere invariato il prezzo per un quinquennio nella scuola primaria e per sei anni nella
scuola secondaria, salvo che per la pubblicazione di eventuali appendici
L’abilitazione nella scuola primaria o nella scuola dell’infanzia:
a) si consegue a conclusione dell’Istituto Magistrale
b) si consegue con le SSIS
c) si ha con l’esame di laurea a conclusione dei corsi in Scienze della formazione primaria
Alla messa in sicurezza degli edifici scolastici e delle loro strutture sportive, anche ai fini della sicurezza
sismica saranno destinati
a) 2 miliardi di euro
b) 20 miliardi di euro
c) un importo non inferiore al 5% delle risorse per le infrastrutture strategiche, oltre ai residui e alle
economie non utilizzati del bilancio dello Stato
Il presente test è stato stilato in base alla normativa vigente e sarà di volta in volta aggiornato a seguito di
eventuali cambiamenti. La versione aggiornata sarà reperibile nella sezione Normativa per genitori del
nostro sito associativo
www.agetoscana.it.
R I S P O S T E
Prevalenza di risposte A:
La tua conoscenza del mondo della scuola è un po’ datata. Forse dovresti leggerti un po’ di normativa e
ritentare il test.
Prevalenza di risposte B:
Ti sei documentato seguendo tv e giornali, che notoriamente non sempre dicono il vero. Perché non
approfondisci personalmente le leggi 133 e 169 e il decreto 154 del 2008?
Prevalenza di risposte C:
Complimenti, conosci la nuova riforma della scuola molto bene. Se vuoi approfondire meglio questa
materia ti consigliamo:
• Legge 6 agosto 2008, n. 133, in particolare l’art. 64, che parla dei tagli dei finanziamenti per la
scuola, l’art. 15 sui libri di testo, gli artt. 16 e 66 (commi 7,9, 13 e 14) sull’Università
• Decreto n. 137, adesso Legge 30 ottobre 2008, n. 169, che introduce il maestro unico e i voti in
decimi
• Art. 3 del Decreto n. 154 del 7 ottobre 2008, sulla razionalizzazione della rete scolastica
• Piano programmatico di interventi volti alla razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse umane e
strumentali del sistema scolastico (23.9.2008)
• Decreto n. 180 del 10 novembre 2008, sulla valorizzazione del merito e della qualità del sistema
universitario e della ricerca