ATTACCO ALLA SCUOLA. Dichiarazione di Francesco Scrima, Segretario Generale della CISL Scuola
La bozza, pubblicata dai quotidiani economici, del decreto-legge collegato al DPEF 2009-2013 assegna alla scuola la funzione di capro sacrificale sull'altare della riduzione della spesa pubblica.
E' ovviamente necessario che chi governa amministri con oculatezza le risorse necessarie a far funzionare lo Stato e punti alla economicità dei servizi da garantire ai cittadini. Un piano di ammodernamento si può fare solo a partire da una dettagliata analisi dell'esistente e da un puntuale programma di interventi mirati.
L'articolo del decreto che punta sulla scuola si muove con logica opposta: decide all'ingrosso pesantissimi tagli del personale senza considerare le conseguenze sul piano della qualità dei servizi erogati. Non si interessa degli obiettivi che oggi la scuola deve ottenere, ma attacca semplicemente un pezzo di welfare.
Si taglia il futuro, si tagliano le radici su cui il Paese può crescere.
Ci sono, nella scuola, sprechi e diseconomie che giustifichino un taglio di 100.000 insegnanti e di 47.000 unità di personale amministrativo, tecnico ed ausiliario?
Questa è un'operazione che porta solo a un depotenziamento della rete territoriale delle scuole e a un'organizzazione del servizio che non potrà assicurare quel fondamentale diritto costituzionale che è l'istruzione per tutti.
A questo punto risulta, oltre che falso, anche provocatorio l'obiettivo di quella "crescita sociale" che il DPEF pone a fondamento e motivo ispiratore delle diverse azioni indicate.
La scuola che il governo sta disegnando è una scuola che sparirà da molti Comuni, che sarà meno attenta a chi ha più bisogno, che ridurrà drasticamente la sua capacità di promozione sociale.
Con buona pace di quella "emergenza educativa" di cui tutti parlano.
Non possiamo non chiedere a tutti, e in primo luogo al Parlamento, di difendere la scuola della Costituzione.
Roma, 23 giugno 2008
Francesco Scrima, Segretario Generale CISL Scuola